giovedì 27 febbraio 2014

“Tirare in ballo il Successore di Pietro non rende più accettabile questo gioco di conformazione al mondo”


Un Sacerdote oggi ha scritto : 
Cosa accadeva nell'Inghilterra anglicana? 
Che i cattolici fossero perseguiti per tradimento. Normalmente venivano impiccati, tirati giù prima che morissero e dilaniati da una lama perché le viscere fossero sparse. Alcuni spirarono prima del barbaro rito, pochissimi ebbero l'onore di una morte rapida (tra questi S. Tommaso Moro), altri ancora furono sottoposti a incredibili torture.
A qualche alto prelato non farebbe male rileggere un po' di storia per preparasi meglio al Sinodo. 
Tutto quello che la Chiesa, madre misericordiosa, potrà fare, sarà sicuramente fatto. 
Il resto significherebbe una somma ingiustizia per i molti, laici coniugati compresi, che preferirono la morte all'ammissione del divorzio, che di fatto rappresentava la ragione della separazione da Roma e il pretesto del potere che la Corona aveva rivendicato. 
La Chiesa non è fatta soltanto di cristiani che soffrono nell'animo oggi. 
E' fatta anche dei cristiani che hanno sofferto nel corpo in passato.
Tirare in ballo il Successore di Pietro non rende più accettabile questo gioco di conformazione al mondo”.


I Martiri Cattolici Inglesi al tempo della riforma anglicana di Cranmer prima di spargere il loro sangue innocente per Cristo e la Sua unica Chiesa non hanno pensato che “ La Chiesa non ha bisogno di apologeti delle proprie cause né di crociati delle proprie battaglie…” perché hanno avuto la certezza che le schiere degli Angeli , dei Martiri dei Santi e delle Sante hanno sostenuto la loro causa e la loro crociata sorreggendo i loro deboli corpi fino alla vittoria finale del Calvario .

Un anziano intellettuale tradizionale ha messo su MiL un commento, che faccio mio :

Il “derby” ( inventato N.d.R. ) Francesco-Benedetto o la vedovanza benedettiana non m'appartengono, e quindi mi soffermo solo su un’ affermazione: il Calvario. Certo Benedetto ha molto sofferto: ma quanti papi prima di lui han sofferto e son morti senza scender dal Calvario?
Anche in situazioni storiche più drammatiche.
Il Papa è Francesco. 

Non so a quali esiti sfocerà il suo pontificato …
Il cattolico tutti i giorni prega per lui, se è cattolico.”

In questo momento di fitta nebbia mediatica pre-sinodale, la parola di Pietro ha risuonato anche oggi :

“La Chiesa ha bisogno di Pastori autentici” che abbiano cura del proprio gregge: è quanto sottolineato da Papa Francesco in un lungo e appassionato discorso alla Congregazione per i Vescovi. Il Pontefice ha indicato in modo dettagliato quali sono i criteri che dovrebbero animare la scelta dei presuli. “Non ci serve un manager”, ha avvertito, il vescovo sia un testimone del Risorto umile e coraggioso. 

La Chiesa, ha aggiunto, non ha bisogno di apologeti o crociati ma di “seminatori umili e fiduciosi della verità”. 

Nel firmare la nomina di ogni Vescovo vorrei poter toccare l’autorevolezza del vostro discernimento”. 
Papa Francesco ha usato quest’immagine per sottolineare quanto sia fondamentale il lavoro della Congregazione per i Vescovi. Questo dicastero, ha osservato, “esiste per assicurarsi che il nome di chi è scelto sia stato prima di tutto pronunciato dal Signore”. 
Quindi, ha come tracciato il modello ideale di un vescovo:

“…abbiamo bisogno di uno che ci sorvegli dall’alto; abbiamo bisogno di uno che ci guardi con l’ampiezza del cuore di Dio; non ci serve un manager, un amministratore delegato di un’azienda, e nemmeno uno che stia al livello delle nostre pochezze o piccole pretese. Ci serve uno che sappia alzarsi all’altezza dello sguardo di Dio su di noi per guidarci verso di Lui. Solo nello sguardo di Dio c’è il futuro per noi”.

Al tempo stesso, ha proseguito, bisogna riconoscere che “non esiste un Pastore standard per tutte le Chiese”. Cristo, ha soggiunto, “conosce la singolarità del Pastore che ogni Chiesa richiede”. 
La “nostra sfida” è allora “entrare nella prospettiva di Cristo”, “tenendo conto di questa singolarità delle Chiese particolari”. 

Per scegliere tali ministri, ha così spiegato, “abbiamo bisogno tutti noi di elevarci” al di sopra di “preferenze, simpatie, appartenenze o tendenze” ed “entrare nell’ampiezza dell’orizzonte di Dio”. Servono, ha ribadito, “Pastori dotati di parresia” non “condizionati dalla paura dal basso”. 

Ed ha invitato quanti lavorano alla Congregazione di svolgere il loro compito con “professionalità, servizio e santità di vita” e con “santa inquietudine”. 
Ma dove trovare dunque la luce per scegliere i pastori? “L’altezza della Chiesa – ha detto il Papa – si trova sempre negli abissi profondi delle sue fondamenta”, “il domani della Chiesa abita sempre nelle sue origini”. E qui ha sottolineato quanto sia importante l’unità della Chiesa, la “Successione ininterrotta” dei vescovi. 
“Le persone – ha constatato – già conoscono con sofferenza l’esperienza di tante rotture: hanno bisogno di trovare nella Chiesa quel permanere indelebile della grazia del principio”. 

Ha così affermato che il primo criterio per “tratteggiare il volto dei Vescovi” è che sia un testimone di Cristo:

“Chi è un testimone del Risorto? È chi ha seguito Gesù fin dagli inizi e viene costituito con gli Apostoli testimone della sua Risurrezione. Anche per noi questo è il criterio unificante: il Vescovo è colui che sa rendere attuale tutto quanto è accaduto a Gesù e soprattutto sa, insieme con la Chiesa, farsi testimone della sua Risurrezione”.

Il Vescovo, ha proseguito, “è anzitutto un martire del Risorto. Non un testimone isolato ma insieme con la Chiesa”. La sua vita come il suo ministero, ha avvertito, “devono rendere credibile la Risurrezione”:

Il coraggio di morire, la generosità di offrire la propria vita e di consumarsi per il gregge sono inscritti nel ‘DNA’ dell’episcopato. La rinuncia e il sacrificio sono connaturali alla missione episcopale. E questo voglio sottolinearlo: la rinuncia e il sacrificio sono connaturali alla missione episcopale. L’episcopato non è per sé ma per la Chiesa, per il gregge, per gli altri, soprattutto per quelli che secondo il mondo sono da scartare”.

Per individuare un vescovo, ha detto, “non serve la contabilità delle doti umane, intellettuali, culturali e nemmeno pastorali. Il profilo di un vescovo non è la somma algebrica delle sue virtù”. E’ certo, ha ammesso, che “ci serve uno che eccelle” per integrità, solidità cristiana, fedeltà alla Verità, trasparenza, capacità di governare. E tuttavia, queste “imprescindibili doti” devono essere “una declinazione della centrale testimonianza del Risorto, subordinati a questo prioritario impegno”. 

