domenica 29 novembre 2015

Papa Francesco "apre" il GR3 ! Miracolo !

Solo Radio 3 riesce ad immeggerci nel mondo della musica cosiddetta classica perchè i suoi ascoltatori sono fieremente collocati lontano dalla prorompente massa degli ascoltatori di musichette commerciale.
Se da un lato da Radio 3 viene irradiata della buona musica avendo a disposizione dei grandi musicologi, penso ad esempio al compianto Paolo Terni, dall'altro lato la stessa emittente pubblica si trova sempre a sinistra del panorama pensante della politica italiana.
Daltronte fin dagli anni '70, "Democrazia Cristiana" consenziente, il messaggio "politico" italiano era chiarissimo: la cultura si trova solo a sinistra !
Il miracolo è avvenuto dopo il 13 marzo 2013 : per la prima volta nella sua pluridecennale storia un Papa, Papa Francesco, diu vivat feliciter, è quasi quotidianamente "accolto" negli studi di Rai Radio 3 !
Così Radio Rai 3, la "sinistrosa", l'emittente della trasmisssione "Uomini e profeti"  che da decenni accoglie l'immancabile Enzo Bianchi e con lui la schiera del progressismo ecclesiastico italiano, sempre sotto l'egida degli eredi del PC italiano , ha finalmente trovato del Papa di Roma il suo scopo identificativo ed il suo ideale!
Quando si dice miracolo ...

sabato 28 novembre 2015

Persecuzione contro Mons.Negri "Qui non ci sono atti di Negri contro papa Francesco, ma solo interpretazioni di un giornalista. Di cosa stiamo parlando?"

Ma chi siete voi? La polizia del pensiero?
 
Quattro glosse a margine del caso che ha coinvolto l’arcivescovo Luigi Negri e le sue presunte frasi su papa Francesco
di Emanuele Boffi


In merito alla vicenda che ha coinvolto monsignor Luigi Negri, arcivescovo di Ferrara-Comacchio, basta e avanza quanto da lui dichiarato ieri sera in una nota. 
Noi ci permettiamo solo qualche glossa a margine.

1) A quanto è dato di capire, Negri nega di aver pronunciato le frasi dello scandalo e afferma che a tali frasi è stata data dal Fatto quotidiano un’interpretazione malevola estrapolata dal contesto nel quale sono state pronunciate. Per quel che attiene ai fatti, dunque, si tratta della parola di un arcivescovo contro la parola di un non meglio identificato «testimone oculare e auricolare» (come scritto ieri da Marco Travaglio) che avrebbe udito quelle parole durante un viaggio in treno. 
Ora, chi abbia ragione, avendo l’arcivescovo preannunciato querela, lo stabilirà, se necessario, un tribunale. 
Noi, che siamo amici ed estimatori di Negri, prima e dopo il 2005, sappiamo questo: mai abbiamo udito e letto di pronunciamenti dell’arcivescovo contro l’autorità di papa Francesco. 
Anzi, al contrario, come dimostra la sua storia, i suoi innumerevoli convegni e libri, possiamo, da «testimoni oculari e auricolari», dire il contrario e cioè che Negri ha sempre seguito Santa Romana Chiesa e obbedito al Sommo Pontefice.

2) L’articolo del Fatto è stato pubblicato mercoledì 25 novembre, ma fa riferimento a quanto accaduto su un Frecciarossa il 28 ottobre. 
Occhio alle date: 28 ottobre – 25 novembre, è quasi un mese. Perché la notizia è uscita dopo un mese? 
Al nostro “testimone” è servito un mese per ricordare con esattezza le presunte parole dell’arcivescovo? 
O dobbiamo pensare ad altro?

3) Nell’articolo del 25 novembre, l’autore, Loris Mazzetti, scrive quanto segue: «È comunque difficile pensare che monsignor Negri parlasse a titolo personale e non rivelasse uno stato d’animo condiviso dalla casta vaticana». Scusi Mazzetti, ma lei legge nel pensiero? 
Cioè, in base a quali fatti – fatti, non tue interpretazioni – pensa di poter dire che Negri non parlasse «a titolo personale»? 
Forse che Negri, in quel colloquio carpito di nascosto da chissà chi, ha premesso di parlare «a nome della casta vaticana?». 
Suvvia, siamo seri.

4) La conclusione del medesimo articolo suona così: «Bergoglio, se vuole, come ha promesso, di portare a compimento i propositi di Giovanni XXIII – “Chiesa popolo di Dio” – prima di tutto deve allontanare i mercanti dal tempio». 
Quindi, fateci capire: un giornale che si suppone laico come Il Fatto sta chiedendo al rappresentate ultimo di una confessione religiosa di far dimettere un suo vescovo in nome di una conversazione riportata de relato (eufemismo per evitare querele)? 
Qui non ci sono atti di Negri contro papa Francesco, ma solo interpretazioni di un giornalista. Di cosa stiamo parlando? 
Di peccati? 
Di psicoreati? 
Chi siete voi per giudicare? 
La polizia del pensiero?


Fonte : Tempi

giovedì 26 novembre 2015

Il "rosso patriarchino" fa rima con "coerenza evangelica". Vescovi non politici!

Signor Patriarca Moraglia, poteva risparmiarci anche la “moragliata”.
«Se qualcuno vuol venire dietro di me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua…
Che giova infatti all’uomo guadagnare il mondo intero, se poi perde la propria anima?  E che cosa potrebbe mai dare un uomo in cambio della propria anima? 
Chi si vergognerà di me e delle mie parole davanti a questa generazione adultera e peccatrice, anche il Figlio dell’uomo si vergognerà di lui, quando verrà nella gloria del Padre suo con gli angeli santi» (Mc 8,34-38).

