Dall'enciclica di Pio XII Haurietis Aquas (15 maggio 1956), sulla devozione al Sacro Cuore di Gesù.
[...]
È nel profeta Geremia che si ha un lontano presagio di questo stupendo
prodigio, che sarebbe stato l’effetto del misericordiosissimo ed eterno
amore di Dio: «D’un amore eterno ti ho amato e perciò ti ho tirato a me
pieno di compassione… Ecco che verranno giorni, dice il Signore, e io
stringerò con la casa di Israele e con la casa di Giuda una nuova
alleanza… Questa sarà l’alleanza che avrò stretta con la casa d’Israele
dopo quei giorni, dice il Signore: Io metterò la mia legge nel loro
interno e la scriverò nel loro cuore, e sarò il loro Dio, ed essi
saranno il mio popolo…; perché farò grazia alle loro iniquità e del loro peccato non mi ricorderò più» [...]
il
Divin Redentore — nella sua qualità di legittimo e perfetto Mediatore
nostro — avendo, sotto lo stimolo di una accesissima carità per noi,
conciliato perfettamente i doveri e gli impegni del genere umano con i
diritti di Dio, è stato indubbiamente l’autore di quella meravigliosa conciliazione tra la divina giustizia e la divina misericordia,
che costituisce appunto l’assoluta trascendenza del mistero della
nostra salvezza, così sapientemente espressa dall’Angelico Dottore in
queste parole: «Giova osservare che la liberazione dell’uomo, mediante
la passione di Cristo, fu conveniente sia alla sua misericordia che alla
sua giustizia. Alla giustizia anzitutto, perché con la sua passione
Cristo soddisfece per la colpa del genere umano: e quindi per la
giustizia di Cristo l’uomo fu liberato. Alla misericordia, poi, poiché,
non essendo l’uomo in grado di soddisfare per il peccato inquinante
tutta l’umana natura, Dio gli donò un riparatore nella persona del
Figlio suo. Ora questo fu da parte di Dio un gesto di più generosa misericordia,
che se Egli avesse perdonato i peccati senza esigere alcuna
soddisfazione. Perciò sta scritto: “ Dio, ricco di misericordia, per il
grande amore che ci portava pur essendo noi morti per le nostre colpe,
ci richiamò a vita in Cristo”»[...]
Le
rivelazioni, di cui fu favorita Santa Margherita Maria, non aggiunsero
alcuna nuova verità alla dottrina cattolica.
Ma la loro importanza
consiste in ciò che il Signore — mostrando il suo Cuore Sacratissimo —
in modo straordinario e singolare si degnò di attrarre le menti degli
uomini alla contemplazione e alla venerazione dell’amore misericordiosissimo di Dio per il genere umano.
Infatti, mediante una così eccezionale manifestazione Gesù Cristo
espressamente e ripetutamente indicò il suo Cuore come un simbolo quanto
mai atto a stimolare gli uomini alla conoscenza e alla stima del suo
amore; ed insieme lo costituì quasi segno ed arra di misericordia e di
grazia per i bisogni spirituali della Chiesa nei tempi moderni. [...]
Di questa universale pienezza di Dio è appunto immagine splendidissima il Cuore stesso di Gesù Cristo: pienezza, cioè, di misericordia, propria della Nuova Alleanza, nella quale «apparvero la benignità e la filantropia del Salvatore nostro Dio», poiché: «Dio non ha mandato il Figliuol suo nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui» [...]
Di questa universale pienezza di Dio è appunto immagine splendidissima il Cuore stesso di Gesù Cristo: pienezza, cioè, di misericordia, propria della Nuova Alleanza, nella quale «apparvero la benignità e la filantropia del Salvatore nostro Dio», poiché: «Dio non ha mandato il Figliuol suo nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui» [...]