venerdì 27 febbraio 2015

I cardinali si opporranno ai cardinali, i vescovi ai vescovi . Babilonia nella Chiesa

Il Prelato, allargando le braccia a modo di orazione, mi disse : " Bisogna pregare per il Papa : si trova in una situazione ancor più grave di Benedetto XVI !"
In effetti leggendo soprattutto questo articolo ( simile ad  altri  presenti in diverse testate e blog) si può notare come l'attuale Successore di Pietro, che per sua permeante natura deve essere ancorato al Vangelo e al Magistero, è divenuto oggetto di una  ribellione  che  esplicitamente si identifica nel Clero di quell'Europa del Nord che urleggia prepotentemente perchè si sente ( ed è) forte a causa della  posizione economica di cui gode ( quindi riesce a controllare le informazioni mass mediatiche naturalmente a discapito della Dottrina della Chiesa).
Un virus epidemico presente nella Chiesa da diversi lustri che si rilevò determinante nel condizionare i lavori del Concilio Vaticano II e tradendo la natura cattolicamente riformatrice che il Santo Pontefice Giovanni XXIII avrebbe voluto imprimere a quell'assise universale. 
"Le Rhin se jette dans le Tibre" è l'efficace slogan coniato in ambienti tradizionali che meglio riassume quanto è avvenuto durante il Concilio Vaticano II ad opera dell'alleanza nordica ( soprattutto franco-tedesca) .  
Ma i "nordici" non si sono fermati all'impronta data al Concilio perchè hanno moltiplicato, al pari dei frantumatissimi protestanti, il virus infettivo a dànno, in primis, delle loro stesse comunità ridotte al lumicino.
In tempo di scarsità dei risolutivi medicinali Papa San Giovanni Paolo II con il suo carisma personale concentrò l'ecclesìa sulla sua persona .
Ma fu solo una lunga pausa anestetizzante.
Papa Benedetto XVI tentò con il sano ragionamento teologico e filosofico di implantare il buon senso nella mente dei chierici ribelli al fine di  raddrizzare la rotta della Barca.
Ma fu solo un santo ( e debole) tentativo.
Ci fu poi il "Concilio di Milano" vistosamente portato alla ribalta dalla morte del Cardinale Carlo Maria Martini.
Scrivemmo : «Però solo ora ( dopo la rinuncia di Papa Benedetto XVI N.d.R.) mi sovviene quanto un alto prelato ( di impronta innovatrice ) mi disse pochi giorni dopo i funerali del Cardinale Martini ( provo a citare a memoria ) : “ I funerali – che videro un’enorme partecipazione di Cardinali, Vescovi e Sacerdoti – sono stati un concilio : il concilio di Milano !
Questa E’ la chiesa : a Roma ne debbono prendere atto ! »
A Roma ne dovettero prendere atto durante il Conclave che elesse Papa Francesco.
Ma ai "nordici" ultra-progressisti non bastano le "aperture" iper populiste del Papa e le rinunce, apparenti, del Pontefice di ogni atto esteriore conducibile al Papato di un tempo : i Cherici, per bocca di alcuni importanti Cardinali, dichiarano che sanno fare a meno del Papa ( cosa che avviene di fatto da decenni...)
La spaccatura nella Chiesa c'è da tempo ma facciamo finta di non vederla un po' per nostro tornaconto ( non siamo abituati alla lotta tantomeno a quella fratricida) e anche perchè ci pare di confondere le idee umanistiche/umanitarie di natura mondana con quell'amore e rispetto che cristianamente tributiamo nei confronti di coloro che "sono caduti" ed aspettano di rialzarsi con l'aiuto di Dio.
Noi che senza alcun merito siamo stati vocati al rispetto della tradizione dobbiamo pregare per il Papa e per la Chiesa tutta rigettando con decisione tutte le squallide manovre da veri "congiurati" che alcuni Uomini di Chiesa stanno facendo per far prevalere la confusione ( e l'errore) a discapito della buona dottrina ( Leggere QUI )
Noi dobbiamo essere gli artefici dell'unità nella verità cattolica.
I cospiratori rimarranno sempre dei cospiratori.
I congiurati rimarranno sempre dei congiurati.
I furiosi rimarranno sempre dei furiosi.
Questo lo sanno bene a Roma .
A Roma tutti ricordano  le parole del Salmo 
" abyssus abyssum invocat " ...