Due atteggiamenti, ha soggiunto, sono imprescindibili: “la coscienza davanti a Dio e l’impegno collegiale. Non l’arbitrio ma il discernimento insieme. Nessuno può avere in mano tutto”:

È sempre imprescindibile assicurare la sovranità di Dio. Le scelte non possono essere dettate dalle nostre pretese, condizionate da eventuali ‘scuderie’, consorterie o egemonie. Per garantire tale sovranità ci sono due atteggiamenti fondamentali: il tribunale della propria coscienza davanti a Dio e la collegialità”.

I vescovi, è stata ancora la sua esortazione devono essere prima di tutto kerigmatici, “poiché la fede viene dall’annuncio”. 
Servono, ha detto, “uomini custodi della dottrina non per misurare quanto il mondo viva distante dalla verità che essa contiene, ma per affascinare il mondo” con “la bellezza dell’amore, per sedurlo con l’offerta della libertà donata dal Vangelo”:

La Chiesa non ha bisogno di apologeti delle proprie cause né di crociati delle proprie battaglie, ma di seminatori umili e fiduciosi della verità, che sanno che essa è sempre loro di nuovo consegnata e si fidano della sua potenza”.

I vescovi, ha soggiunto, siano “uomini pazienti” consapevoli che “la zizzania non sarà mai così tanta da riempire il campo”. Bisogna sempre “agire come fiduciosi seminatori, evitando la paura di chi si illude che il raccolto dipenda solo da sé o l’atteggiamento degli scolari che, avendo tralasciato di fare i compiti, gridano che ormai non c’è più nulla da fare”. 

E i vescovi, ha detto ancora, devono essere uomini di preghiera:

Un uomo che non ha il coraggio di discutere con Dio in favore del suo popolo non può essere Vescovo, ma questo lo dico dal cuore, sono convinto e neppure colui che non è capace di assumere la missione di portare il popolo di Dio fino al luogo che Lui, il Signore gli indica”.

La Chiesa, ha poi affermato, “ha bisogno di Pastori autentici”, “non padroni della Parola, ma consegnati a essa, servi della Parola”. Ed ha sottolineato che l’eredità di un Vescovo non è l’oro o l’argento, ma la santità. “La Chiesa – ha affermato – rimane quando si dilata la santità di Dio nei suoi membri”. Riprendendo la Lumen Gentium, Papa Francesco ha infine messo l’accento su due aggettivi della cura del gregge: “Assidua e quotidiana”. E questo soprattutto perché nel nostro tempo queste due qualità vengono spesso “associate alla routine e alla noia” e dunque c’è la tentazione di “scappare verso un permanente altrove”:

Perciò è importante ribadire che la missione del Vescovo esige assiduità e quotidianità. Al gregge serve trovare spazio nel cuore del Pastore (...) Se questo non è saldamente ancorato in sé stesso, in Cristo e nella sua Chiesa, sarà continuamente sballottato dalle onde alla ricerca di effimere compensazioni e non offrirà al gregge alcun riparo”.

Il Papa ha così messo l’accento sull’attualità del “decreto di residenza” del Concilio di Trento sul quale ha invitato la Congregazione a scrivere qualcosa. 
Forse, ha concluso il Papa, non cerchiamo abbastanza i pastori ma “sono certo che essi ci sono, perché il Signore non abbandona la sua Chiesa”.


del sito Radio Vaticana




mercoledì 26 febbraio 2014

Abbiamo altro da fare : pregare !

Mi scuso con Coloro che vengono a sbirciare sul nostro blog per trovare soddisfacimento alle legittime curiosità del giorno ( che anche noi talvolta frettolosamente condividiamo sia qui che in altri blog ) .

Ci dispiace perchè oggi abbiamo altro fare:  pregare !

- Per la salvezza dell' anima ;
- per la Chiesa ;
- per il Papa ;
- per i Vescovi ;
- per le anime Consacrate ;
- per le necessità della nostra amata Nazione.

Passare più tardi . Grazie !

In Corde Matris

Andrea Carradori

domenica 23 febbraio 2014

Papa Francesco e Kiko Argüello al 1:08:47 minuto ! Al Papa non si comanda !


Udienza del Santo Padre FRANCESCO ai rappresentanti del Cammino Neocatecumenale nell'Aula Paolo VI 1 febbraio 2014.
Il " leader carismatico " Kiko Argüello aveva terminato la presentazione del Cammino al Papa ; dopo l’applauso ha detto :
Attendiamo la Sua Parola Padre, ora canteremo il Vangelo, dopo la Sua parola Padre che speriamo che ci aiuti... una parola a braccio Padre, una parola a braccio …( GUARDARE il filmato ufficiale della TV Vaticana al minuto 1:08:47)

Cosa ha fatto invece il Successore di Pietro ?
Papa Francesco non ha raccolto l’invito di Kiko Argüello di parlare a braccio ( invito ripetuto ben due volte ) ed ha letto tutto il testo che Egli aveva preparato non abbassando lo sguardo dai fogli che reggeva in mano !

Ringrazio l’Eccellentissimo ed arguto Osservatore ( è proprio vero che ai Chierici non sfugge nulla ... mica sono degli ingenuotti come noi sognanti tradionali … ) . 

Scopriamo, pezzetto per pezzetto, un lato della complessa ed astuta personalità di Papa Francesco "che non si lascia  comandare " …

Andrea Carradori


sabato 22 febbraio 2014

Concistoro 22 febbraio 2014 : Omelia del Santo Padre Francesco

CONCISTORO ORDINARIO PUBBLICO PER LA CREAZIONE DI NUOVI CARDINALI

CAPPELLA PAPALE

OMELIA DEL SANTO PADRE FRANCESCO

Basilica Vaticana
Sabato, 22 febbraio 2014



«Gesù camminava davanti a loro…» (Mc 10,32).

Anche in questo momento Gesù cammina davanti a noi. Lui è sempre davanti a noi. Lui ci precede e ci apre la via… E questa è la nostra fiducia e la nostra gioia: essere suoi discepoli, stare con Lui, camminare dietro a Lui, seguirlo…

Quando con i Cardinali abbiamo concelebrato insieme la prima santa Messa nella Cappella Sistina, “camminare” è stata la prima parola che il Signore ci ha proposto: camminare, e poi costruire e confessare.

Oggi ritorna quella parola, ma come un atto, come l’azione di Gesù che continua: «Gesù camminava…» . 
Questo ci colpisce nei Vangeli: Gesù cammina molto, e istruisce i suoi lungo il cammino. 
Questo è importante. Gesù non è venuto ad insegnare una filosofia, un’ideologia… ma una “via”, una strada da percorrere con Lui, e la strada si impara facendola, camminando. 
Sì, cari Fratelli, questa è la nostra gioia: camminare con Gesù.