Vogliamo allora scrivere questa “Lettera aperta” al Patriarca di Venezia.
Ecc. Rev.ma, Patriarca di Venezia, Francesco Moraglia,
dire basiti è poco, ma il suo “discorso” ai funerali “laici” (sic!) non ci sono proprio piaciuti e, come cattolici seppur laici, abbiamo il dovere di dire come stanno le cose, e di rimanere vigili quando, chi dovrebbe vigilare, perde la bussola e si allea con il mondo.
La saggezza antica dice che “un funerale non si nega a nessuno” perciò, sia ben chiaro, che non abbiamo nulla contro “un funerale” specialmente se non cattolico perché ben sappiamo che ogni essere umano è costato caro prezzo, quindi non ci vengano attribuite intenzioni completamente estranee a quanto diremo anche perché preferiamo seguire il consiglio del vero Maestro e Signore Nostro Gesù Cristo +, Colui che ha pagato a caro prezzo la nostra libertà e salvezza (e diciamolo tutto intero questo Nome glorioso, visto che ora si teme di fare il Suo Santo Nome in pubblico per non dispiacere gli uomini): “Ma sia il vostro parlare: Sì, sì; no, no; poiché il di più vien dal maligno” (Mt 5,37).
Veniamo al dunque suggerendo di leggere l’articolo di Renato Farina su Il Giornale – vedi qui –  ne riportiamo un passo assolutamente da condividere:
“Le motivazioni però di questo gesto pubblico meritano di essere discusse, anche perché la testimonianza di dignità data da questi genitori rischia di trasformare in dogma il loro giudizio. Il padre Alberto ha spiegato: «Non abbiamo voluto un funerale cattolico perché mia figlia non ha avuto una educazione religiosa, ma non ho contrarietà rispetto a una benedizione o all’intervento di un imam». Ha aggiunto: «Volevamo qualcosa che non fosse di proprietà di qualcuno, che non fosse divisivo, ma aiutasse a unire».  
Come dire: la colpa delle divisioni, e alla fine, quello che favorisce il terrorismo, è l’identità dichiarata, è la croce. 
La croce divide. 
Non esiste religione di Stato, il cattolicesimo non lo è più.
Ma qui siamo ad una nuova religione di Stato, il cui segno è di non avere segni
Ciò che unisce, deve essere secondo quanto dice Alberto Solesin privo d’identità. Ne deriva che l’unica identità accettabile è la rinuncia ad amare proprie certe cose, certi segni, una tradizione, una fede. 
No, non è giusto.  
È l’oicofobia (*), l’odio della nostra casa, tanto più se in essa sta appeso un crocifisso
Secondo questa religione di Stato laica sempre più maggioritaria avrebbero ragione coloro che pretendono di togliere dalle aule scolastiche il crocifisso. 
Invece noi siamo questo crocifisso. 
Anche chi non lo prega ne è costituito. 
E nei gesti pubblici è molto triste che sia additato persino nel dolore comune come simbolo di divisione”.
Ecc.za rev.ma, o forse preferisce il più umile termine Padre Moraglia, ma ci rendiamo conto a che cosa si è prestato? 
Lei e l’Imam siete stati messi sullo stesso piano perché, a questo padre di famiglia, colpito negli affetti più cari, è indifferente chi benedice, non ha contrarietà perché non gli interessa, è solo rispetto per Lei, e Lei in cambio ha fatto a meno di dire la verità ad un funerale.
Lei ha mentito a queste persone, caro Padre, ha mentito ad una piazza gremita, Lei di proposito non ha fatto il Nome di Colui che è padrone della vita e della morte, di Colui al quale questa anima si è presentata.
Lei ha mentito per paura! Ha avuto più coraggio un laico giornalista di Lei.
Sì, cita il Salmo e nel Suo flebile discorso dice: " l’uomo è questo fiore che, nonostante il vento che sradica, permane". 
Il salmo, poi, ricorda che c’è qualcosa che non viene meno: l’amore, l’amore di Dio che è “da sempre” e sa bene che “noi siamo polvere”… ma l’amore di Dio va accolto e non rifiutato
Non viene meno questo Amore, verissimo, ma neppure Lei può sostituirsi a Dio e mentire alla Famiglia facendogli quasi pensare che la Figlia, perché uccisa in modo drammatico, sia quasi canonizzata!
Siamo polvere, siamo vasi di creta, la Bibbia contiene un mare di espressioni poetiche per definire la nostra miseria, ma qui c’è palese un rifiuto netto dei Genitori alla Bibbia e allora ci viene da chiederLe: perché citare il Salmo, perché usare questo termine generico “Dio” e censurarsi nel fare il Nome di questo Dio che ha una identità propria e che ha detto chiaramente che chi non crederà sarà condannato? (Mc 16,16)
Di che cosa ha avuto paura?
La Chiesa eleva il pio suffragio per l’anima immortale del defunto, nella speranza della sua eterna salvezza, e ne onora con una degna sepoltura il corpo esanime, nell’attesa della sua risurrezione. 
Tale certezza nella risurrezione, perché Gesù Cristo è risorto pagando il riscatto anche per quell’anima, fa delle esequie una celebrazione di vita e di profonda serenità, pur nell’amarezza delle lacrime per il distacco e apre i credenti all’attesa di un rinnovato incontro con chi vive e ci aspetta lassù…
Queste sono le parole che un Patriarca, un Vescovo, un Sacerdote, un parroco, deve dire, a chiunque, specie se invitato a dire qualcosa anche se non si tratta di un funerale cattolico, altrimenti è meglio non andare.
E invece Lei cosa dice? il nulla: “Ci spiace non potervi aiutare come vorremmo. 
La vostra dignità ci sorprende e fa riflettere”.
A noi non sorprende affatto e non ci fa riflettere la scelta di un padre che è stato coerente fino alla fine con le sue idee che non ha voluto cambiare neppure davanti alla morte: «Non abbiamo voluto un funerale cattolico perché mia figlia non ha avuto una educazione religiosa…», a noi sorprende e fa riflettere la scelta della Sua posizione nel piegarsi alle nuove regole del mondo.
Perché sia chiaro, un conto è rispettare le scelte di un padre, altra cosa è piegarsi a delle richieste che nessuno Le ha imposto, neppure questo padre colpito negli affetti più cari.
Non era obbligato ad andare anzi, poteva dire a questo padre affranto: “Non comprenda male le mie intenzioni, ma non verrò a questo funerale perché io sono un Vescovo e non un politico. Guardi, mentre voi starete in piazza a fare il funerale laico, io starò con il mio clero in ginocchio davanti al Tabernacolo, davanti a Gesù Cristo il quale, che lei creda o meno, è Colui che sta accogliendo in queste ore l’anima di sua figlia…”.