Vescovi tedeschi contro il Papa: "Sulla famiglia decidiamo noi"

Durissima dichiarazione dell'episcopato germanico: "Non siamo una filiale di Roma. Il Sinodo non può dirci nel dettaglio cosa fare in Germania"
Articolo di Giovanni Masini
È un vero e proprio schiaffo in faccia a Roma, quello dei vescovi tedeschi.

Che in una conferenza stampa, ieri pomeriggio, ha chiarito per bocca del presidente della Conferenza episcopale, cardinale Marx, di "non essere una filiale di Roma."

Il terreno del contendere è il Sinodo ordinario sulla famiglia, in calendario per il prossimo ottobre, chiamato a fornire risposte certe su temi etici e morali di grande rilevanza in seno alla pastorale familiare: dalla comunione ai divorziati risposati all'accoglienza delle coppie conviventi, etero ed omosessuali.

Tutti argomenti su cui si era già espresso il Sinodo straordinario convocato da Francesco nello scorso autunno, rivelando profonde spaccature nel corpo della Chiesa: da un lato il papa e i vescovi europei più progressisti, ansiosi di adeguare la dottrina al secolo; dall'altro vescovi e cardinali conservatori, timorosi di fughe in avanti dettate più dalla fretta che da una relazione ponderata. 
Il Sinodo straordinario si era concluso con una Relatio essenzialmente di mediazione, che ha rimandato a una successiva discussione i temi più controversi.

Da qualche anno l'episcopato tedesco si segnala come il più compattamente progressista su questi temi: al Sinodo straordinario si era presentato con un documento votato a larga maggioranza in cui si esprimeva parere favorevole alla Comunione ai divorziati risposati. 
Posizioni che avevano trovato accoglienza positiva anche in altri episcopati - ad esempio quello olandese. 
Tuttavia, almeno al Sinodo Straordinario, queste tesi non erano "passate."

Ora i vescovi tedeschi tornano a fare la voce grossa: il cardinale di Monaco Reinhard Marx, stretto collaboratore di papa Bergoglio come membro del "C9" (il consiglio di nove cardinali che lavora alla riforma della Curia) e presidente del Consiglio vaticano per l'Economia ha spiegato che, "se nell'insegnamento si rimane in comunione con la Chiesa, nelle questioni puramente pastorali il Sinodo non può prescrivere nel dettaglio ciò che dobbiamo fare in Germania".

"Non possiamo aspettare fino a quando un Sinodo ci dirà come dobbiamo comportarci qui sul matrimonio e la pastorale familiare" conclude il porporato. Curiosamente, sono proprio i vescovi di quelle Conferenze per tanti versi più vicine a papa Francesco nell'insistenza sui temi dell'accoglienza e della misericordia a mal tollerare i meccanismi sinodali.
Che, a loro volta e altrettanto curiosamente, sono proprio il segno tangibile della preferenziale bergogliana per una Chiesa sempre più democratica.
Fonte : Il Giornale

giovedì 26 febbraio 2015

Lutto nello SMOM : la morte del Marchese Erulo Eroli di Jesi

Abbiamo appreso dell'improvvisa morte avvenuta la mattina del 26 febbraio 2015 del Marchese Avv. Prof. Erulo Eroli di Jesi, Cavaliere di Onore e Devozione in Obbedienza, Delegato per le Marche della Delegazione del Sovrano Militare Ordine Ospedaliero di San Giovanni di Gerusalemme di Rodi e di Malta e Docente all'Università di Macerata .
Ci associaziamo alla Famiglia e ai Confratelli dello SMOM nella preghiera di suffragio per l'anima del Prof.Eroli ricordandone le elette virtù cristiane che hanno caratterizzato la sua vita ed il suo impegno nell'Ordine.
I funerali del compianto Professore Eroli  avranno luogo nella sua Parrocchia jesina Sabato 28 febbraio 2015 alle ore 9,30.