E questo non è facile, non è comodo, perché la strada che Gesù sceglie è la via della croce. 
Mentre sono in cammino, Egli parla ai suoi discepoli di quello che gli accadrà a Gerusalemme: preannuncia la sua passione, morte e risurrezione. 
E loro sono «stupiti» e «pieni di timore». 
Stupiti, certo, perché per loro salire a Gerusalemme voleva dire partecipare al trionfo del Messia, alla sua vittoria – lo si vede poi dalla richiesta di Giacomo e Giovanni; e pieni di timore per quello che Gesù avrebbe dovuto subire, e che anche loro rischiavano di subire.

Diversamente dai discepoli di allora, noi sappiamo che Gesù ha vinto, e non dovremmo avere paura della Croce, anzi, nella Croce abbiamo la nostra speranza. 
Eppure, siamo anche noi pur sempre umani, peccatori, e siamo esposti alla tentazione di pensare alla maniera degli uomini e non di Dio.

E quando si pensa in modo mondano, qual è la conseguenza? Dice il Vangelo: «Gli altri dieci si sdegnarono con Giacomo e Giovanni» (v. 41). 
Si sdegnarono. 
Se prevale la mentalità del mondo, subentrano le rivalità, le invidie, le fazioni…

Allora questa Parola che oggi il Signore ci rivolge è tanto salutare! 
Ci purifica interiormente, fa luce nelle nostre coscienze, e ci aiuta a sintonizzarci pienamente con Gesù, e a farlo insieme, nel momento in cui il Collegio dei Cardinali si accresce con l’ingresso di nuovi Membri.

«Allora Gesù, chiamatili a sé…» (Mc 10,42). Ecco l’altro gesto del Signore. Lungo il cammino, si accorge che c’è bisogno di parlare ai Dodici, si ferma, e li chiama a sé. Fratelli, lasciamo che il Signore Gesù ci chiami a Sé! Lasciamoci con-vocare da Lui. E ascoltiamolo, con la gioia di accogliere insieme la sua Parola, di lasciarci istruire da essa e dallo Spirito Santo, per diventare sempre di più un cuore solo e un’anima sola, intorno a Lui.

E mentre siamo così, convocati, “chiamati a Sé” dal nostro unico Maestro, vi dico ciò di cui la Chiesa ha bisogno: ha bisogno di voi, della vostra collaborazione, e prima ancora della vostra comunione, con me e tra di voi. La Chiesa ha bisogno del vostro coraggio, per annunciare il Vangelo in ogni occasione opportuna e non opportuna, e per dare testimonianza alla verità. 
La Chiesa ha bisogno della vostra preghiera, per il buon cammino del gregge di Cristo, la preghiera - non dimentichiamolo! - che, con l’annuncio della Parola, è il primo compito del Vescovo. 
La Chiesa ha bisogno della vostra compassione soprattutto in questo momento di dolore e sofferenza in tanti Paesi del mondo. Esprimiamo insieme la nostra vicinanza spirituale alle comunità ecclesiali, a tutti i cristiani che soffrono discriminazioni e persecuzioni. 
 Dobbiamo lottare contro ogni discriminazione! 
La Chiesa ha bisogno della nostra preghiera per loro, perché siano forti nella fede e sappiano reagire al male con il bene. E questa nostra preghiera si estende ad ogni uomo e donna che subisce ingiustizia a causa delle sue convinzioni religiose.

La Chiesa ha bisogno di noi anche affinché siamo uomini di pace e facciamo la pace con le nostre opere, i nostri desideri, le nostre preghiere. Fare la pace! Artigiani della pace! 
Per questo invochiamo la pace e la riconciliazione per i popoli che in questi tempi sono provati dalla violenza, dall’esclusione e dalla guerra.

Grazie, Fratelli carissimi! Grazie! Camminiamo insieme dietro il Signore, e lasciamoci sempre più convocare da Lui, in mezzo al Popolo fedele, al santo Popolo fedele di Dio, alla santa madre Chiesa. Grazie! 

venerdì 21 febbraio 2014

La Chiesa celebra solo la Cattedra del Principe degli Apostoli

Non c'era nulla di umanamente insensato nelle risposte che gli Apostoli diedero a Gesù quando chiese loro di riferire cosa pensasse la gente. 
Eppure quelle risposte non erano la verità. 
Soltanto Dio può rivelare se stesso e la sua volontà. 
Soltanto il Padre può rivelare il Figlio a coloro che accettano di riconoscerlo come l'Unigenito pieno di grazia e di verità. Soltanto lo Spirito Santo può donare di essere partecipi, per mezzo del Figlio, alla vita di Dio nella nuova dignità filiale acquistata per noi con il sacrificio della Croce.
Per questo soltanto Pietro, raggiunto da una speciale rivelazione del Padre, ha ricevuto il potere di confermare nella fede, che significa anche la prerogativa di non far ragionare secondo le aspettative umanamente sensate, bensì secondo le insondabili ricchezze del mistero che ci è stato rivelato e donato.
In questo giorno la Chiesa non celebra le cattedre dei vescovi e delle conferenze episcopali, ma la Cattedra di Pietro. 
Senza di essa, come è avvenuto moltissime volte nella storia, anche gli apostoli possono essere condotti sulle vie dell'umanamente sensato o piacevole. 
Perché soltanto insieme, e soltanto con Pietro, hanno ricevuto il carisma certo della verità per la Chiesa Universale loro affidata. 
Nelle loro chiese particolari, che sono composte di uomini concreti, e che camminano nella storia, non vive una Chiesa pensata a immagine loro o dei battezzati che la compongono, ma l'unica Chiesa di Cristo, che professiamo Una, Santa, Cattolica e Apostolica.

Con la stessa fede crediamo e professiamo che Cristo oggi parla per bocca di Francesco.
Sosteniamo il Papa con la nostra preghiera. 
E chiediamo che i nostri pastori siano uniti a lui nella confessione dell'unica fede. 
Che corrispondano al carisma divino della verità e non alla moda del consenso. 
Preghiamo anche per i vescovi che non ricercano il plauso del mondo, ma che edificano l'unica Chiesa con l'umile e paziente dedizione a Cristo e al loro ministero.

Un Teologo

giovedì 20 febbraio 2014

Concistoro. Il Papa: famiglia disprezzata e maltrattata, ma è cellula fondamentale della società

L’Ora Terza ha dato il via stamani nell’Aula Nuova del Sinodo, in Vaticano, al Concistoro straordinario che vede riuniti i cardinali con Papa Francesco per riflettere sul tema della Famiglia. 
Dopo il saluto del cardinale decano Angelo Sodano, il Papa ha tenuto un breve intervento. A seguire, la relazione introduttiva del cardinale Walter Kasper e gli interventi liberi dei porporati. 
La riflessione si concluderà domani sera. Sabato 22 febbraio, nella Solennità della Cattedra di San Pietro, si svolgerà nella Basilica Vaticana il Concistoro per la creazione di 19 nuovi cardinali.