Lei, caro Patriarca, ha fatto la scelta peggiore, ed è per noi immenso dolore e forte delusione. 
Lei si piega alla politica corretta, ma esprime parole forti quali: “In nome di Dio, cambiate il vostro modo d’essere! Iniziate dal cuore, abbiate questo coraggio! 
Sì, si tratta del coraggio di dire: abbiamo sbagliato tutto. Chiedete perdono! Chiedere perdono è la dignità dell’uomo…”.
Belle parole ma rivolte a chi? Anche questi sono morti… 
Chiedere perdono a chi poi? ad un dio generico o a quel Dio Crocefisso del quale però non ha avuto il coraggio di fare il Nome santo e benedetto?
Inizia dal cuore è vero, ma se non è formato e i formatori hanno paura di dire in piazza la Verità… hanno paura di fare quel Nome santo e benedetto, come arriveranno mai a dire perdono?
Forse il Patriarca Moraglia crede davvero che l’ateismo o il sincretismo di questo padre che, con orgoglio, ha detto che alla figlia non hanno dato alcuna educazione religiosa, sia meno devastante – per noi cristiani – di questi altri che uccidono con le bombe?
C’è modo e modo di uccidere qualcuno, e c’è modo e modo di morire, Lei dovrebbe saperlo meglio di noi che adesso saremo accusati di essere insensibili per quel che abbiamo detto, ma soprattutto per aver messo Cristo al centro, sì al centro anche di un funerale laicista perché, al di là di come la pensano gli atei o i sincretisti, noi crediamo davvero che solo Gesù Cristo è VIA, VITA E VERITA’, altrimenti perché è andato vestito pure da Patriarca, poteva andarci in borghese, tanto oggi va di moda e così non si urtano le coscienze di chi non crede in Cristo.
Lei in questo funerale laicista e di piazza, caro Patriarca, ha negato, ha nascosto, ha censurato – scegliete il termine che volete – ad un vasto pubblico presente: la Via, la Verità e la Vita verso la quale questa anima è andata.
Ecc.za e amato Patriarca, la delusione del Suo comportamento è davvero tanta.
Nella conclusione afferma che: “insieme alla Chiesa che è in Venezia, con tutte le confessioni cristiane presenti in questa città…”, quasi fosse ora il portavoce anche dei non cattolici, di fatto è stato onorato il ruolo di Patriarca che ricopre nella città, peccato che Lei non abbia onorato, pubblicamente, quel Crocefisso che ha un Nome, Gesù Cristo + e che le ha dato quel ruolo.
Ci siamo permessi molto con Lei in questa Lettera aperta, ma lo abbiamo fatto con l’affetto di figli feriti ed umiliati dalla Sua scelta, una scelta di partecipazione alla quale nessuno l’obbligava, ci permetta di concludere con un pensiero forse un poco cattivello, ma siamo persone sincere.
Facevamo davvero a gara nel desiderare che il Papa le donasse quella porpora cardinalizia che ritenevamo Lei meritasse, ma questa storia ci ha aperto gli occhi. 
Nel chiederci del perché di questo ritardo, forse ora lo comprendiamo.
Chissà, forse la porpora le giungerà ora dopo la “moragliata” che ha fatto… o forse per colpa di questa non le arriverà più, il tempo lo dirà e noi comprenderemo allora tante altre cose di cui abbiamo scritto molto in questo blog.
Ci ripensi Patriarca Moraglia e, per farlo, La lasciamo con le parole di due Donne Dottore della Chiesa.
In questa con quelle parole di Santa Ildegarda, Dottore della Chiesa, quando scrisse al Papa Anastasio IV:
«O uomo accecato dalla tua stessa scienza, ti sei stancato di por freno alla iattanza dell’orgoglio degli uomini affidati alle tue cure, perché non vieni tu in soccorso ai naufraghi che non possono cavarsela senza il tuo aiuto?
Perché non svelli alla radice il male che soffoca le piante buone?
Tu trascuri la giustizia, questa figlia del Re celeste che a te era stata affidata.
Tu permetti che venga gettata a terra e calpestata…
Il mondo è caduto nella mollezza, presto sarà nella tristezza, poi nel terrore…
O uomo, poiché, come sembra, sei stato costituito pastore, alzati e corri più in fretta verso la giustizia, per non essere accusato davanti al Medico supremo di non aver purificato il tuo ovile dalla sua sporcizia!
Uomo, mantieniti sulla retta via e sarai salvo. Che Dio ti riconduca sul sentiero della benedizione riservata ai suoi eletti, perché tu viva in eterno!».
E a terminare con Santa Caterina da Siena dove sollecita il mondo laico a servire Dio:
«Aiutate a favoreggiare, e a levar su l’insegna della santissima croce; la quale Dio vi richiederà, a voi e agli altri, nell’ultima estremità della morte, di tanta negligenza e ignoranzia, quanta ci si è commessa, e commette tutto dì. Non dormite più (per l’amore di Cristo crocifisso, e per la vostra utilità!), questo poco del tempo che ci è rimaso; perocché il tempo è breve, e dovete morire, e non sapete quando. Cresca in voi un fuoco di santo desiderio a seguitare questa santa croce, e pacificarvi col prossimo vostro.
E per questo modo seguiterete la via e la dottrina dell’Agnello svenato, derelitto in croce; e osserverete i comandamenti»
(Santa Caterina da Siena – Lettera CCXXXV – Al Re di Francia).
E qui i Pastori:
«Oimè, oimè, disavventurata l’anima mia! Aprite l’occhio e ragguardate la perversità della morte che è venuta nel mondo, e singolarmente nel corpo della santa Chiesa. Oimè, scoppi il cuore e l’anima vostra a vedere tante offese di Dio. Vedete, padre, che ‘l lupo infernale ne porta la creatura, le pecorelle che si pascono nel giardino della santa Chiesa; e non si trova chi si muova a trargliele di bocca. (…)
Oimè, non più tacere! Gridate con cento migliaia di lingue. Veggo che, per tacere, il mondo è guasto, la Sposa di Cristo è impallidita, toltogli è il colore, perché gli è succhiato il sangue da dosso, cioè che il sangue di Cristo, che è dato per grazia e non per debito, egli sel furano con la superbia, tollendo l’onore che debbe essere di Dio, e dannolo a loro».
[Lettera 16 (XVI) di Santa Caterina da Siena al card. Di Ostia, citata da Paolo VI nella Proclamazione della Santa a Dottore della Chiesa il 4.10.1970].
__________
(*) oicofobia: la paura di vedere invasa la propria sfera privata da parte di terzi, senza un manifesto benestare del soggetto interessato.

