domenica 10 aprile 2016

Amoris laetitia. Perle Sacerdotali : "sono fedele a Cristo!"

Non ci piacciono troppo i copia-incolla su internet dedicati alle analisi/commenti/riflessioni dell'Esortazione Apostolica Amoris laetitia
Per questa particolarissima occasione, secondo qualcuno "storica" , preferiamo cercare le opinioni dei diretti interessati: i Sacerdoti, coloro che dovrebbero sorbire nella propria persona lo stile pastorale che il recente documento magisteriale di Papa Francesco ha intronizzzato.
"Parleranno" dunque  dei giovani Sacerdoti che ci hanno scritto e la cui identità abbiamo ovviamente secretato.

Noi manteniamo la medesima impressione espressa nel (fortunato) post scritto sabato mattino ( a caldo): l'attuale leadership ecclesiale che trema ad ogni starnuto del feroce Imperatore padrone assoluto mondo scristianizzato e scristianizzante  è afflitta da patologie tendenti alla schizofrenia, di non essere cioè al passo con i tempi. 
Questo terrore schizofenico attuale leadership ecclesiale  sta producendo rovine su rovine nella Città di Dio.
Sia chiaro che ci meritiamo tale leadership a causa dei nostri peccati.
Consideriamo l'attuale situazione che stiamo vivendo come la giusta punizione che meritiamo.
Preghiamo per la Chiesa e per il Papa.
AC

***
Ti confesso che nutro in cuore una generale confusione e disorientamento (ma penso che questo lo stai vivendo anche te).
Tra le diverse problematiche relative all'Esortazione, due sono certamente gravi:
a) l'introduzione di un atteggiamento relativo all'interno della morale;
b) la generale confusione nella concessione dei Sacramenti (Confessione ed Eucaristia) alle persone divorziate e risposate.
Cerco di spiegarmi meglio:
1) Affermare che chi vive in modo oggettivo e permanente il peccato mortale può incamminarsi nella grazia e che il suo peccato va reinterpretato in una situazione soggettiva, è lentamente vanificare il significato stesso di peccato.
Sabbiamo già come Francesco, in questi tre anni, sta facendo di tutto per togliere il concetto di peccato (ma no... è tutta un'invenzione di Scalfari ... spero N.d.R.).
Giovanni Paolo II e Benedetto XVI hanno fatto di tutto per aiutare i Cristiani a riconoscere il peccato presente e ad accusarlo per favorire la grazia.
Qui, invece, siamo ad un processo inverso.
2) Mai nell'Esortazione si dichiara la possibilità di accesso all'Eucaristia e Confessione delle persone divorziate e risposate.
Ne fa ombra solo una nota delle oltre 250 presenti, una nota che non parla anch'essa direttamente di tale concessione, e cita, in modo del tutto improprio, s. Tommaso d'Aquino (l'Eucaristia per i deboli e non per i forti).
In sintesi, se prima si era nella confusione, ora, grazie a questo documento, tale confusione diventa oggettiva. 
Lo stesso articolo di Famiglia Cristiana ( ce ne occuperemo dettagliatamente avendo, per caso, scoperto che il teologo che ha scritto il primo "commento" è più papalino del papa ... N.d.R.) infatti, anch'esso non afferma in modo esplicito la possibilità per costoro dell'assoluzione dei peccati e dell'Eucaristia (sul presentarsi una volta l'anno, più che una confessione, sembra indicare una guida spirituale).
Temo però che tale confusione non sia casuale, ma indotta.
Solo così è possibile far passare dei messaggi nella stessa prassi pastorale.
In modo più schematico: vanificando l'oggettività del peccato mortale di chi è divorziato risposato, annulla, per conseguenza, lo stesso peccato, e quindi, essendo nella grazia, l'accostarsi tranquillamente al sacramento della Confessione e all'Eucaristia.
La Familiaris Consortio di Giovanni Paolo II afferma proprio il contrario, tanto da permettere solo a coloro che vivono senza rapporto sessuali la possibilità dei Sacramenti.
Ora cosa accadrà?
Che sull'onda della confusione tanti Vescovi e Presbiteri concederanno tranquillamente l'Eucaristia a costoro (magari neanche non pentiti in quanto non posti più sotto il peccato mortale), o, invece, chi si opporrà a tali persone (come me), saranno accusate di non aver misericordia, di non obbedire al S. Padre e, magari, essere anche richiamati dai propri Vescovi.
Non importa, il martirio è sempre l'opzione più bella per seguire il Signore Gesù Cristo.

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