La famiglia – ha affermato il Papa - “è la cellula fondamentale della società umana. 
Fin dal principio – ha proseguito - il Creatore ha posto la sua benedizione sull’uomo e sulla donna affinché fossero fecondi e si moltiplicassero sulla terra; e così la famiglia rappresenta nel mondo come il riflesso di Dio, Uno e Trino”:

"La nostra riflessione avrà sempre presente la bellezza della famiglia e del matrimonio, la grandezza di questa realtà umana così semplice e insieme così ricca, fatta di gioie e speranze, di fatiche e sofferenze, come tutta la vita".

"Cercheremo di approfondire – ha detto ancora il Papa - la teologia della famiglia e la pastorale che dobbiamo attuare nelle condizioni attuali". Ma occorre farlo - ha precisato - "con profondità e senza cadere nella ‘casistica’, perché farebbe inevitabilmente abbassare il livello del nostro lavoro":

"La famiglia oggi è disprezzata, è maltrattata, e quello che ci è chiesto è di riconoscere quanto è bello, vero e buono formare una famiglia, essere famiglia oggi; quanto è indispensabile questo per la vita del mondo, per il futuro dell’umanità. 
Ci viene chiesto di mettere in evidenza il luminoso piano di Dio sulla famiglia e aiutare i coniugi a viverlo con gioia nella loro esistenza, accompagnandoli in tante difficoltà e anche con una pastorale intelligente, coraggiosa e piena d’amore”.

Il Papa ha rivolto il suo particolare benvenuto a quanti saranno creati cardinali sabato prossimo: “li accompagniamo con la preghiera e l’affetto fraterno". Infine, ha ringraziato a nome di tutti il cardinale Walter Kasper “per il prezioso contributo” offerto dalla sua introduzione.


del sito Radio Vaticana

mercoledì 19 febbraio 2014

Papa Francesco come un ( buon ) parroco di altri tempi ...

Il Sacramento della Riconciliazione “è un Sacramento di guarigione”. 
E il perdono che ne scaturisce può essere dato solo da Dio, che fa festa ogni volta che un peccatore glieLo chiede. 
A questo Sacramento bisogna quindi accostarsi senza “paura” né “vergogna”. Sono alcuni dei pensieri espressi da Papa Francesco all’udienza generale di stamattina in Piazza San Pietro, davanti a oltre 20 mila persone. 
Di seguito, ampi stralci della catechesi del Papa:

Attraverso i Sacramenti dell’iniziazione cristiana, il Battesimo, la Confermazione e l’Eucaristia, l’uomo riceve la vita nuova in Cristo. Ora, tutti lo sappiamo, portiamo questa vita “in vasi di creta” (2 Cor 4,7), siamo ancora sottomessi alla tentazione, alla sofferenza, alla morte e, a causa del peccato, possiamo persino perdere la nuova vita. 
Per questo il Signore Gesù ha voluto che la Chiesa continui la sua opera di salvezza anche verso le proprie membra, in particolare con il Sacramento della Riconciliazione e quello dell’Unzione degli infermi, che possono essere uniti sotto il nome di «Sacramenti di guarigione». 

Il Sacramento della Riconciliazione è un Sacramento di guarigione. 
Quando io vado a confessarmi, e per guarirmi: guarirmi l’anima, guarirmi il cuore per qualcosa che ho fatto che non sta bene. 
L’icona biblica che li esprime al meglio, nel loro profondo legame, è l’episodio del perdono e della guarigione del paralitico, dove il Signore Gesù si rivela allo stesso tempo medico delle anime e dei corpi.

Il Sacramento della Penitenza e della Riconciliazione – anche, noi lo chiamiamo della Confessione – scaturisce direttamente dal mistero pasquale. Infatti, la stessa sera di Pasqua il Signore apparve ai discepoli, chiusi nel cenacolo, e, dopo aver rivolto loro il saluto “Pace a voi!”, soffiò su di loro e disse: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati» (Gv 20,21-23). Questo passo ci svela la dinamica più profonda che è contenuta in questo Sacramento. Anzitutto, il fatto che il perdono dei nostri peccati non è qualcosa che possiamo darci noi: io non posso dire: “Io mi perdono i peccati”. Il perdono si chiede, si chiede ad un altro, e nella Confessione chiediamo il perdono a Gesù. Il perdono non è frutto dei nostri sforzi, ma è un regalo, è un dono dello Spirito Santo, che ci ricolma del lavacro di misericordia e di grazia che sgorga incessantemente dal cuore spalancato del Cristo crocifisso e risorto. In secondo luogo, ci ricorda che solo se ci lasciamo riconciliare nel Signore Gesù col Padre e con i fratelli possiamo essere veramente nella pace (…)


Qualcuno può dire: “Io mi confesso soltanto con Dio”. Sì, tu puoi dire a Dio: ‘Perdonami’, e dire i tuoi peccati. Ma i nostri peccati sono anche contro i fratelli, contro la Chiesa e per questo è necessario chiedere perdono alla Chiesa e ai fratelli, nella persona del sacerdote. ‘Ma, Padre, io mi vergogno!’. Anche la vergogna è buona, è salute avere un po’ di vergogna, perché vergognarsi è salutare (…) La vergogna anche fa bene, perché ci fa più umili. 
E il sacerdote riceve con amore e con tenerezza questa confessione, e in nome di Dio perdona (...) Non abbiate paura della Confessione. Uno, quando è in fila per confessarsi sente tutte queste cose – anche la vergogna – ma poi, quando finisce la confessione esce libero, grande, bello, perdonato, bianco, felice. E questo è il bello della Confessione (...) Ognuno si risponda nel suo cuore: quando è stata l’ultima volta che ti sei confessato o ti sei confessata? Ognuno pensi.
Due giorni – due settimane – due anni – vent’anni – quarant’anni? 
Ma, ognuno faccia il conto, e ognuno si dica: quando è stata l’ultima volta 
che io mi sono confessato. 
E se è passato tanto tempo, non perdere un giorno di più: vai avanti, che il sacerdote sarà buono. 
E’ Gesù, lì, e Gesù è più buono dei preti, e Gesù ti riceve. 
Ti riceve con tanto amore. Sii coraggioso, e avanti alla Confessione.

Cari amici, celebrare il Sacramento della Riconciliazione significa essere avvolti in un abbraccio caloroso: è l’abbraccio dell’infinita misericordia del Padre. Ricordiamo quella bella, bella Parabola del figlio che se n’è andato da casa sua con i soldi dell’eredità, ha sprecato tutti i soldi e poi, quando non aveva niente, ha deciso di tornare a casa, ma non come figlio, ma come servo. Tanta colpa aveva nel suo cuore, e tanta vergogna. 
E la sorpresa è stata che quando ha incominciato a parlare e a chiedere perdono, il Padre non l’ha lasciato parlare: l’ha abbracciato, l’ha baciato e ha fatto festa. 
Ma, io vi dico: ogni volta che noi ci confessiamo, Dio ci abbraccia".