Fonte : bergoglionate

martedì 24 novembre 2015

«L’espressione “islam moderato” è turpe ed offensiva. Non c’è alcun islam moderato. L’islam è islam»Recep Tayyip Erdogan.

I MORTI DI FRANCIA
NON SI PIANGONO
CON LA "MARSIGLIESE"
I 129 morti e gli oltre 300 feriti di Parigi non han versato sangue per la “Marseillaise”.
Non c’entra: è un canto stonato in partenza.
E, se simbolo è di qualcosa, lo è di quella Rivoluzione e del conseguente periodo definito, non a caso, “Terrore”, che non fu poi molto differente dall’orrore provocato dall’Isis.
Invocare quelle note è fuori luogo.
Così come fuori luogo, anzi stucchevole è stato sentire il presidente francese Hollande definire l’accaduto come un attentato ai «valori della Repubblica».
Quali valori?
Quei 129 morti e gli oltre 300 feriti non han versato il loro sangue nemmeno per quel clima soffocante ed oppressivo di laicismo giacobino, imposto in un Paese un tempo figlio prediletto della Cristianità.
Del resto, che cosa si aspettavano in una terra, in cui non solo al Raduno annuale degli islamici di Francia, ma persino nelle scansie dei supermercati è possibile trovare libri che inneggiano all’uso delle armi «per assicurare la supremazia di Allah», nonché alla conquista dell’Europa, come I 40 Hadith, testo che preconizza la morte per gli «apostati» (ergo, per gli islamici, che si convertano a qualsiasi altra confessione), o come La via del musulmano, che predica una jihad esplicitamente «offensiva» e la «pena di morte» per gli «eretici»?
Che cosa si aspettavano in una terra in cui il 50% della carne bovina, il 40% di quella di pollo ed il 95% di quella d’agnello viene macellato col metodo halal ovvero «conforme» alla sharia, alla legge islamica, come denunciato dal volume Bon appetit!, scritto dalla giornalista Anne de Loisy ed uscito nel febbraio scorso?
Che cosa si aspettavano in una terra in cui si consente di costituirsi in partito e presentarsi alle elezioni a chi venga a dettar legge in casa altrui, promuovendo l’imposizione del velo, l’istituzione di feste nazionali islamiche, la lingua araba e la revisione dei libri di testo nelle scuole francesi, come nel caso dell’Udmf ovvero Unione dei democratici musulmani di Francia e del Pej ovvero Partito di uguaglianza e giustizia?
Che cosa si aspettavano in una terra in cui nelle carceri i detenuti non islamici vengono costretti sotto minaccia da quelli musulmani a rispettare il Ramadan, contando sul silenzio terrorizzato degli agenti di Polizia Penitenziaria, come denunciato nel luglio dell’anno scorso dal settimanale Minute?
Chi semina vento, abdicando al proprio dovere di governare una Nazione e lasciandola anzi islamizzare da altri, indisturbati ed impuniti, non può poi pretendere di non raccogliere tempesta.
Chi ha buona memoria ricorderà senz’altro il video diffuso soltanto nel marzo scorso su social e internet, prodotto dall’Alhayat Media Center, l’azienda incaricata della propaganda jihadista.
Le parole del canto proposto erano chiare, chiarissime.
Si diceva: «Dobbiamo sconfiggere la Francia, dobbiamo umiliarla! Vogliamo vedere la sofferenza e morti a migliaia.
La battaglia è iniziata.
La vendetta sarà terribile.
I nostri soldati sono rabbiosi. La vostra fine sarà orribile.
L’islam prevarrà, risponderà con la spada.
Chi vorrà opporsi, non conoscerà più la pace. Siamo venuti per dominare ed i nostri nemici periranno.
Li elimineremo e lasceremo i loro corpi imputridire».
Allora, forse, quelle parole parvero a qualcuno un semplice spot e furono accolte con una certa indifferenza.
C’era già stato l’attacco a Charlie Hebdo, si riteneva che la Francia, il proprio tributo di sangue, l’avesse già pagato.
Non era così. Le minacce, i terroristi islamici, non le lanciano mai a caso.
In un’intervista, che verrà pubblicata sul prossimo numero del mensile Radici Cristiane, quello di dicembre, presto nelle case degli abbonati, l’antropologa Ida Magli è molto chiara: non crede che l’Occidente possa mai vedere scatenarsi l’inferno, il «giorno J» della jihad, ma per un solo, semplice motivo: perché «l’Occidente si sta ammazzando da solo», grazie anche all’azione di governanti che, avendo giurato fedeltà al proprio Paese ma agendo contro i suoi interessi, «sono spergiuri impegnati ad ucciderci».
Si è sentito anche in questi giorni un gran parlare di islam “moderato”, dimenticando però come il presidente turco Recep Tayyip Erdogan – ritenuto, non a caso e nonostante tutto, da molti, in Occidente, un leader pure “moderato” – abbia esplicitamente dichiarato, nel corso di un’intervista concessa nell’agosto del 2007 a Kanal D Tv: «L’espressione “islam moderato” è turpe ed offensiva. Non c’è alcun islam moderato. L’islam è islam».
Allora, non è cantando la Marseillaise o invocando insussistenti «valori» del laicismo giacobino di Stato, che si piangono davvero quei morti. Versiamo pure lacrime. Ma sono inutili, finché non si aprano gli occhi. Finché cioè, come ha detto l’abbé Guy Pagès, esperto di islam, non la si smetta di considerare «l’islam una religione come un’altra», poiché, così facendo, «spalanchiamo le nostre porte alla guerra di conquista che Allah prescrive a qualsiasi musulmano: “E combatteteli finché la religione non sia interamente per Allah solo” (Corano, 2.193)».
Diversamente, piangere non serve.
(Mauro Faverzani, Corrispondenza romana n.1415, 18 novembre 2015).

lunedì 23 novembre 2015

Papa Francesco "occorre sicuramente -molto- tempo prima di poter capire davvero la Sua personalità"

Non mi intendo di politica.
Non mi intendo d'economia.
Non mi intendo di strategie neppure di quelle dei palazzi ecclesiastici.
Mi piace il Papa quando si rivolge direttamente al Popolo Santo di Dio ignorando i poteri anticristici che hanno di fatto scristianizzato la società in cui viviamo.
Mi piace la Sua predilezione per i poveri e per gli emarginati, sottolineata anche da diversi Pontefici, senza fare distinzione fra quelli pre o post concilari. 
Mi piace la sconfessione del potere che in nome dell'economia disumana ha creato un inaccettabile divario nell'umanità.
Mi piace quando il Papa ribadisce la "linea" evangelica che si deve distinguere da ogni tipo di mondanità.
Qui mi fermo perchè tante, troppe esternazioni del Papa sembrano il frutto di idee datate ( non potrebbe essere diversamente per un uomo della Sua età...) ancorate alla Sua personalità dai tratti integralisti e fissisti.
Certamente il Papa  rimane un rebus , un grande punto interrogativo che fa riflettere come un immenso "rompicapo".
Ri-postiamo, a mo' di riflessione,  un articolo che Marco Bonci fece all'indomani dell'elezione di Papa Francesco e preghiamo, come nostro dovere di cattolici, per Lui.
Andrea Carradori


