Cristo Gesù ci ha resi liberi: rivestiti cioè di una sacrale libertà che ci permette di scorgere, anche nel marasma pestifero innescato dal progressisimo, l’acuirsi, in alcuni casi, o il formarsi, in altri, di atteggiamenti al limite dell’intolleranza, dei cosiddetti autoproclamati “guardiani della tradizione”.
Ci riferiamo a quei fratelli che, sicuramente animati da buona fede, reagiscono, spesso in modo composto, al clima nauseante della discarica progressista/modernista piazzata all'interno della Chiesa.
La presunta reazione cattolico-tradizionale è simile, nei modi , alla concausa modernista/progressista perché si muove scompostamente come "lotta continua" senza discernere ( o facendo finta di ignorare) quel che attualmente c'è di buono nella Chiesa.
Quasi tutto il tradizionalismo italiano, che si esprime principalmente usando il computer, è sterilmente distante dall’impegno concreto nella società e nella comunità (caratteristica precipua dei nostri fratelli francesi, inglesi e statunitensi). Questo determina la diffidenza e l'avversione nei confronti di quei fedeli che per vero afflato di devozione e per autentico amore per Cristo e per la Chiesa ricorrono alle cure validissime della liturgia antica, attualmente disciplinata dal Motu Proprio Summorum Pontificum.
Perché mai un vescovo o un parroco non dovrebbe porsi almeno un legittimo dubbio, un interrogativo, sulle reali intenzioni dei fedeli che chiedono la celebrazione stabile della santa Messa nel rito tradizionale se poi scorgono invece su internet gli elementi di una "lotta continua" verso ogni tipo di ecclesiologia innescati da altri fratelli della stessa tendenza tradizionale?
E’ vero che diversi Pastori fanno del tutto per piazzarsi sull’hit parade della distruzione del cattolicesimo.
Par ancor più che evidente che "quelli che pensano di aver vinto" seguono un’agenda dettata, ed imposta, dai poteri mondani.
La lista degli attentati contro la fede è purtroppo assai lunga, dell'altro ieri, di ieri e di oggi:dallo squallore sterilizzante dell’inculturazione liturgica alla violazione dei comandamenti divini con l'assurda venerazione dell’idolo della Pachamama.
Al preoccupante stato dell’ecclesiologia attuale si contrappone talvolta il cattolico che "preso dal delirio" si pone contro tutto facendo il gravissimo errore di ignorare il doveroso discernimento delle realtà oggettive. E' dato anche di osservare quei "guardiani della tradizione" che si auto-abilitano nel rilascio delle patenti di “tradizionalista doc”.
Chi scrive avrebbe molto da dire sull’ideologia della” lotta continua” tradizionalista scagliata alla cieca contro ogni settore della chiesa.
Conviene a questo punto abbandonare il computer per dedicarsi alla concretezza della vita comunitaria: siamo dei fedeli incardinati nella realtà ecclesiale che pregano desiderando conservare gelosamente il baluardo spirituale riassunto mirabilmente nella “messa in latino”.
Sosteniamo soprattutto quei fratelli e quelle sorelle che sono il buon lievito delle comunità perchè non si sono abbeverati alle coppe avvelenate dai poteri anticristici e, come i fratelli Maccabei, proclamano la sana dottrina.
Rigettiamo però la metodologia dei "guardiani della tradizione" perchè si discosta dalla genuinità evangelica.
La Liturgia dei nostri padri non è un pezzo da museo e nel nome della tradizione immutabile della Chiesa può essere legittimamente ritoccata solo dalla Suprema Autorità in ginocchio e con sommo rispetto.
Facciamo a meno dunque di quel falso tradizionalismo che si è lasciato corrompere dal fariseismo,dalle angherie, dallo spirito di competizione, dalle delazioni, dalle falsità e dalle ingiustizie.
Siamo missionari nella Chiesa e per la Chiesa nostra Madre: è nostro scopo precipuo diffondere e difendere la Liturgia tradizionale.
Lasciamo ad altri la scelta di essere dei ciechi erranti che, senza guida, non giungono in nessuna parte.
AC
Immagine: "La Parabola dei ciechi (in olandese: De parabel der blinden) è un dipinto a tempera su tela (86x154 cm) di Pieter Bruegel il Vecchio, databile al 1568 circa e conservato nel Museo nazionale di Capodimonte di Napoli." Wikipedia QUI