Testo proveniente dalla pagina http://it.radiovaticana.va/news/2014/02/19/udienza_generale._il_papa:_non_vergogniamoci_di_confessarci,_ogni/it1-774447
del sito Radio Vaticana

Leggere testo ufficiale QUI

martedì 18 febbraio 2014

Immagini desolanti di quella chiesa senza fede !


Il Profeta Geremia ( Geremia 14 )

« I miei occhi grondano lacrime
notte e giorno, senza cessare,
perché da grande calamità
è stata colpita la figlia del mio popolo,
da una ferita mortale.
 Se esco in aperta campagna,
ecco i trafitti di spada;
se percorro la città,
ecco gli orrori della fame.
Anche il profeta e il sacerdote
si aggirano per il paese e non sanno che cosa fare.
 Hai forse rigettato completamente Giuda,
oppure ti sei disgustato di Sion?
Perché ci hai colpito, e non c'è rimedio per noi?
Aspettavamo la pace, ma non c'è alcun bene,
l'ora della salvezza ed ecco il terrore!
 Riconosciamo, Signore, la nostra iniquità,
l'iniquità dei nostri padri: abbiamo peccato contro di te.
 Ma per il tuo nome non abbandonarci,
non render spregevole il trono della tua gloria.
Ricordati! Non rompere la tua alleanza con noi ».

Ci avvaliamo, per la prima volta in questo blog , di un segmento di  articolo da Corrispondenza Romana  per introdurre la rassegna delle 500 foto pubblicate su vaticanosecondo.it  . 
Le foto, non importa che siano 500 o meno, mostrano il peccato di  superbia commesso dai chierici che nei decenni successivi al Concilio si sono discostati, in modo vistosamente crescente, dalla sana dottrina contaminando in maniera peccaminosa il culto pubblico che la Chiesa deve rendere a Dio !
Ogni qualvolta si manipola la Liturgia ( come ammonisce il Proemio del Messale Romano di Paolo VI ) si commette  peccato di superbia con grave danno nei confronti della spiritualità dei fedeli che vi prendono parte.
Quegli sciagurati superbissimi chierici non sono  i soli ad essere nella colpa : anche  noi siamo fortemente  peccatori a causa del   nostro " diplomatico" e complice silenzio che ha permesso la profanazione del Tempio Santo di Dio .
Eppure noi avremmo potuto parlare, saremmo potuti intervenire per abbassare la cresta dei superbi chierici che non sono i padroni della Liturgia ( e della chiesa ...)
Eppure non lo abbiamo fatto !
Ci siamo limitati ad invocare il ritorno dei  novelli Maccabei, nei blog e nelle chat coperte dall'anonimato,  perchè preferiamo che siano i Maccabei a difendere ed a riconsacrare il Tempio del Signore rischiando la vita, il posto di lavoro e l'onorabilità... noi ci  teniamo fuori per non prendere posizione cercando di piacere così a tutti ...
In questa situazione così intrisa di personalismi e esibizionismi  ci piace ribadire che innocente, anzi innocentissimo, è il  Sacrosanto Concilio Vaticano II che noi non ci stanchiamo di apprezzare avendo tralaltro donato  la Costituzione " Sacrosantum Concilium"   che ribadisce che la Santa Liturgia ( non  fatta da mani d'uomo ) è " culmen et fons" della vita ecclesiale per tutti .
Non condividiamo dunque le manìe persecutorie contro il Concilio Vaticano II che è manifestazione del Magistero della Chiesa.
Apprezziamo invece le sagge parole sulla Liturgia che il Segretario di Stato Vaticano Mons. Pietro Parolin ha detto  a margine del Convegno organizzato dalla Pontificia Università Lateranense per ricordare l'anniversario della pubblicazione del documento Conciliare " Sacrosantum Concilium" che tutti i Padri Conciliari firmarono.
Il peccato, immortalato dalle foto raccolte nel sito linkato, è insito nel cuore dell'uomo ( soprattutto in terra d'occidente ) e si chiama superbia .
A.C.


(di Francesca Croci su www.conciliovaticanosecondo.it)

Abbiamo raccolto una documentazione fotografica per vedere in che misura nell’era postconciliare il Santo sacrifico della Messa continui a rappresentare il cuore della vita della Chiesa. 
I risultati di quest’indagine sono desolanti.
Le oltre 500 foto fin qui raccolte, a cui è stata dedicata una sezione speciale del sito conciliovaticanosecondo.it, ci offrono un impressionante quadro della decadenza liturgica e spirituale in cui è immersa oggi la Chiesa.

Se queste celebrazioni eucaristiche, contrarie non solo alle norme liturgiche antiche e recenti, ma allo spirito di preghiera e di adorazione sono il culmine della vita cristiana, si può immaginare in che condizioni spirituali siano coloro che le frequentano. 
...
Non mancano documenti della suprema autorità che ricordano la necessità di considerare la Messa come un atto divino e non come un evento umano plasmato dalla creatività del prete (o del suo consiglio pastorale), ma queste raccomandazioni cadono regolarmente nel vuoto. 
Non ci troviamo di fronte solo a una crisi liturgica o a un crollo della fede, ma anche ad una profonda crisi di governo.

Finché gli abusi liturgici saranno tollerati e alcune volte anche incoraggiati dai Vescovi, non c’è da aspettarsi che la situazione possa migliorare. 
...

(di Francesca Croci su www.conciliovaticanosecondo.it

Per vedere le foto cliccare QUI 

lunedì 17 febbraio 2014

Dalla bella città di Fabriano : Lettera aperta ai miei studenti', lo sfogo di un'insegnante fabrianese

Cari studenti, vi confesso che tante volte ho avuto la tentazione di togliere il disturbo e battere in ritirata. 
Ancora di più negli ultimi anni: anni di degrado culturale, ormai ne sono convinta, pianificato, voluto, non casuale'. 

"Ho sempre creduto nel motto di don Lorenzo Milani secondo cui 'non c’è niente di più ingiusto che fare parti uguali tra disuguali'. 
La scuola costruisce la democrazia se riesce a colmare la disuguaglianza, a eliminare lo svantaggio, a far crescere tutti, ma soprattutto chi ha meno mezzi (sociali, economici, culturali). 
Non può adempiere al suo ruolo di educatore chi viene continuamente mortificato; non si può combattere contro questa cinica guerra alla cultura, all’istruzione, ai giovani, al futuro, alla democrazia, con l’individualismo, il menefreghismo e la rassegnazione di chi lavora nella scuola, di chi la frequenta e di chi ci manda i propri figli.

Sento un senso di nausea insopportabile ogni volta che all’improvviso qualcuno scopre che 'bisogna rimettere al centro dello sviluppo del paese la scuola (quella pubblica, ca va sans dire), la ricerca e la cultura': sono solo slogan, cari ragazzi e cari genitori, solo prese per il culo, di solito immediatamente smentite da votazioni in commissione contro il ripristino delle ore di storia dell’arte, da tagli del ministero alle risorse per il miglioramento dell’offerta formativa, dai soliti contributi alle scuole paritarie o dal mortificante trattamento ricevuto dai nostri ricercatori, veri talenti che appena possono ci abbandonano.