Papa Francesco : una Fede semplice e genuina !
A tutti coloro che, armati soltanto di tanto zelo amaro, si sono subito gettati a capofitto nell'accusare Papa Francesco I di modernismo, faccio notare che occorre sicuramente tempo prima di poter capire davvero la Sua personalità.
Per intanto, ritengo comunque utile considerare che fino ad oggi non ha ancora menzionato il Concilio Vaticano II, cosa che invece subito fece il suo predecessore nel discorso di saluto ai cardinali che lo elessero al Pontificato.
Certo i gesti, i comportamenti, i vestiti di Papa Francesco sono ovviamente iper-conciliari.
I suoi insegnamenti però, almeno per ora, appaiono improntati ad una Fede semplice e genuina. 
Anche nel saluto ai porporati, ad esempio, ha nuovamente parlato del Diavolo, come nell'Omelia nella Cappella Sistina, ha ribadito che Gesù Cristo è l'unico Salvatore di tutti gli uomini e che l'evangelizzazione deve giungere sino ai confini del mondo. .
La Sua devozione mariana appare inoltre grande ed anche questo è un segno di autentica cattolicità.
Il Superiore del Distretto latino-americano della FSSPX ne ha fornito infine un ritratto non del tutto negativo ed ha riferito di essere stato ricevuto dal card. Bergoglio cinque o sei volte con amabilità.
Diamo dunque tempo al tempo.
La fretta non è una virtù cristiana ed è sempre una cattiva consigliera.

Marco Bongi ( 15 marzo 2013)

venerdì 20 novembre 2015

Terrorismo a Parigi. 1792-2015



Continuando a pregare per le vittime innocenti degli attentati terroristici di stampo islamista    della settimana scorsa a Parigi postiamo un'interessante riflessione storico/religiosa del Centro Studi Federici
Abbiamo  scelto un'immagine che mostra una delle tante esecuzioni di preti, di frati e di suore che nel nome della Liberté, Égalité, Fraternité hanno annaffiato la terra di Francia di sangue innocente di religiosi e di laici.
Quest'immagine ci mostra l'assassinio terroristico di anziani e malati preti Vincenziani ( cioè quelli legati all'assistenza dei malati e dei poveri) ma non si addice storicamente all'Articolo postato perchè i primi Martiri a Parigi furono massacrati dai giacobini e dai rivoluzionari solo a colpi di scure e di coltelli da cucina.
Di una cosa siamo sicuri : la matrice che lega gli eventi del 1792 e  del 2015 è unica l'odio infernale, diabolico per Cristo, la Sua Chiesa e la civiltà cristiana.

Terrorismo parigino
Il 2 e 3 settembre 1792 a Parigi, in nome della “liberté-egalité-fraternité”, i rivoluzionari massacrarono 191 “refrattari”, tra cui 3 vescovi, 127 membri del clero secolare, 56 religiosi  e 5 laici. I 191 martiri furono beatificati il 17 ottobre 1926 dal Papa Pio XI.

“La Comune di Parigi, arbitra della situazione con il terribile Danton, ministro della giustizia, aveva deciso di eliminare quei preti refrattari. 
Il 31 agosto venne promulgato il decreto di deportazione, per nascondere il massacro già deciso per la domenica successiva. 
Il sabato fu una giornata di preparazione nella più intensa preghiera. 
Il giorno successivo, sparsasi la voce che i Prussiani stavano marciando su Parigi, Danton organizzando la resistenza ordinava di sterminare i refrattari ammassati nelle prigioni. 
Gli sgherri dell'indiavolato Maillard allora come invasati irruppero nell'abbazia di Saint-Germani-des-Prés e massacrarono tutte le persone che incontravano. 
Dopo questa prima carneficina, i restanti prigionieri vennero condotti in chiesa e con una farsa di processo vennero subito passati a fil di spada, sgozzati senza pietà a colpi di sciabola e di pugnale. 
Alle sei di sera terminò il terribile macello che lasciava sul campo ben 113 martiri in una pozza di sangue. 
Il commissario che aveva presieduto alle esecuzioni, diceva con sconcerto: "Io non capisco più niente; questi preti sono andati alla morte con la gioia con cui si va a nozze!".

Lista alfabetica dei martiri

A
- Vincent ABRAHAM ; curé de Sept-Saulx (Marne).
- André Abel ALRICY ; prêtre à Saint-Médard, à Paris.
- Daniel, Louis ANDRE des POMMERAIES ; vicaire administrateur des sacrements de Saint-Paul, à Paris.
- René Marie d’ANDRIEUX ; supérieur de la communauté de Saint-Nicolas du Chardonnet à Paris.
- André ANGAR ; second vicaire paroisse Saint-Sauveur, à Paris
- Jean, Baptiste, Claude AUBERT ; curé  de Notre-Dame à Pontoise (Val-d’Oise)

B
- François BALMAIN ; confesseur des Filles de la Croix à Rueil (Hts-de-Seine)
- Pierre, Paul BALZAC ; vicaire de Villejuif (Val-de-Marne
- Jean, Pierre BANGUE ; chapelain de l’hôpital Saint-Jacques, à Paris.
- Louis BARREAU de LA TOUCHE ; professeur à l’école de Sorèze (Tarn)
- Louis, François, André BARRET ; vicaire à Saint-Roch, à Paris.
- Joseph BECAVIN ; ordonné prêtre à Paris le 15 avril 1792
- Louis, René Nicolas BENOIST ; vicaire à Saint-Paul à Paris
- Louis, Rémi BENOIST né en 1755  à Paris ; vicaire à Saint-Paul à Paris
- Jean, François, Marie BENOIT dit VOURLAT ; aumônier des Dames de l’Adoration Perpétuelle à Paris
- Antoine, Claude, Auguste BEAUPOIL de SAINT AULAIRE ; élève en théologie au collège de Navarre.
- Charles BERAUD du PEROU ; vicaire Général de Saintes (Charente-Maritime) -
- Jean, Charles, Marie, BERNARD du CORNILLET ; bibliothécaire  de l’abbaye Saint-Victor, à Paris.
- Michel, André Sylvestre BINARD ; professeur d’humanités au Collège de Navarre, à Paris
- Nicolas BIZE ; directeur du séminaire Saint-Nicolas du Chardonnet, à Paris
- Claude BOCHOT ; supérieur de la Maison Saint-Charles des Pères de la Doctrine Chrétienne, à Paris
- Thomas, Pierre de BOISGELIN de KERDRU ; vicaire général d’Aix  (B.-du-R)
- Jean, François BONNEL de PRADAL ; chanoine régulier de Sainte-Geneviève à Paris
- Pierre BONZE ; curé de Massy (Essonne)
- Jacques, Jules BONNAUD ; vicaire général à Lyon  (Rhône)
- Jean-Baptiste BOTTEX ; curé de Neuville-sur-Ain. (Ain)
- Louis, Alexis, Mathias BOUBERT ; diacre économe des Clercs de Saint-Sulpice  à Paris
- Jean, Antoine, Hyacinthe BOUCHARENC de CHAUMEILS ; vicaire général de Viviers, (Ardàche)
- Jean, François BOUSQUET ; canoniste, demeurant à Paris
- Antoine, Charles, Octavien du BOUZET ; grand vicaire de Reims (Marne)
- Pierre BRIQUET ; professeur de Théologie à la Maison de Navarre, à Paris.
- Pierre BRISSE ; curé de Boran-sur-Oise (Oise)
- Jean, François BURTE ; supérieur des Cordeliers, à Paris.