PREGHIERA DEI CAVALIERI
DELL'ORDINE DI MALTA
Signore Gesù,
che Vi siete degnato di farmi partecipare alla Milizia dei Cavalieri di S.Giovanni di Gerusalemme, Vi supplico umilmente,per intercessione della Beata vergine di Filiremo, di S.Giovanni Battista,del Beato Gerardo e di tutti i Santi e Beati dell'Ordine,di aiutarmi a restare fedele alle tradizioni del nostro Ordine, praticando e difendendo la Religione Cattolica, Apostolica Romana contro la empietà,esercitando la carità verso il prossimo e specialmente verso i poveri e gli infermi.
Datemi infine,le virtù necessarie per realizzare secondo lo spirito del Vangelo,con animo disinteressato e fortemente cristiano,questi santi desideri per la maggior gloria, la pace del mondo ed il bene dell'Ordine di S.Giovanni di Gerusalemme.


Tuitio Fidei et Obsequium Pauperum

Il Motto dell'Ordine  testimonia e riassume l'immutata ed immutabile difesa nei secoli della vera Fede e l'aiuto ai Poveri impegnando la vita dei membri a servizio dei “signori ammalati”  per svolgere una lodevole azione di assistenza ospedaliera nel mondo.

martedì 24 febbraio 2015

Dieci milioni di "Ave Maria" per il Papa . Punto e basta

Abbiamo ricevuto un accorato invito di preghiera per il Papa che facciamo nostro anche se non conosciamo ne' la fonte ne' i promotori : " Non voler sapere chi l'ha detto ma poni mente a ciò ch'è scritto" ( Im.Cr ).  
Trattandosi di un invito alla preghiera per il Papa l'iniziativa è automaticamente ( ipso facto ) cattolicissima e santa anche se, come è stata impostata, odora come una specie di ... "catena di Sant'Antonio" ...
Poichè questo umilissimo blog si chiama " Traditio Catholica Romana "  in ossequio allo stile cattolico di sempre ha operato,  qualche lievissimo taglio al testo originale che ci è pervenuto.  Sull'esempio di San Giovanni Bosco che invitava i suoi ragazzi a gridare " W il Papa " piuttosto che " W Papa Pio ", abbiamo tolto all'appello  il nome del Papa . Un'inutile ripetizione.
Non ce ne vogliano gli anonimi e pii ispiratori dell'iniziativa dei dieci milioni di Ave Maria per il Papa.
Le preghiere arriveranno eugualmente a destinazione.
I devoti promotori della bella iniziativa potranno avere conforto leggendo anche le ispirate parole che tutti i Santi e le Sante hanno riservato al Successore di Pietro.
Ne citiamo alcune.
" Per comprendere l'importanza della figura del Romano Pontefice per noi cattolici è sufficiente riportare alcune espressioni che i santi della Chiesa hanno riferito al Papa nel corso dei secoli. Vediamone soltanto alcune:

•'Il Papa è come un'altra specie di uomo, tanto è al di sopra degli altri. Noi dobbiamo dunque riguardarlo come Nostro Signore e Nostro Signore in Lui' (S. Vincenzo de' Paoli, Conferenze);

•'Il Papa E' la bocca di Gesù' (S. Giovanni Grisostomo);

•'Io sono col Papa, sono cattolico, obbedisco il Papa ciecamente... Se vogliamo essere cattolici, dobbiamo pensare e credere come pensa il Papa' (San Giovanni Bosco);

•'Il Papa e la Chiesa sono una cosa sola' (San Giovanni di Sales);

•'Chi non onora il Santo Padre non onora neppure la nostra Madre; chi non obbedisce ai comandi del S. Padre è figlio disobbediente della S. Chiesa...chi non prega per il Papa è un cattivo cristiano' (S. Clemente Hofbauer);

•'Io amo il Papa quanto Gesù' (San Pio da Pietralcina).

Il Papa inoltre è definito: 'Angelo del gran Consiglio' (S. Anselmo); 'Arcivescovo di tutto l'orbe' (S. Cirillo Alessandrino); 'Pastore dei pastori' (S. Colombano); 'Dottore e capo di tutti' (S. Attanasio); 'Firmamento della Chiesa' (S. Ambrogio); 'Padre del popolo cristiano' (S. Agostino); 'Pontefice dell'Altissimo' (S. Bernardo); 'Vescovo di tutto il mondo e Padre delle nazioni' (San Francesco d'Assisi); 'Dolce Cristo in terra' (S. Caterina da Siena)".