Io ho da poco saputo che quest’anno scolastico nè io nè i miei colleghi riceveremo un centesimo per i lavori già pianificati, programmati e soprattutto necessari, per più della metà già svolti, visto che siamo a metà anno scolastico (perché le istituzioni quelle che dovremmo insegnare a rispettare, sono talmente corrette e rispettose dei cittadini e dei lavoratori, che ce lo comunicano a fine gennaio). Mi riferisco alle attività dell’alternanza scuola lavoro, dell’orientamento professionale, delle attività pomeridiane di recupero e sostegno, di approfondimento disciplinare o di laboratorio.

Perché? Perché quei soldi servirebbero a coprire gli scatti di anzianità (peraltro dovuti) anche per il 2013. 
Hanno passato davvero il segno: ci chiedono di lavorare gratis, ce lo chiedono ad anno scolastico iniziato, senza il minimo rispetto per la nostra dignità umana e professionale. 
Così ho deciso di aderire alla protesta indetta dal sindacato Flc CGIL di astenermi dal 21 febbraio al 22 marzo da qualsiasi attività aggiuntiva.

E se alla data del 22 marzo niente sarà cambiato (come purtroppo credo) presenterò le dimissioni dai miei incarichi e rifiuterò di svolgere anche una sola ora di recupero pomeridiano o altre attività extra. 
Dovremmo farlo tutti in massa e mettere l’opinione pubblica e le famiglie in condizione di capire che il male lo stanno facendo a voi e al vostro futuro, senza contare che lo schiavismo è stato abolito da più di due secoli! 
Recentemente alcuni di voi, miei cari studenti, hanno svolto un saggio breve dal titolo “il lavoro: diritto, dovere, dignita’” o in alternativa un tema su liberta’ uguaglianza e fratellanza. 
Mi chiedo perchè continuo a raccontarvi certe balle, ostinandomi a credere in certi principi e a pretendere di trasmetterli, costringendovi a riflettere sulla vostra vita. 
Presuntuosa vero?

A volte quando affermo queste cose con convinzione, mi sorge il dubbio se sto recitando, se le parole che dico corrispondono ancora alla mia convinzione di poter incidere sulla vostra formazione umana e civile o se sono solo un mero quanto inutile atto di volontà. 
Comincio a sentirmi inadeguata.

Amavo tanto questo lavoro, lo svolgevo con entusiasmo e creatività, con passione e la giusta dose di caparbietà. 
Ora no, lo svolgo solo per senso del dovere, quello che i miei genitori mi hanno trasmesso con il dna. 
E meno male che il sangue non è acqua. 
Così qualcosa, sebbene poco, posso ancora darvi. 
E scusate, davvero, se è poco".


Giuseppina Tobaldi – docente di letteratura e storia all’istituto tecnico per il turismo Morea
di Redazione


Foto : Fucilazione di don Miguel Agustín Pro, Sacerdote, Martire della persecuzione anticattolica in Messico

venerdì 14 febbraio 2014

Belgio: eutanasia ai bambini. I buddisti : " sola opzione sensata" ! Lutto per i cristiani !

Altro che romantiche "feste dell'amore" nel giorno dedicato a  San Valentino ( di cui si omette di dire che è  Martire della fede - decapitato altro che " romanticismo" ... ) !

Altro che gite romantiche a Roma per "vedere" Papa Francesco !

Oggi è  giorno di lutto per tutti i credenti e particolarmente per i cristiani !

Condividiamo quanto un esponemente politico ha avuto il coraggio di affermare : “Se non sei perfetto ti ammazzo, questo il principio inquietante che sta dietro alla scelta. 
Utilitarismo, egoismo e crudeltà, ma dove stiamo andando?”.

Questo è nazismo”. Lorenzo Fontana, ... non usa mezzi termini.

Ieri sera la Camera dei deputati belga ha dato il via libera definitivo alla legge che estende l’eutanasia ai minori previo consenso degli stessi.

Decisione inquietante – afferma Fontana – si afferma il crudele principio che se non sei perfetto devi essere eliminato. Cieco utilitarismo ed egoismo alla base di tale decisione politica, in nome di una concezione cruenta di libertà”.

Questi orrori accadono anche perchè la Chiesa è debole , incancrenita dal dialogo/diavolo/ con la società e con le altre " culture".

Chissà, ad esempio,  se la Chiesa cattolica continuerà a tessere rapporti di cordiale confronto con i buddhisti dopo che hanno rilasciato queste dichiarazioni riguardo la terribile scelta dell'eutanasia anche per i bambini : ” la sola opzione sensata...l’obiettivo del buddismo e’ quello di guardare a cio’ che e’ fonte di sofferenza per andare oltre. Se non c’e’ possibilita’ di ridurre la sofferenza, in circostanze eccezionali, l’eutanasia resta la sola opzione sensata”.

Il magistero ordinario, al di là delle romantiche festicciole dalle canoniche alla piazza San Pietro saprà reagire contro questa nazista decizione   che offende Dio e mortifica la dignità umana ?

A.C.

P.S. 
- Dalla Sala Stampa Vaticana, che per riaffermare una verità etica e di fede cerca sempre degli agganci con altre religioni come se il Vangelo e il Magistero non fossero sufficienti, apprendiamo che : " Esponenti delle tre religioni monoteiste, cristiani, ebrei e musulmani hanno lanciato un forte appello contro la legge”.

- Un nostro lucido amico si chiede : " buddhisti o - new age - che si fanno passare per buddhisti ? " . Ci sono le dichiarazioni ufficiali : sono buddisti !

mercoledì 12 febbraio 2014

Salviamo i vescovi dalle chiacchiere delle allegre comari !

Talvolta bastano un titolo e pochissime parole per esprimere un concetto.
" Giù le mani dai Vescovi ! 
Non  inventatevi  false e ipocrite pseudo- prove per attuare  la vostra " soluzione finale " ed azzerare le poche messe nell'antico rito della chiesa che il vostro - rinnovato - ordine ancora ha nel territorio nazionale !
Noi siamo testimoni soltanto di atteggiamenti  positivi    di quei vescovi che ora voi, allegre comari cracchianti , nelle vostre squilibrate eccitazioni di potere, state citando nelle vostre chiacchiere : ho saputo dalla portinaia del segretario del commissario ...".
Ecco a cosa ci sono ridotti i vertici "autoreferenziali " di quello che fu un sano e riservato ordine interamente dedito alla preghiera, alla penitenza e alla mortificazione del proprio "ego " ...
Per fortuna fra un anno i nomi delle allegre comari saranno dimenticati , come succede sempre con le persone che pongono la scorrettezza alla base dei loro comportamenti.
Non saranno invece dimenticate le persecuzioni che hanno inflitto a tanto devoti e buoni confratelli !