C
- Jean, André CAPEAU ; vicaire à Saint-Paul, à Paris
- Charles CARNUS ; professeur de théologie, philosophie et sciences au collège royal de Rodez (Aveyron
- Jean, Charles CARON ; curé de Collégien (S-et-M)
- Bertrand, Antoine de CAUPENNE ; vicaire de Montmagny (Val-d’Oise).
- Claude CAYX dit DUMAS ; pensionnaire de la maison Saint-François de Sales à Issy (Hts-de-Seine)
- Armand, Anne, Auguste, Antonin, Sicaire CHAPT de RASTIGNAC ; vicaire général d’Arles
- Jean CHARTON de MILLOU ; confesseur des religieuses du Saint-Sacrement à Paris
- Claude CHAUDET; administrateur des sacrements de Saint-Nicolas-des Champs, à Paris.
- Ambroise, Augustin CHEVREUX ; Supérieur Général des bénédictins de la Congrégation de Saint-Maur
- Nicolas CLERET ; chapelain des Incurables, à Paris
- Claude COLIN ; maître au spirituel de l’Hôtel-Dieu  à Paris
- Nicolas COLIN ; curé de Genevrières (Hte-Marne)
- Salvatore COSTA ; prêtre italien du séminaire du Saint-Esprit à Paris
- Bernard, François de CUCSAC ; supérieur des philosophes du séminaire Saint-Sulpice de Paris

D
- François DARDAN ; confesseur des élèves de Sainte-Barbe, à Paris.
- Guillaume, Antoine DELFAUT , curé de Daglan (Dordogne);
- Mathurin, Victor DERUELLE ; chapelain des Filles de la Charité de Saint-Gervais à Paris
- Sébastien DESBRIELLES ; laïc, maître d’école à l’Hôpital de la Pitié
- Gabriel DESPREZ DE ROCHE ; vicaire général de Paris
- Thomas, Nicolas DUBRAY ; prêtre-sacristain de Saint-Sulpice à Paris
- Thomas, René DUBUISSON ; curé de Barville (Loiret)
- Jacques DUFOUR ; vicaire de Saint-Remi à Maisons-Alfort (Val-de-Marne)
- François DUMASRAMBAUD de CALANDELLE ; secrétaire de l’évêque de Limoges
- Denis, Claude DUVAL ; administrateur des sacrements de Saint-Etienne-du-Mont à Paris
- Jean-Pierre DUVAL ; laïc, maître aux enfants de choeur de la Salpétrière

E
- Henri, Hyppolyte ERMES premier vicaire de Saint-André-des-Arts, à Paris

F
- Joseph FALCOZ ; chapelain de l’Hôpital de la Pitié à Paris
- Jacques FANGOUSSE de SARTRET ; résidant à Paris, attaché à aucune paroisse
- Marie, Antoine, Philippe FAUCONNET ;  supérieur du séminaire des Trente-trois à Paris
- Gilbert, Jean FAUTREL ; aumônier de la maison des Enfants Trouvés à Paris
- Eustache FELIX ; procureur de la Maison Saint-Charles de la Doctrine Chrétienne, à Paris
- Pierre, Philibert FOUGERE ; curé de Saint-Laurent à Nevers (Nièvre)
- Claude FONTAINE ; vicaire trésorier à Saint-Jacques de la Boucherie, à Paris
- Armand FOUCAULD DE PONTBRIAND ; vicaire général d’Arles
- Louis, Joseph FRANCOIS ; supérieur du séminaire Saint-Firmin à Paris
- Jacques, FRITEYRE DURVE ; prédicateur, missionnaire à Paris

G
- Claude, François GAGNIERES des GRANGES; pensionnaire de la maison Saint-François-de-Sales, à Issy (Hauts-de-Seine)
- Jacques, Gabriel GALLAIS; supérieur du séminaire des Robertins à Paris
- Pierre, Jean GARRIGUES; prêtre attaché au diocèse de Paris
- Nicolas GAUDREAU; curé de Vert-le-Petit (Essonne)
- Pierre GAUGUIN; bibliothécaire au séminaire d’Issy (Hts-de-Seine)
- Louis, Laurent GAULTIER; aumônier de l’hôpital des incurables, à Paris
- Pierre, Louis GERVAIS; Secrétaire général de l’archevêché de Paris.
- Etienne, Michel GILLET, né en 1758 à Paris ; directeur au séminaire Saint-Nicolas du Chardonnet
- Georges GIRAULT, en religion Père SEVERIN de SAINT-JEAN, confesseur des religieuses franciscaines de Sainte-Elizabeth, à Paris.
- Georges, Jérôme GIROUST; vicaire à Gennevilliers (Hts-de-Seine)
- Jean GOIZET; curé de Notre-Dame à Niort (Deux-Sèvres)
- André GRASSET de SAINT SAUVEUR; chanoine de Sens
- Jean, François GROS; curé de Saint-Nicolas-du-Chardonnet à Paris
- Jean, Henri GRUYER; vicaire à  Saint-Louis de Versailles (Yvelines)
- Jean-Baptiste GUESDON, vicaire à la Ferté-Vidâme (Eure-et-Loir)
- Pierre, Michel GUERIN; directeur au séminaire de Nantes.
- Pierre, Marie, Stanislas GUERIN du ROCHER; supérieur de la maison des Nouveaux-Convertis à Paris
- François, Robert GUERIN du ROCHER; aumônier de l’hospice des Capucins à Paris
- François GUILLAUMOT, prêtre du diocèse de Nevers (Nièvre), pensionnaire à la Communauté Saint-François-de-Sales à Issy (Hauts-de-Seine)
- Jean, Antoine GUILLEMINET; vicaire à Saint-Roch, à Paris
- Yves, André GUILLOU DE KERENRUN; proviseur au collège de Navarre, vice-chancelier de l’Université de Paris
- Jean-Louis GUYARD de SAINT-CLAIR; chanoine de Soissons

