Non so se questo Arcivescovo africano; mons. Thomas Luke Msusa, sia catalogabile fra i progressisti, i moderati o i conservatori.
Qualunque possa tuttavia essere l'etichettatura resta il fatto che la sua storia di conversione dall'Islam al Cattolicesimo, con l'emozionante finale del Battesimo impartito personalmente al proprio padre ex-imam, rappresenta una splendida testimonianza di Fede vissuta con coraggio e zelo.
La vicenda dunque meriterebbe di essere maggiormente conosciuta ma sappiamo che episodi come questi non sono graditi agli organi d'informazione bempensanti e "dialoganti", nè, tanto meno, agli uomini di Chiesa occidentali.
Per vedere la breve intervista, rilasciata nel corso dell'ultimo Sinodo sulla famiglia, cliccare quì sotto:
Mi permetto, dopo aver conosciuto la vicenda, solo poche e sintetiche considerazioni:
1 - La conversione dall'Islam è possibile ed anche le difficoltà con le famiglie, che spesso vengono portate ad esempio per scoraggiare l'apostolato verso i mussulmani, possono essere superate.
Se infatti la conversione è vera, forte e consapevole, può "contagiare" positivamente tutti i componenti della famiglia.
2 - La Chiesa Cattolica africana è senza dubbio la porzione più sana della Cristianità.
Certo non mancano, anche in quelle nazioni, problemi teologici e morali come i residui di culti animistici, la poligamia diffusa ancora purtroppo in alcuni ambienti cristiani, una spiritualità spesso troppo irrazionale ecc.
Esiste però una forza, una freschezza, una capacità di testimoniare la Fede che nel nostro vecchio mondo si sono ormai irrimediabilmente perdute.
3 - Ma siamo tutti noi, Cristiani stanchi del XXI secolo, a dover recuperare la forza e il coraggio di testimoniare la Verità, la Verità di Cristo che è Via, Verità e Vita.
Marco BONGI