A.C. ( che non è un cripto-lefebvriano ... ma solo un peccatore ...)

domenica 9 febbraio 2014

“Benedetto XVI dovrebbe rassegnarsi : i tempi sono maturi per un papa ‘nuovo’, magari latinoamericano …” ( da un articolo del settembre 2005 )


AGGIUNTA : 
Noi sappiamo scusarci , cristianamente ed umanamente, per un'errata citazione.
Noi sappiamo scusarci, come la buona educazione, che i nostri padri ci hanno insegnato, per l'errore di un'errata titolazione.
Noi sappiamo e vogliamo scusarci, come abbiamo fatto dettagliatamente sotto, perchè nella nostra contemplazione dell'Ideale, i nostri occhi possono essere imperfetti nella lettura perchè le " lacrimae rerum" possono appannarci , momentaneamente, la vista.

11 febbraio . Si avvicina il primo anniversario della più tremenda ferita inflitta alla Chiesa negli ultimi tempi :   l’abdicazione di Papa Benedetto XVI .
Piaga terribile e profonda ( che forse non sarà mai rimarginata ) ma non mortale perché la Provvidenza veglia sulla Chiesa sui cui le forze dell’inferno non potranno prevalere !
Abdicazione legittima e valida quella di Benedetto XVI così come legittima e valida è l’elezione di Papa Francesco che gli è succeduto nella sede Petrina come Pastore Universale della Santa Chiesa.
Mi trova perfettamente d’accordo quel che uno scrittore pervaso da profonda fede come Antonio Socci ha scritto : “ Col più grande gesto di umiltà Benedetto, alla fine, ha ritenuto di aiutare la Chiesa azzerando tutto, a cominciare da se stesso. 
E si concepisce ora nel ruolo di Mosè che prega sulla montagna mentre Giosuè combatte.
Tuttavia anche per Giosuè-Francesco sono cominciati in questi giorni gli attacchi e le prove più dure: da quelli esterni (vedi l’incredibile denuncia dell’Onu) a quelli interni che puntano a usare il prossimo Sinodo per ribaltare la Chiesa.
Se, per la prima volta nella storia, oggi la Chiesa si trova con due papi è davvero il segno che è un tempo di prova senza eguali.
Un dettaglio. Ratzinger non solo ha voluto restare “nel recinto di Pietro”, ha voluto conservare il titolo di “papa emerito” e l’abito bianco …” ( QUI tutto il pregevole Articolo ).


Non mi trova invece del tutto  d’accordo l’ultima parte della piagnucolosa frase pronunciata dal Cardinale Tarcisio Bertone in una recente intervista al Corriere della Sera : “Ior, Vatileaks, anniversario delle dimissioni di Benedetto XVI. 
L'ex segretario di Stato vaticano Tarcisio Bertone, ha soprattutto il rammarico di «non esser riuscito a frenare queste critiche così spietate e a mio parere infondate contro il Papa Benedetto XVI e contro i suoi primi collaboratori».
L’ultimo inciso della frase : “e contro i suoi primi collaboratori “ il Cardinale Camerlengo ex Segretario di Stato Vaticano se la sarebbe potuta risparmiare : un conto sono state le indondatissime e strumentali critiche scagliate contro il Papa; altre quelle  ( purtroppo fondatissime ) meritate ampiamente da alcuni Suoi primi collaboratori … 



Antonio Socci ,a proposito dell' ATTACCO OCCULTO subito fin dall'inizio del Pontificato da papa Benedetto XVI cita poi  un articolo del 2005 ( sic !!! ) dell’ottimo Sandro Magister  : “ Lo dimostra un fatto dimenticato che segnò l’inizio della guerra interna contro papa Ratzinger. Benedetto XVI era appena stato eletto, nel 2005, e dall’anonimo mondo cardinalizio (più o meno di Curia), attraverso il vaticanista Lucio Brunelli, fu fatto pubblicare un presunto diario delle votazioni del Conclave da cui emergevano dettagli delegittimanti del nuovo pontificato.
Un vaticanista autorevole come Sandro Magister scrisse: la lettura di quel testo “suggerisce che l’‘intenzione’ di pubblicarlo sia stata molto più militante” che storico-giornalistica. 
E lo si sia fatto “per mostrare che la vittoria di Ratzinger non è stata per niente ‘plebiscitaria’, che è stata in forse fino all’ultimo, che è stata indebitamente favorita dal suo essere decano dei cardinali, che i tempi sono maturi per un papa ‘nuovo’, magari latinoamericano e che a questi suoi limiti Benedetto XVI dovrebbe rassegnarsi”.
Così scriveva Magister il 7 ottobre 2005.  

Nel  titolare il post  avevo attribuito erroneanente la frase ( sotto riportata) al vaticanista Dott. Lucio Brunelli il quale , come mi ha gentilmente fatto notare, non ha mai pronunciato ne' scritto la frase dell'articolo linkato  :  " i tempi sono maturi per un papa ‘nuovo’, magari latinoamericano e che a questi suoi limiti Benedetto XVI dovrebbe rassegnarsi ". 
Ringrazio il Giornalista Brunelli che assai signorilmente me l'ha fatto notare e mi scuso per il refuso N.d.R.
 
Forse si sottovalutò la gravità di quel segnale anonimo, basato peraltro su dati delle votazioni che non risultano ad altri.
Ripensandoci oggi fa impressione che per un tale gesto pubblico di sfida, una fazione di cardinali sia stata pronta a sfidare pure Dio con un pubblico spergiuro (perché ogni cardinale aveva giurato solennemente sul Vangelo di mantenere il segreto su Conclave e votazioni). ( Sottolineatura nostra N.d.R.)
Negli anni successivi il tema della spaccatura e il fantasma dello scisma più volte è stato ventilato oscuramente e certo Ratzinger ha sempre voluto evitarlo in ogni modo (anche a costo di dimettersi)”.

Anche nel sonnacchioso ed insignificante territorio provinciale ricordiamo che effettivamente fin dall’estate del 2005, si abbatterono delle  continue “docce fredde”   sul nostro entusiasmo espresso per l’elezione di Papa Benedetto XVI: 

- dai cosiddetti “poteri forti ( che ne preannunciarono - estate 2005 - l'ingloriosa fine del Papa " per diffamazione a mezzo stampa" - non stiamo qui a riportare quanto essi ci dissero in diverse occasioni fin da quell'estate ... ma si sa quella famosa nota previa del 1983 al CJC non poteva essere perdonata ... )

- da alcuni settori , organizzatissimi, dei “cattolici adulti ( legati a doppio cordone con i poteri forti ) che boicottarono abilmente  le nostre già affermate organizzazioni musicali ( spesso a sostegno della buona Liturgia ) prima e soprattutto dopo la pubblicazione del temutissimo Motu proprio Summorum Pontificum ( in provincia le persecuzioni , astutamente suggerite intra ed extra moenia, furono assai più sottili ma non di meno efficienti – ne parleremo con calma e con dovizia di particolari fra lucenti logge e altari diroccati … )

- da Vescovi e Sacerdoti che, a differenza della situazione attuale in cui affermano che "bisogna adeguarsi allo stile papale" non hanno mai voluto accettare quanto Benedetto XVI con tanta mite pazienza proponeva, soprattutto nell'ambito liturgico : il Papa sta a Roma, qua ci sto io …” oppure “ Noi non accettiamo tutto quello che il Papa fa e ci dice di fare…”.
Paolo VI aveva parlato parlato di auto-demolizione della Chiesa, di fumo di Satana che è penetrato nel Tempio Santo : il comportamento dei Chierici durante il Pontificato di Benedetto XVI ha fatto sentire come sia tremendamente attuale quella terribile constatazione già evidente nel primo post concilio ! 
Ci rincuora tuttavia la promessa evangelica :  «Non abbiate paura: io ho vinto il mondo!» e «le porte dell’inferno non prevarranno!».