IL PIO E DEVOTO TESTO CHE CI E' PERVENUTO E CHE FACCIAMO NOSTRO CON QUALCHE PICCOLO TAGLIO


Per -il- Papa . ( Punto e basta N.d.R.)
Soprattutto ora che ISIS ha preso di mira il Vaticano e i piani per assassinare il Papa! 
Si prega di leggere tutto qui sotto e inoltrare agli amici…l’obiettivo è dieci milioni di Ave Maria per il nostro Papa.

( ATTENZIONE Il testo che segue, degno di una fiction televisiva del sabato sera viene attribuito in un blog  al Santo Padre, come se che avesse pronunciato quelle parole, durante il recente incontro avuto in Vaticano con il Moderatore della chiesa riformata di Scozia.
Hanno scritto, certamente in buona fede, sul web: "Sabato tramite messaggi e social è rimbalzata la richiesta di unirci in preghiera per il Papa e accolgo e diffondo questo appello estendendolo anche a tutti i cristiani perseguitati nel mondo, la richiesta era accompagnata dalle bellissime parole di Papa Francesco che riporto e che sembrano una poesia..."  
QUI si può leggere il discorso vero ed ufficiale del Papa del 16 febbraio 2015 sopra citato. 
Mettiamo dunque prudentemente fra parentesi questo testo in attesa di dare una paternità certa a quelle parole .)

( Papa Francesco fa una richiesta - ??? N.d.R.-
Non piangere per quello che hai perso, lotta per quello che hai.
Non piangere per ciò che è morto, lotta per quello che è nato in te.
Non piangere per chi ti ha abbandonato, combatti per chi è con te.
Non piangere per coloro che ti odiano, combatti per chi ti vuole.
Non piangere per il tuo passato, lotta per il combattimento attuale.
Non piangere per la tua sofferenza, lotta per la tua felicità.
Con le cose che ci stanno accadendo, cominciamo ad imparare che nulla è impossibile da risolvere, bisogna solo andare avanti. 
Non piangere per ciò che è morto, lotta per quello che è nato in te.)

IL SANTO PADRE formula una richiesta di preghiere ( quando; dove ??? N.d.R.) che Dio lo protegga e gli dia la forza di affrontare questo difficile compito…così sia !!! (Così sia è il compimento finale di una preghiera e la sua significazione cultuale , non va intesa come una riaffermazione di un atto e di una volontà umana ! N.d.R.)

L’obiettivo è di raggiungere dieci milioni di Ave Maria per - il -( N.d.R.) Papa. ( Punto e basta N.d.R.)
Questa campagna è cominciata oggi.
Invia questo messaggio a tutti gli amici cattolici o anche a coloro che simpatizzano per il Papa.
Preghiamo per il Santo Padre che la Madre celeste interceda per lui e lo protegga nel suo ministero:Ave Maria, piena di grazia: Il Signore è con te, Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno, Gesù. 
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori, adesso e nell’ora della nostra morte. Amen.

Si prega di inoltrare. Vogliamo raggiungere dieci milioni di Ave Maria per - il-Papa ( punto e basta N.d.R.).

Rimaniamo ancorati alla saggezza liturgica antica che ha generato una delle più belle preghiere per il Papa che noi, dal 13 marzo 2013, non abbiamo mai smesso di elevare all'Altissimo :
" Orémus pro Pontífice
nostro Francisco
Dóminus consérvet eum,
et vivíficet eum,
et beátum fáciat eum in terra,
et non tradat eum in ánimam inimicórum éius."