H
- François, Louis HEBERT; coadjuteur du supérieur général des Eudistes, confesseur du Roi
- Julien, François, Jean HEDOUIN; prêtre au Collège d’Harcourt à Paris, chapelain de la Compassion
- Pierre, François HENOQUE; professeur au Collège du Cardinal Lemoine, à Paris.
- Eloi HERQUE dit du ROULE; aumônier de l’hôpital de la Pitié, à Paris
- Jacques, Etienne, Philippe HOURIER; directeur au séminaire de Laon, à Paris
- Saintin HURE; ancien vicaires de Marines ( Val-d’Oise)  résidant à Paris.
- Louis, Charles HURTREL; bibliothécaire du couvent des Minimes à Paris
- Louis, Benjamin HURTREL, diacre de l’ordre des Minines

J
- Jean, Baptiste JANIN; aumônier de la Salpétrière à Paris
- Pierre, Louis JORET, prêtre résidant à Paris

L
- Jean LACAN; aumônier de l’hôpital de la Pitié, à Paris.
- Michel, Marie, François de La GARDETTE; vicaire à Saint-Gervais, à Paris
- Jean, Jacques de LALANDE; curé d’Illiers-l’évêque (Eure)
- Gilles, Louis, Symphorien LANCHON; directeur spirituel des religieuses de Port-Royal, à Paris
- Pierre, Alexandre de LANGLADE du CHEYLA; vicaire général de l’archevêque de Rouen (Seine-Maritime), abbé de Neauphle-le-Vieux (Yvelines)
- Pierre LANDRY; vicaire de Notre-Dame à Niort.
- Louis, Jean, Mathieu LANIER; préfet au séminaire Saint-Nicolas du Chardonnet, à Paris
- Claude, Antoine, Raoul LA PORTE; curé de Saint-Louis de Brest.
- François, Joseph de La ROCHEFOUCAULD MAUMONT; évêque de Beauvais
- Pierre, Louis  de La ROCHEFOUCAULD BAYERS; évêque de Saintes (Charente-Maritime).
- Jean-Marie du LAU d’ALLEMANS; archevêque d’Arles  (B.-du-R.)
- François, Louis LAUGIER de LAMANON; pensionnaire de Saint-François-de-Sales à Issy (Hauts-de Seine)
- LAURENT, prêtre, adjoint au directeur des Sourds-muets, à Paris
- Jean, Joseph de LAVEZE-BELAY; confesseur des malades de l’Hôtel-Dieu à Paris
- Michel LEBER; curé de Sainte-Madeleine-la-Ville-l’Evêque, à Paris
- Robert LE BIS; curé de Saint-Denis de Briis-en-Josas (Essonne)
- Mathurin, Nicolas LE BOUS de La VILLECROHAIN dit VILLENEUVE; confesseur des Bénédictines à Paris.
- Jean, Charles LEBRETON, n’a pu être identifié avec certitude
- Guillaume, Louis, Nicolas LECLERCQ, en religion Frère SALOMON; secrétaire général du Supérieur Général des frères des Ecoles Chrétiennes
- Pierre, Florent LECLERCQ, ou CLERCQ ; diacre au séminaire Saint-Nicolas du Chardonnet à Paris
- Louis LE DANOIS ; vicaire à Saint-Roch, à Paris
- Olivier LEFEBVRE; chapelain des Dames de la Miséricorde, à Paris
- Urbain LEFEVRE; attaché au clergé de Saint-Eustache à Paris
- François LEFRANC; supérieur du séminaire de Coutances et vicaire général de ce diocèse
- Jean-Baptiste, Charles LEGRAND; professeur de philosophie au Collège de Lisieux, à Paris.
- Charles, François LE GUE; prédicateur à Paris
- Jean, Pierre LE LAISANT; vicaire de Dugny (Seine-Saint-Denis)
- Julien LE LAISANT; vicaire à Videcosville (Manche)
- François, Hyacinthe Le LIVEC de TRESURIN;; aumônier des Filles du Calvaire, à Paris
- Jacques, Joseph LEJARDINIER DESLANDES; curé de La Feuillie (Manche)
- Jean LEMAITRE; ordonné prêtre le 17 juin 1792 par l’évêque du Mans, dans la chapelle de son domicile privé à Paris
- Michel, Joseph LEMERCIER; vicaire de Saint-Eustache à Paris
- Anne, Alexandre, Charles, Marie LENFANT; prédicateur de Louis XVI
- Jacques, Jean LE MEUNIER; vicaire de Notre-Dame de Mortagne (Orne)
- Vincent, Joseph LE ROUSSEAU de ROSENCOAT; confesseur des religieuses de la Visitation à Paris
- Jean, Thomas LEROY; curé-prieur de La Fretté-Gaucher (S-et-M)
- François, César LONDIVEAU; vicaire à Saint-Martin d’Evaillé (Sarthe)
- Louis LONGUET; chanoine de Saint-Martin de Tours.
- Martin, François, Alexis LOUBLIER; curé de Condé-sur-Sarthe (Orne)
- Jacques, François de LUBERSAC SAINT-GERMAIN; aumônier de Madame Victoire, tante du Roi
- Marie, Auguste LUZEAU de la MULONNIERE; ancien directeur au séminaire d’Angers (Maine-et-Loire)

