Per questo l’Organista e il Maestro del Coro debbono sapere interrompere l' esecuzione per non far attendere il Santo Padre.
Nelle Liturgie nella Basilica di San Pietro i Cerimonieri hanno sempre curato, con ammirevole precisione, il ritmo celebrativo musica/liturgia in modo che non si fossero degli accavallamenti .
L’Organo poi faceva la sua parte intercalando con improvvisazioni o brevi brani organistici fin quando c’era bisogno.
Un errore può accadere a tutti : basta un non nulla per sbagliare. Anche in una festa importante come l'Epifania, Cappella Papale .
Dopo la novità, discussa e discutibile, dell’ Incarnatus della Messa in Do minore di Mozart, eseguito dal Soprano Chen Reiss e dall’Orchestra Sinfonica di Pittsburgh diretta Maestro Manfred Honeck , inserito nel Credo III della Messa “in nocte” del Santo Natale abbiamo notato, dietro opportuna e competente segnalazione, che nella Cappella Papale dell'Epifania il Santo Padre , come si può chiaramente vedere nel video QUI , non ha voluto aspettare due secondi in più iniziando “In nomine Patris …” sulle ultime note dell’accordo del complesso strumentale .
La manifesta impazienza papale tradotta può suonare così : "E dai, non fatela tanto lunga che mi son già rotto abbastanza di tutto sto’ suonare!"
D’accordo che Mons. Palombella possa aver esagerato, ma esiste una cosa che si chiama "rispetto"!
Quell'umile rispetto che più di una volta abbiamo visto nel viso sorridente ed ironico di San Giovanni Paolo II e del mite e ieratico Benedetto XVI quando le esecuzioni musicali erano state un poco più lunghe e i Cerimonieri smaniavano...
Quell'umile rispetto che più di una volta abbiamo visto nel viso sorridente ed ironico di San Giovanni Paolo II e del mite e ieratico Benedetto XVI quando le esecuzioni musicali erano state un poco più lunghe e i Cerimonieri smaniavano...
Nella Messa Papale d'Epifania terminato il canto introitale non c’era bisogno di far suonare gli Ottoni ritenendo più opportuno affidare quei pochissimi secondi all’improvvisazione organistica del bravissimo Maestro Juan Paradell Solé ( che certamente non avrebbe fatto aspettare il Santo Padre ).
Un errore tuttavia può e deve accadere a tutti per rivestirci di santa umiltà e per farci capire che nessuno di noi è un robot o un super uomo capace di prevedere tutto ...
Qualcuno però ci potrà mai spiegare perchè i Cantori della Sistina sono obbligati a cantare il Canto Gregoriano a “mezza voce” invece che proclamarlo con voce festosamente piena ?
Essendo stato “obbligato” a vedere il video della Messa dell’Epifania ( il Papa ha ripetuto due volte l'Hanc Igitur, la seconda volta con il proprio pasquale ..) ho anche notato che il canto introitale non era pienamente consono alla festosità della celebrazione… ( uffa che noia ...) e l’Atto Penitenziale, così allungato nei tempi e nelle note finali, è stato davvero una penitenza …
Peccato !
Rinnoviamo però fiduciosi le sincere e ponderate congratulazioni che facemmo a suo tempo al Maestro Mons. Massimo Palombella per avere saputo valorizzare in più occasioni il repertorio della “scuola Polifonica romana” a cui facciamo seguire anche la cordiale raccomandazione di prendere un caffè in più … per accelerare i tempi corali, che sono troppo soporiferi, cercando di esagerare con l'Organo piuttosto che dare troppa importanza al complesso degli Ottoni .
Andrea Carradori