Andrea Carradori

Suscita Signore nuovi Cirenei per portare la Croce dei nostri fratelli perseguitati a Tal Hermez (Siria)

Isis, bruciata chiesa cattolica in Siria. Centinaia di ostaggi cristiani 
"Simone di Cirene torna dal lavoro, è sulla strada di casa quando s’imbatte in quel triste corteo di condannati – per lui, forse, uno spettacolo abituale. 
I soldati usano del loro diritto di coercizione e mettono la croce addosso a lui, robusto uomo di campagna. 
Quale fastidio deve aver provato nel trovarsi improvvisamente coinvolto nel destino di quei condannati! 
Fa quello che deve fare, certo con molta riluttanza. 
L’evangelista Marco però, assieme a lui, nomina anche i suoi figli, che evidentemente erano conosciuti come cristiani, come membri di quella comunità (Mc 15, 21). 
Dall’incontro involontario è scaturita la fede. 
Accompagnando Gesù e condividendo il peso della croce, il Cireneo ha capito che era una grazia poter camminare assieme a questo Crocifisso e assisterlo. 
Il mistero di Gesù sofferente e muto gli ha toccato il cuore. 
Gesù, il cui amore divino solo poteva e può redimere l’umanità intera, vuole che condividiamo la sua croce per completare quello che ancora manca ai suoi patimenti (Col 1, 24). 
Ogni volta che con bontà ci facciamo incontro a qualcuno che soffre, qualcuno che è perseguitato e inerme, condividendo la sua sofferenza, aiutiamo a portare la croce stessa di Gesù. 
E così otteniamo salvezza e noi stessi possiamo contribuire alla salvezza del mondo."
(Joseph Ratzinger) Via Crucis 2005

Isis, bruciata chiesa cattolica in Siria. Centinaia di ostaggi cristiani



Una delle chiese più antiche della Siria è stata data alle fiamme e centinaia di cristiani caldei sono stati presi in ostaggio dai miliziani dell'Isis sulle colline nel nord-est del Paese, dopo un assalto a due villaggi. Lo riferisce il sito del settimanale americano Newsweek e la notizia è stata confermata dall'agenzia di stampa siriana Sana.

Gli jihadisti hanno dato alle fiamme la chiesa cattolica di Tal Hermez, una delle più antiche del Paese, e chiederebbero il rilascio di loro prigionieri in mano ai peshmerga curdi per la liberazione degli ostaggi, minacciando altrimenti di ucciderli. 
L'attacco è iniziato all'alba di lunedì con l'irruzione in un villaggio nei pressi di Tell Tamer, nell'area di Al-Hasakah in cui vive una nutrita minoranza assiro-caldeo-siriaca. 
Le donne e i bambini sono stati radunati in una zona del villaggio presidiata dagli jihadisti mentre gli uomini sono stati trasferiti nelle montagne di Abd al-Aziz.

Prima della guerra civile scoppiata nel 2011 in Siria vivevano due milioni di cristiani, tra cui più di 400mila cattolici, anche se i battezzati non erano più della metà. Con il conflitto, però, migliaia di cristiani sono fuggiti all'estero, anche per il timore di persecuzioni dai gruppi jihadisti e qaedisti.

L'agenzia di stampa siriana Sana ha confermato che centinaia di miliziani dell'Isis a bordo di mezzi pesanti hanno lanciato attacchi in diversi villaggi in Siria, inclusi Tal Hermez, Tal Shamiram, Tal Riman, Tal Nasra, al-Agibash, Toma Yalda e al-Haooz, nell'est del Paese, uccidendo decine di persone. ...


Fonte : Il Sole 24 ore

domenica 22 febbraio 2015

Il Papa "il deserto quaresimale ci aiuta a dire no alla mondanità, agli «idoli», ci aiuta a fare scelte coraggiose conformi al Vangelo"

PAPA FRANCESCO

ANGELUS

Piazza San Pietro
I Domenica di Quaresima, 22 febbraio 2015





Cari fratelli e sorelle buongiorno!

Mercoledì scorso, con il rito delle Ceneri, è iniziata la Quaresima, e oggi è la prima domenica di questo tempo liturgico che fa riferimento ai quaranta giorni trascorsi da Gesù nel deserto, dopo il battesimo nel fiume Giordano. Scrive san Marco nel Vangelo odierno: «Lo Spirito sospinse Gesù nel deserto e nel deserto rimase quaranta giorni, tentato da satana. Stava con le bestie selvatiche e gli angeli lo servivano» (1,12-13). 
Con queste scarne parole l’evangelista descrive la prova affrontata volontariamente da Gesù, prima di iniziare la sua missione messianica. 
È una prova da cui il Signore esce vittorioso e che lo prepara ad annunciare il Vangelo del Regno di Dio. 
Egli, in quei quaranta giorni di solitudine, affrontò Satana “corpo a corpo”, smascherò le sue tentazioni e lo vinse. 
E in Lui abbiamo vinto tutti, ma a noi tocca proteggere nel nostro quotidiano questa vittoria.