Confortati dalla cristiana speranza sentiamo in cuore il  dovere di ricordare opportunamente  l’11 febbraio 2013 perché amiamo il Papa ( tutti i Papi che lo Spirito Santo ci dona ) e particolarmente abbiamo amato ed amiamo il mite Benedetto XVI - Joseph Ratzinger che “ ha avuto poi altri nemici interni, nella Curia e nell’establishment ecclesiastico, che hanno contestato o boicottato o rifiutato il suo magistero, quello tradizionale della Chiesa, avendo i media dalla loro” ( A.Socci, art. cit.)

Il nostro ricordo si avvale dello scritto ( che ho tratto da due blog ) di una fedele e di un Sacerdote.

La fedele ha scritto : Papa Benedetto ci ha detto quel che dovevamo sapere, ho sofferto per la sua decisione, ancora oggi considero che la situazione è anomala e mi rifiuto di banalizzarla, malgrado tutto il mio affetto per lui, vedere le foto con i "due Papi" non mi provoca nessuna gioia ma un vero disagio.
Non ho nessuna remore a dire che se la mia mente sa che Jorge Bergoglio è il Papa, nel mio cuore Benedetto XVI resterà il Papa, colui grazie al quale sono "rientrata"nel gregge.
Pur consapevole delle condizioni nelle quali è stato portato a prendere quella decisione, che lui stesso ha definito grave, e del fatto che anche se ci fossero stati scenari tali quelli che sono evocati, la verità non la sapremo mai, e in ogni caso mai dalla bocca di Benedetto XVI, considero vani e sterili certi logorroici tentativi di dire e non dire, di dire ma non tutto, di insinuare senza prove.

Che Papa Benedetto fosse sfinito, lo abbiamo visto, che abbia dovuto regnare contrastato da coloro che gli remavano contro, lo sappiamo, che sia stato tradito, pugnalato nella schiena, che abbia dovuto affrontare tutti gli scandali messi sotto il tappeto da chi c`era prima di lui e che sono, guarda caso, scoppiati con il suo Pontificato, non è un segreto, che tradimenti, opposizioni, ribellioni, lo abbiano colpito fisicamente e moralmente lo abbiamo visto, che non si sia più sentito, visto la vastità della crisi e dell`anarchia del clero, e le sfide che la società impone, di affrontarli lo abbiamo capito.
Di questo dovremmo, a mio avviso, tener conto senza avventurarci in scenari di fantareligione che non ci portano serenità in questi tempi di confusione e incertezza.

Dicendo questo non faccio lo struzzo, tante domande me le son poste e me le pongo anch`io, le affermazioni di Romeo non le ho dimenticate, non ignoro le reazioni sideranti e giubilatorie, all`elezione di Bergoglio, di chi lo aveva contrastato, ma non solo, assisto sgomenta alla totale mancanza di rispetto nei suoi riguardi, troppi parlano, scrivono e si comportanto come se il suo solo merito sia stato quello di ritirarsi.
È un brutto spettacolo.
È abbastanza brutto senza aggiungerci elementi non verificabili e fonte di altra agitazione e inquietudine ".

Un Sacerdote a commento di un intervento che etichettava come un “ tradimento l’abdicazione di Papa Benedetto XVI ha scritto : “ Il tuo commento prende una deviazione pericolosa quando parli di tradimento.
Ipotizzando che abbia lasciato perché i suoi anni, più vicini ai 90 che agli 80, non gli consentono di essere a capo della Chiesa senza che qualcosa sfugga al suo controllo, se per l'età o per qualche malattia avesse avuto bisogno che qualcuno si sostituisse di fatto a lui, di chi sarebbe stata la responsabilità delle scelte prese a nome suo senza che lui ne fosse pienamente cosciente? 
Vogliamo ricordare i continui boicottaggi che ha comunque subito? 
Il M.P. Summorum Pontificum osteggiato, pedofilia coperta nonostante le disposizioni, per non parlare di altre decisioni non rispettate né fatte rispettare ed iniziative prese a suo nome ed alle sue spalle che non specifico meglio per non attirare i soliti troll. 
Per quanto i più si siano rallegrati di essersi liberati di quello che dal principio hanno nominato "pastore tedesco", producendosi in falsi elogi, la sua rinuncia, anche se dolorosa per chi lo ha amato, rappresenta un atto di responsabilità nei confronti della Chiesa. 
Lui si è preso tutto il marcio di cui non era responsabile e ci ha messo la sua faccia, quello che di buono ha fatto non è stato mai diffuso, i media gli hanno praticamente solo creato problemi. 
Ma cosa avresti pensato se ad un certo punto della sua vita non fosse stato più in grado di capire e se qualcun altro avesse traghettato la Chiesa a nome suo dove lui non avrebbe mai voluto? 
Io piango dall'anno scorso per questa scelta, ma restare sulla croce non significa prendersi la responsabilità di guidare la Chiesa anche se la salute e le forze ti abbandonano e sai che da un momento all'altro non potresti esserne più in grado, con la conseguenza di lasciare la guida ai collaboratori. Giovanni Paolo II comunque aveva almeno lui ( il Card. Joseph Ratzinger N.d.R) , ma lui chi avrebbe avuto?
Visto che gli sono stati tanto fedeli fino a 86 anni, certamente avvicinandosi ai 90, con le forze che vengono meno e il rischio di perdere la lucidità, sarebbe stato meglio continuare a regnare lasciando la Chiesa esposta al rischio di venire guidata dalla Curia e non dal Papa. 
Le crocifissioni del Papa, ripetute, puoi vederle nel pontificato ed il tesoro che ha lasciato per la nostra formazione puoi liberamente consultarlo online o comprarlo in libreria”.

Confidiamo sempre , anche nei tempi bui in cui stiamo vivendo, nella protezione maternamente premurosa della Madonna Santissima " ipsa conteret caput tuum ".
Quando il serpente fece peccare Adamo ed Eva, Dio maledisse il serpente e disse: " una donna (la Madonna) schiaccerà il tuo capo; essendo Madre del vero Dio darà alla luce il Redentore, il quale, con la sua morte in Croce, ridarà la grazia e la salvezza agli uomini ".

A.C.