M
- Gaspard, Claude MAIGNIEN; curé de Villeneuve les Sablons (Oise)
- Jean, Philippe MARCHAND ; vicaire de Notre-Dame à Niort (Deux-Sèvres)
- Claude, Louis MARMOTANT de SAVIGNY; curé de Compans-la-Ville (S-et-M)
- François, Joseph MARTIN ; prêtre à Saint-Jacques-de-la-Boucherie à Paris
- René Julien MASSEY; prieur de Saint-Florent de Saumur (Maine-et-Loire)
- Jean MASSIN; vicaire à Saint-Sulpice à Paris
- Charles-Régis MATHIEU de la CALMETTE, comte de VALFONS; ancien officier
- Louis, Jean, Guillaume MAUDUIT; curé de Saint-Pierre à Noyers (Loiret)
- Claude, Sylvain, Raphaël MAYNEAUD de BIZEFRANC; prédicateur à Paris
- François, Louis MEALLET de FARGUES ; vicaire général de Clermont (P-de-D).
- Jacques, Alexandre MENURET; supérieur de la maison de retraite de Saint-François de Sales à Issy (Hauts-de-Seine)
- Henri, Jean MILET; vicaire à Saint-Hyppolyte à Paris
- Jean, Marie MONGE; vicaire à Beaune (Côte-d’Or)
- François, Joseph MONNIER; vicaire à Saint-Séverin à Paris.
- Thomas, Jean MONSAINT; premier vicaire à Saint-Roch, à Paris
- Jean, Jacques MOREL, en religion Frère APOLLINAIRE de PREZ; vicaire des Allemands à la paroisse Saint-Sulpice à Paris
- Marie, François MOUFFLE; second vicaire à Saint-Merry à Paris

N
- Jean-Baptiste NATIVELLE; vicaire à Saint-Martin de Longjumeau (Essonne)
- René NATIVELLE; vicaire à Saint-Denis d’Argenteuil (Hauts-de-Seine
- Auguste, Denis NEZEL; tonsuré, professeur de latin à la Maison Dubourg à Issy (Hauts-de-Seine).
- Antoine, Mathieu, Augustin NOGIER; chapelain des Ursulines à Paris.

O
- Joseph, Louis OVIEFVE; directeur de la communauté de Saint-Nicolas du Chardonnet

P
- Pierre, François PAZERY de THORAME; vicaire général d’Arles.
- Joseph, Thomas PAZERY de THORAME; sous-doyen du chapitre de la cathédrale de Blois, (Loir-et-Cher
- Jules, Honoré Cyprien PAZERY de THORAME; vicaire général de Toulon.
- Louis PELLIER; curé de Montigny (Val-d’Oise)
- François, Joseph PEY; vicaire à Saint-Landry, à Paris et confesseur au collège Sainte-Barbe à Paris
- Jean, Michel PHELIPPOT; prédicateur, premier  chapelain et pointeur de la Maison de Navarre à Paris.
- Pierre PLOQUIN; vicaire de Druye (Indre-et-Loire)
- Claude PONS ; chanoine régulier de Sainte Geneviève, à Paris
- Jean-Baptiste, Michel PONTUS; vicaire de Saint-Sulpice, à Paris
 - René Nicolas PORET; curé de Saint-Martin à Boitron (Orne)
- Augustin PORLIER, du diocèse de Sens, précepteur dans une famille de Nantes (Loire-Atlantique)
- Pierre, Claude POTTIER; supérieur du séminaire Saint-Vivien de Rouen (Seine-Maritime)
- Julien, Augustin POULAIN DELAUNAY; premier chantre d’office à la paroisse de Toussaints, à Rennes
- Pierre, Nicolas PSALMON, supérieur de la communauté de Laon, à Paris

Q
- Jean, Robert QUENEAU; curé de Saint-Doucelin à Allones, (Maine-et-Loire)

R
- Jean, Joseph RATEAU, prêtre de Bordeaux, maître de conférence des philosophes du séminaire Saint-Sulpice
- Jacques, Léonor RABE; chapelain de l’hospice des Enfants-Assistés, à Paris
- Antoine, François, Dieudonné de RAVINEL; diacre, séminariste au séminaire de Saint-Sulpice, à Issy
- Pierre, Robert, Michel REGNET; prêtre résidant à Paris
- Yves, Jean, Pierre REY de KERVIZIC; vicaire administrateur des Sacrements à Saint-Jacques du-Haut-Pas, à Paris
- Louis, François RIGOT; laïc, sous-sacristain à l’Hôpital de la Pitié, à Paris.
- Augustin, ROBERT de LEZARDIERE; diacre, séminariste au séminaire de Saint-Sulpice à Issy (Hauts-de-Seine
- Louis, François ROSE; curé d’Emalleville (Seine-Maritime)
- Antoine, Jean, César ROSTAING; sous-diacre à la Communauté de Laon à Paris
- Claude ROUSSEAU; directeur au séminaire de Laon, à Paris
- Nicolas, Charles ROUSSEL; confesseur des Hermites à Grosbois près Brunoy (Essonne)
- Marc-Louis ROYER; curé de Saint-Jean-en-Grève, à Paris

S
- Pierre SAINT-JAMES; recteur  de l’Hôpital Général à Paris, aumônier de l’hôpital de la Pitié, à Paris
- François, Urbain SALINS de NIART; chanoine de Saint-Lizier (Ariège)
- Jean, Henri, Louis, Michel SAMSON; vicaire de Saint-Gilles de Caen.
- Jean, François de SAVINE; supérieur des Clercs de Saint-Sulpice à Paris
- Jacques, Louis SCHMID; curé de Saint-Jean-l’Evangéliste, à Paris
- Jean, Antoine SECONDS; chapelain de l’hôpital de la Pitié, à Paris
- Jean, Antoine, Barnabé SEGUIN; vicaire et supérieur des clercs de Saint-André-des-Arts.
- Jean, Pierre SIMON; promoteur de l’officialité du grand-chantre du chapitre de Notre-Dame de Paris.

T
- Jean-Baptiste, Marie TESSIER; prédicateur à Saint-Sulpice
- Joseph, Martial TEXIER, Chantre  de Saint-Sulpice ; maître des enfants de choeur
- Jean, Joseph THIERRY, séminariste à Saint-Sulpice à Paris
- Loup THOMAS dit BONNOTTE; confesseur des Ursulines à Paris.
- Pierre, Jacques de TURMENIES; grand maître du Collège de Navarre à Paris.

U
- René Joseph URVOY; maître de conférences au séminaire des Trente-Trois, à Paris

V
- François VAREILHE-DUTEIL; chanoine de Saint-Merry à Paris.
- Charles, Victor VERET; préfet au séminaire Saint-Nicolas du Chardonnet.
- Pierre, Louis, Joseph VERRIER; aumônier de l’hospice de Bicêtre à Paris
- Nicolas, Marie VERRON; directeur des religieuses de Sainte-Aure, à Paris.
- Jean, Antoine, Joseph de VILLETTE; ancien officier, demeurant à Paris au séminaire Saint-Firmin
- Guillaume VIOLARD, sans fonctions officielles
- Pierre, Jacques, Marie VITALIS; vicaire à Saint-Merry, à Paris
- Joseph VOLONDAT, (Creuse); professeur au collège de Magnac-Laval (Hte-Vienne)