La Chiesa ci fa ricordare tale mistero all’inizio della Quaresima, perché esso ci dà la prospettiva e il senso di questo tempo, che è un tempo di combattimento - nella Quaresima si deve combattere - un tempo di combattimento spirituale contro lo spirito del male (cfr Orazione colletta del Mercoledì delle Ceneri). 
E mentre attraversiamo il “deserto” quaresimale, noi teniamo lo sguardo rivolto alla Pasqua, che è la vittoria definitiva di Gesù contro il Maligno, contro il peccato e contro la morte. 
Ecco allora il significato di questa prima domenica di Quaresima: rimetterci decisamente sulla strada di Gesù, la strada che conduce alla vita. 
Guardare Gesù, cosa ha fatto Gesù, e andare con Lui.

E questa strada di Gesù passa attraverso il deserto. Il deserto è il luogo dove si può ascoltare la voce di Dio e la voce del tentatore. Nel rumore, nella confusione questo non si può fare; si sentono solo le voci superficiali. Invece nel deserto possiamo scendere in profondità, dove si gioca veramente il nostro destino, la vita o la morte. E come sentiamo la voce di Dio? 
La sentiamo nella sua Parola. Per questo è importante conoscere le Scritture, perché altrimenti non sappiamo rispondere alle insidie del maligno. 
E qui vorrei ritornare sul mio consiglio di leggere ogni giorno il Vangelo: ogni giorno leggere il Vangelo, meditarlo, un pochettino, dieci minuti; e portarlo anche sempre con noi: in tasca, nella borsa… 
Ma tenere il Vangelo a portata di mano. 
Il deserto quaresimale ci aiuta a dire no alla mondanità, agli “idoli”, ci aiuta a fare scelte coraggiose conformi al Vangelo e a rafforzare la solidarietà con i fratelli.

Allora entriamo nel deserto senza paura, perché non siamo soli: siamo con Gesù, con il Padre e con lo Spirito Santo. 
Anzi, come fu per Gesù, è proprio lo Spirito Santo che ci guida nel cammino quaresimale, quello stesso Spirito sceso su Gesù e che ci è stato donato nel Battesimo. 
La Quaresima, perciò, è un tempo propizio che deve condurci a prendere sempre più coscienza di quanto lo Spirito Santo, ricevuto nel Battesimo, ha operato e può operare in noi. 
E alla fine dell’itinerario quaresimale, nella Veglia Pasquale, potremo rinnovare con maggiore consapevolezza l’alleanza battesimale e gli impegni che da essa derivano.

La Vergine Santa, modello di docilità allo Spirito, ci aiuti a lasciarci condurre da Lui, che vuole fare di ciascuno di noi una “nuova creatura”.

A Lei affido, in particolare, questa settimana di Esercizi Spirituali, che avrà inizio oggi pomeriggio, e alla quale prenderò parte insieme con i miei collaboratori della Curia Romana. 
Pregate perché in questo “deserto” che sono gli Esercizi possiamo ascoltare la voce di Gesù e anche correggere tanti difetti che tutti noi abbiamo, e fare anche fronte alle tentazioni che ogni giorno ci attaccano. 
Vi chiedo pertanto di accompagnarci con la vostra preghiera.

Fonte : Sala Stampa Vaticana

sabato 21 febbraio 2015

Vescovi con paramenti liturgici e mitria in un culto pagano !



