lunedì 16 luglio 2018

Perdita del sacro nelle chiese e nell'animo “Togliete le messe dalle chiese e i diavoli balleranno sugli altari”

Quando le chiese, elevate e consacrate alla sola gloria di Dio, diventano una zavorra da trattare come "chiese dismesse" oppure oggetti di vendite pregiudicate al mercato edilizio.
"Chiedilo a loro": ai cristiani perseguitati del Medio Oriente che hanno subito restaurato le chiese profanate dalle belve dell'ISIS. (v.foto sotto)
"Chiedilo  a loro": agli eroici Vescovi e preti mediorientali che avvertono: «Le nostre sofferenze di oggi sono il preludio di quelle che subirete anche voi europei e cristiani occidentali nel prossimo futuro». ( Cfr.S.E. Mons. Amel Nona, l’arcivescovo caldeo di Mosul; QUI
"Chiedilo  a loro": ai  terremotati del Centro Italia che a due anni dal sisma di agosto e di ottobre 2016 stanno chiedendo ad alta voce il restauro delle loro chiese. Le chiese chiuse frantumano l'identità spirituale e devozionale soprattutto delle piccole comunità di montagna. Tanti capolavori di fede e di arte che si perderanno inevitabilmente nell'oblio del tempo perchè vige la speciosa motivazione utilitaristica che l'esiguità della popolazione rimasta (dopo l'ampissima migrazione nella carestosa zona costiera) non "giustifica"  il restauro delle  chiese montane.
"Chiedilo  a loro" ai tantissimi fedeli  che supplicano le Parrocchie e le Curie di non chiudere le chiese dei centri storici ( anche se sono prevalentemente abitati ormai dagli stranieri).
"Chiedilo  a loro": a quelli che  che hanno avuto un brivido di orrore nel leggere le recenti dichiarazioni del vescovo emerito di Caserta Monsignor Raffaele Nogaro approdate anche all'estero:  "Moralmente e da uomo di fede sarei pronto a trasformare tutte le chiese in moschee se fosse utile alla causa e se consentisse di salvare la vita di uomini e donne, poveri e infelici". Non riusciamo a capire il nesso fra la profanazione di una chiesa "trasformata" in luogo di culto per una una falsa religione e l'aiuto ai poveri e agli infelici! 
"Uomini di chiesa" capaci di proclamare solo stessi e le proprie idee. 
 "Parole, parole, parole, parole parole soltanto parole, parole tra noi" e, come si dice in gergo popolare, "siamo fritti"! 
Forse qualcuno negli uffici economici della CEI "sogna" di acquistare delle chiese in plastica, magari tecnocolor, da montare e smontare facilmente  seconda la bisogna?




" Una perdita del sacro che stanno vivendo le chiese perché se i preti se la spassano celebrando messa in acqua, le chiese nel frattempo stanno chiudendo a ritmi vertiginosi. Chiuse per disuso, per terremoto, per mancanza di fedeli. Chiuse per crisi di “iniziative pastorali”. 
Quante belle scuse le gerarchie si inventano per rispondere ad un fenomeno che sta diventando endemico. 
Le chiamano “chiese dismesse” e l’espressione dovrebbe già far tremare i polsi pensando a quella frase del santo curato d’Ars: “Togliete le messe dalle chiese e i diavoli balleranno sugli altari”. Invece, sicuramente non si parlerà del santo curato d’Ars e nemmeno della crisi della fede, vero motore dello svuotamento delle chiese e conseguente dismissione del culto al convegno internazionale che si svolgerà a novembre in vaticano.
Perché – certo - quello delle chiese dismesse è un problema che tocca anzitutto i Paesi ormai scristianizzati influenzati dalla cultura protestante e si avvicina velocemente anche da noi. Pontificio Consiglio della cultura, Cei e Pontificia Università Gregoriana si occuperanno dunque del tema “Dio non abita più qui? Dismissione di luoghi di culto e gestione integrata dei beni culturali ecclesiastici”. Si tratta di un convegno che nelle intenzioni degli organizzatori dovrà elaborare e partorire delle linee guida sull’argomento. 
Linee guida, meno male. 
Ci stavamo allarmando. Infatti dalle premesse sembra proprio che l’argomento verrà affrontato dal punto di vista prettamente burocratico pastorale.
Impedire la trasformazione delle chiese in centri commerciali
Questo l’obiettivo di fondo dell’evento al quale parteciperà anche il neo presidente dell’Aps monsignor Nunzio Galantino. Il quale ha ben chiaro qual è il problema: “Crisi economica, la diminuzione dei fondi pubblici per la gestione del patrimonio, la ridotta pratica religiosa e le attività pastorali in diminuzione per la crescente scarsità di clero sono criticità che non giustificano più la presenza di diverse chiese”. Perfetto. 
Peccato che a cotanta capacità di analisi non si accompagni anche una domanda: ma perché la gente non ha più fede e in chiesa non ci viene più? 
Non sarà che forse servirebbe un convegno ad esempio su come le chiese, anche quelle non dismesse, vengono utilizzate? 
Per pranzi e happening di vario genere, come abbiamo visto. Chissà perché non ci si chiede mai se non siano state proprio le novità pastorali e le "linee guida" ad averle svuotate irrimediabilmente?
Un suggerimento controcorrente in vista dell’importante convegno: avere il coraggio, e l'ardire!, di ribadire che le chiese dismesse devono recuperare la loro dignità sacrale e la loro specificità liturgica esclusiva. 
Non sarebbe inopportuno: visto che ci si sbraccia per le linee guida, perché non scriverne una chiara e semplice: favorire a livello ecclesiale e normativo il più possibile, stimolare e incoraggiare in tutti i modi una riapertura al culto invece di allargare le braccia in segno di resa e accontentarsi almeno di non ridurle a saune e night club pensando così di aver lmitato i danni.
Vediamo se tra 40 anni le cose cambierebbero o no. 
Noi scommettiamo di sì perché quando una chiesa è aperta e il tabernacolo presente, c’è anche qualcun Altro che chiama e non serve inventarsi messe cool in spiaggia per attirare l'attenzione. 
Serve fede, è vero, ma anche meno smania pastorale di scaricare sulle chiese le sciagure dei bilanci in rosso di parrocchie e istituti. Leccarsi le ferite per le chiese dismesse è solo una parte, secondaria, di un problema molto più grave e urgente, che ha a che fare prima di tutto con la scomparsa della fede eucaristica di un popolo.
( Dall'articolo di Andrea Zambrano sulla Nuova Bussola Quotidiana: Chiesa in uscita, ma al mare non sarà troppo? QUI)