lunedì 21 marzo 2016

Kasper : che fretta c’era? C’era molta fretta !

I rivoluzionari  precedono l’Autorità umiliandola e mettendola in ombra.
L’Autorità, sognata e voluta dai rivoluzionari, li teme e  li coccola pubblicamente senza il minimo pudore ( In questi giorni, ho potuto leggere un libro di un Cardinale – il Cardinale Kasper, un teologo in gamba, un buon teologo – sulla misericordia. E mi ha fatto tanto bene, quel libro, ma non crediate
che faccia pubblicità ai libri dei miei cardinali! Non è così! Ma mi ha fatto tanto bene, tanto bene … Il Cardinale Kasper diceva che sentire misericordia, questa parola cambia tutto.” )
L’Autorità, esaltata dai rivoluzionari, sa perfettamente che anche uno  starnuto  sul lato sbagliato può significare la decadenza del suo apparente e traballante potere.
Le recentissime indiscrezioni a mezzo stampa del Card. Kasper sul nato, ma non svelato, documento post sinodale sono tremendamente inquietanti e rompono pubblicamente  l’apparente armonia che dovrebbe aleggiare dentro le sacre mura. 
E' noto che i rivoluzionari, rassettati e riprogrammati, sono i più efficienti  distruttori del sistema.
La sortita del furbo cardinale tedesco può essere osservata da diverse angolature. 
La zoomata  ne mette in risalto una : la volontà che la leadership ecclesiale ( prendo in prestito un sostantivo dal mondo imprenditoriale perché non trovo nulla di spirituale nell’attuale gestione della chiesa cattolica)  non intende contrariare le potenze mondiali che sorreggono e sponsorizzano l’attuale papato.
Gli ecclesiastici collaborazionisti con le potenze mondialiste hanno molta paura che il Successore di Pietro possa fare qualcosa di  cattolico provocando così la reazione oppressiva e soppressiva dei potentati loro padroni e consoci nelle lobby di potere.
I collaborazionisti hanno il  terrore e l’angoscia che il mondo esterno possa giudicare un atto, un documento   “cattolico” che significherebbe persecuzione per  la Chiesa : la pubblica gogna o, nel migliore dei casi, la quarantena dai media.
Ecco perché il documento post- sinodale ( che i più smaliziati dicono fosse pronto prima dell’apertura del sinodo) pur di non dire nulla, onde accontentare tutti, pare che si avvalga di centinaia di paragrafi, paragrafetti e paragrafini...
Nebbia, nebbia: fittissimamente nebbia!
Avverrà che nei prossimi giorni la stampa laicamente progressista inneggerà al documento post sinodale come  “rivoluzione” della/ nella Chiesa mentre per coloro che volgono lo sguardo solo a “Colui che è stato trafitto” l’esortazione sarà cattolicamente accettabile.
Ci saranno poi gli atleti di ambo le parti che faranno l’impresa più ardua della loro vita “arrampicarsi sugli specchi” facendo a gara per chi arriverà prima in alto.
Chi ci rimetteranno saranno i fedeli più sprovveduti che fidandosi di Repubblica o del Corriere smarriranno la retta via della sana dottrina.
Allora non c’è via di scampo per la Chiesa?
In siffatto modo come lo stiamo sopportando e soffrendo da tre anni: no.
Invertiamo le parole di uno dei motti più cari agli eredi degli Illuministi: “Dunque l’altare piegar dovrà sempre al trono?”.
No!
Speriamo e preghiamo affinchè lo Spirito Santo infonda nei Consacrati, negli Unti del Signore il desiderio della forza del martirio che infiammò San Tommaso Becket e tutti i Martiri che hanno donato la loro vita per l’indipendenza della Santa Chiesa Cattolica.
Preghiamo per il Papa e la Chiesa tutta!
AC








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