Il 17 gennaio 2015 durante la processione d'ingresso della S.Messa per l'Ordinazione Episcopale di S.E.R. Mons.Moises Contreras Athisa SdM nuovo Vescovo di San Marcos de Arica, in Cile,  presieduta dal Cardinale Arcivescovo Ricardo Ezzati e concelebrata dal vescovo Ivo Scapolo , Nunzio Apostolico in Cile e dall'Arcivescovo di Antofagasta, Monsignor Pablo Lopez Riquelme, il Vescovo-eletto , i Vescovi principali Ordinanti e i Vescovi Concelebranti ( tutti ovviamente Cattolici) hanno preso parte attiva al rito pagano in onore del “dio Tata Inti, dio del Sole Inca" dopo aver chiamato il "sacerdote del villaggio" per PROPIZIARE la nuova nomina vescovile...
Dunque, prima di iniziare il solenne rito cattolico, i vescovi presenti hanno elevato un rito propiziatorio insieme al "sacerdote" inca che invocava il dio sole, il dio Tata Inti. 
Coerenza teologica e liturgica !
Hanno non solo partecipato alla benedizione panteista - indossando gli abiti liturgici che si usano solo ed unicamente per la celebrazione della Santa Messa - ma l'eletto Vescovo, rivestito dei sacri paramenti liturgici, si è inginocchiato per ricevere le benedizioni inca del dio Tata inti, il dio del sole.... 
"Inti" è l'indicativo del dio Sole in tutta l'America latina ed è posto sia sulla bandiera argentina che su quella del Paraguay, poi cambiava il nome a seconda delle città e degli imperi, così abbiamo Tata Inti in alcune località del Cile, in altre si chiama Inti Rama, e così via, ma indica sempre il dio Sole.... 
Il Messico lo abbandonò dopo l'arrivo del Cristianesimo e soprattutto grazie alla tradizionale, fortissima devozione popolare alla Vergine di Guadalupe che frantumò ogni forma di mitologia di questa ed altre divinità legate ai pianeti, alla terra ed alle acque.... siamo dunque ad una vera confusione che puzza di sincretismo e di apostasia...

Una fedele, indignata, ha così commentato :

"Ci facciano capire questi Vescovi: chi ci ha creati? 
Chi è morto sulla Croce al quale si deve l'unico Culto? e per il quale usate quei paramenti sacri che avete prostituito?
Vergogna!!!
Ed è certo che siamo scandalizzati ed inquieti, qui non siamo neppure nel comune paganesimo, ma rientriamo proprio nel panteismo puro! 
Qui ci troviamo davanti a dei Vescovi della Chiesa Cattolica che hanno reso un culto panteista, con tanto di usi di paramenti sacri e dove l'incenso lo ha messo il sacerdote Inca....



Dopo il rito di propiziazione pagana il Vescovo eletto S.E.R. Mons.Moises Contreras Athisa   ha solennemente giurato, onde poter ricevere la Consacrazione Episcopale :

Vescovo ordinante: Vuoi custodire puro e integro il deposito della fede, secondo la tradizione conservata sempre e dovunque nella Chiesa fin dai tempi degli Apostoli?
L'ELETTO : SI, LO VOGLIO !

S.E.R. Mons.Moises Contreras Athisa SdM  Vescovo di San Marcos de Arica con croce pettorale "ad usum Papae Francisci" ed un curioso pallio di simpatica fattura carnascialesca .



Altre foto QUI

Per chi vuole deliziarsi con delle belle musiche latino-americane ( Radio Montecarmelo ) anche se  non sono propriamente quaresimali QUI

