Nomina del Prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti
In data 23 novembre 2014, il Santo Padre ha nominato Prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti l’Em.mo Card. Robert Sarah, finora Presidente del Pontificio Consiglio "Cor Unum".
[01899-01.01] [B0882-XX.01]
Umilmente ci congratuliamo con il nuovo Prefetto di uno dei più importanti Dicasteri Vaticani .
La Congregazione del Culto Divino, di cui il Cardinale Sarah è il nuovo Prefetto, è di fondamentale importanza nella vita ecclesiale poichè nella Sacra Liturgia, "culmen et fons" di ogni esperienza cristiana, ha inizio e si perfeziona quel dosaggio di santità indispensabile per lo sviluppo di tutte le forme oranti e pastorali della Chiesa.
Noi confidiamo nell'opera che il Card. Robert Sarah con l'aiuto di Dio potrà fare .
Il nuovo Cardinale Prefetto,come alcuni Sacerdoti sottolineano , è fonte di garanzia e di rinnovata speranza .
Sta a noi supportarlo con la nostra incessante preghiera affinchè, con l'autorità di cui dispone, possa rivolgere "ad Crucem" l' azione orante della comunità cristiana.
Il nuovo Cardinale Prefetto,come alcuni Sacerdoti sottolineano , è fonte di garanzia e di rinnovata speranza .
Sta a noi supportarlo con la nostra incessante preghiera affinchè, con l'autorità di cui dispone, possa rivolgere "ad Crucem" l' azione orante della comunità cristiana.
Siamo felici che il Santo Padre nell'assegnare quell'importantissimo incarico abbia parimenti valorizzato le fresche energie del Clero d'Africa : una classe sacerdotale "vergine" non intaccata cioè, lo si è visto anche in occasione dei recenti lavori sinodali, dagli acidi corrosivi della vecchia , scristianizzata e mondana, Europa nonchè dei satelliti latino/americani che dai centri mondani del potere europeo traggono i finanziamenti per esserne delle copie sbiadite .
"Missione impossibile" ?
Umanamente si.
Non ci facciamo illusioni che il nuovo Prefetto della Congregazione per il Culto Divino potrà a breve arginare la tentazione , tanto invalsa nelle menti Vescovi e dei Preti, di sentirsi, soprattutto per la Liturgia, ciascuno "papa" nella propria diocesi o nella propria parrocchia."Missione impossibile" ?
Umanamente si.
Noi però sappiamo che " Nulla è impossibile a Dio" : per questo Gli assicuriamo la nostra quotidiana e filiale preghiera .
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Il Cardinale Robert Sarah, Prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, già Presidente del Pontificio Consiglio "Cor Unum", Arcivescovo emerito di Conakry (Guinea), è nato a Ourous, distretto di Koundara, nell’arcidiocesi di Conakry, il 15 giugno 1945.
Figlio unico di una famiglia profondamente cattolica e devota, dopo le scuole primarie e medie è stato costretto nel 1957 a lasciare il Paese per continuare i suoi studi nel seminario minore di Bingerville, in Costa d'Avorio. Rientrato in Guinea dopo l'indipendenza, il 2 ottobre 1958, ha completato gli studi nel seminario minore a Dixinn nel 1960.
Quando l'istituto venne requisito dal governo guineano, è dovuto tornare alla parrocchia Sainte Croix, a Kindia.
Solo più tardi, quando è stato possibile edificare il nuovo seminario, dedicato a Giovanni XXIII, a circa 135 chilometri da Conakry, ha completato i suoi studi, conseguendo il baccalaureato nel 1964.
Dopo un periodo trascorso a Nancy in Francia, ha studiato teologia a Sébikotane, in Sénégal, tra il 1968 e il 1969.
Ordinato sacerdote il 20 luglio 1969 nella cattedrale di Sainte Marie a Conakry, è stato poi inviato a Roma dove ha ottenuto la licenza in teologia alla Pontificia Università Gregoriana e ha arricchito la sua formazione culturale al Pontificio Istituto Biblicum, approfondendola successivamente con un periodo di studio all'Istituto Biblicum di Gerusalemme (1971-1972) dove si è licenziato in sacra scrittura.
Tornato in patria, è stato nominato parroco di Boké, dove è rimasto dal 1974 al 1976. Sono stati anni di duro lavoro, poiché ha dovuto spesso dividersi tra la sua e le parrocchie di Kataco, di Koundara e di Ourous.
Le spiccate doti di formatore gli hanno valso la nomina a rettore del seminario minore Giovanni XXIII a Kindia. Incarico al quale ha dovuto rinunciare a malincuore quando è stato eletto arcivescovo di Conakry il 13 agosto 1979 e ordinato l'8 dicembre successivo. Giovanni Paolo II lo soprannominò «il vescovo bambino»: quando ricevette l'ordinazione episcopale, era il vescovo più giovane del mondo: aveva trentaquattro anni.
La giovane età comunque non gli impedì di presentarsi subito come strenuo difensore dei diritti del suo popolo africano, ma allo stesso tempo severo fustigatore dell'Africa che si vende al migliore offerente.
Per questo ha sempre mirato alla formazione di sacerdoti motivati e preparati che sapessero essere realmente guida per il popolo di Dio. È maturato in una terra difficile, segnata dalla sofferenza e dal martirio di tanti preti che hanno piantato l'albero della fede tra deserti materiali e deserti spirituali.
Si è dedicato con passione alla sua nuova missione, tanto che gli incarichi da assolvere si sono presto moltiplicati: amministratore apostolico di Kankan; presidente della Conferenza episcopale della Guinea; presidente della Conferenza episcopale regionale per l'Africa Occidentale francofona (Cerao), presidente del Catholic Biblical Centre for Africa and Madagascar (Bicam), consultore della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli.
Il 1° ottobre 2001 Giovanni Paolo II lo ha nominato segretario della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli, ufficio che ha svolto per nove anni, fino al 7 ottobre 2010, quando Benedetto XVI lo ha designato presidente del Pontificio Consiglio «Cor Unum», incarico nel quale è succeduto al cardinale Paul Josef Cordes. In poco più di un mese è entrato nel vivo della nuova missione affidatagli dal Papa.
Una missione, ha avuto a dire durante il suo primo incontro pubblico dopo la nomina, che «segue la rotta indicata dalla Deus caritas est. È l'espressione concreta dello slancio caritativo del cuore di Dio che si realizza tramite il cuore del Papa. Mostra che Dio non è mai lontano da chi soffre».
Per questo motivo — ha spiegato — «le organizzazioni che svolgono attività caritative a nome e per conto della Chiesa non dovranno mai essere ispirate da ideologie ma dovranno lasciarsi guidare dalla fede.
Da quella fede che si manifesta anche attraverso la carità.
Questo è quello che ci spinge e ci porta verso i popoli sofferenti».
Da Benedetto XVI creato e pubblicato Cardinale nel Concistoro del 20 novembre 2010, della Diaconia di San Giovanni Bosco in via Tuscolana.
Fonte : Santa Sede