Dal secondo libro dei Maccabei

Non molto tempo dopo, il re inviò un vecchio ateniese per costringere i Giudei ad allontanarsi dalle patrie leggi e a non governarsi più secondo le leggi divine, inoltre per profanare il tempio di Gerusalemme e dedicare questo a Giove Olimpio e quello sul Garizim invece a Giove Ospitale, come si confaceva agli abitanti del luogo.
Grave e intollerabile per tutti era il dilagare del male.
Il tempio infatti fu pieno di dissolutezze e gozzoviglie da parte dei pagani, che gavazzavano con le prostitute ed entro i sacri portici si univano a donne e vi introducevano le cose più sconvenienti. L'altare era colmo di cose detestabili, vietate dalle leggi.
Non era più possibile né osservare il sabato, né celebrare le feste tradizionali, né fare aperta professione di giudaismo.
Si era trascinati con aspra violenza ogni mese nel giorno natalizio del re ad assistere al sacrificio; quando ricorrevano le feste dionisiache, si era costretti a sfilare coronati di edera in onore di Dioniso. Fu emanato poi un decreto diretto alle vicine città ellenistiche, per iniziativa dei cittadini di Tolemàide, perché anch'esse seguissero le stesse disposizioni contro i Giudei, li costringessero a mangiare le carni dei sacrifici e mettessero a morte quanti non accettavano di partecipare alle usanze greche. 
Si poteva allora capire quale tribolazione incombesse.
Furono denunziate, per esempio, due donne che avevano circonciso i figli: appesero i loro bambini alle loro mammelle e dopo averle condotte in giro pubblicamente per la città, le precipitarono dalle mura.
Altri che si erano raccolti insieme nelle vicine caverne per celebrare il sabato, denunciati a Filippo, vi furono bruciati dentro, perché essi avevano ripugnanza a difendersi per il rispetto a quel giorno santissimo. 

Fonte delle foto : Una Fides

venerdì 20 febbraio 2015

Pasquinate ecclesiastiche

“Cerchiamo di trarre due risa dall'immane confusione che ormai regna sovrana nell'Una e Santa, per cui daremmo la vita: certo, dovremmo piangere a vederla così malridotta per le guasconate, l'indifferenza, le pitoccate e - non da ultimo - l'indegnità di tanti sacerdoti e vescovi. 
Ma non siam tipi facili al piangere: tanto vale riderci su. 
E se questo le procura acidità di stomaco, spiace assai, ma tra i voti che ha emesso non c'è quello di leggerci. 
Se invece vuol farci compagnia, vedrà che si divertirà anche lei.”
 ***
“Le rammento che nessuno sta satireggiando il Magistero infallibile del Papa, o la sua autorità o giurisdizione come Vicario di Cristo, bensì alcune trovate anche pubbliche ormai che, in questo pontificato, ci rendono difficilissimo distinguere Pietro da Simone, cosa che, fino a due anni fa, era lapalissiana nell'esercizio del ministero petrino da parte dei Romani Pontefici. E poi rammenti che fece più bene (mi sia concesso!) alla Chiesa Pasquino, che non Lutero”.

***
Conclusioni : un'alba radiosa per la Chiesa :
" La speranza per le nuove generazioni è riposta nei sacerdoti (e seminaristi) giovani, che non hanno vissuto le controversie post-conciliari.
Ne hanno assorbito ed assorbono i germi nella formazione ma, se cominciano a farsi domande - com'è normale che accada - e riescono a trovare fonti autorevoli di approfondimento, insieme alle risposte ritrovano anche la retta fede.
Ne abbiamo testimonianze ogni giorno "

mercoledì 18 febbraio 2015

Se Chiesa ( ... NON è una S.p.A) ha bisogno di questo... Mercoledì delle Ceneri 2015

Secondo giorno di Quaresima. 
Abbiamo posto la  mattutina "censura" alle immagini festosamente allegre, scattate e pubblicate ieri ( Mercoledì delle Ceneri) durante l'Udienza Generale Papale in Piazza San Pietro, da chi ne aveva canonicamente diritto.
Nonostante la santa ricorrenza del Mercoledì delle Ceneri, giornata di digiuno e di sana  austerità, la spensierata allegria iper-popolare attorno al Successore di Pietro  non si è fermata subissando le "parole" che le due fontane della piazza, a ritmi irregolari, sussurrano direttamente al cuore dei fedeli quando la piazza è silenziosa ...
Abbiamo dovuto aspettare pazientemente il pomeriggio del Mercoledì delle Ceneri  per ricevere l'atteso "segnale" romano che la Quaresima era arrivata : le immagini penitenziali del Papa ieratico , austero, spaesato e disorientato ( quando celebra sembra essere sempre così ...)  durante la processione penitenziale che partendo da Sant'Anselmo s'è conclusa nella Basilica di Santa Sabina dove il Santo Padre ha celebrato la Santa Messa con la benedizione e imposizione delle Sacre Ceneri, ci ha fatto finalmente dimenticare le immagini festose, un po' carnascialesce, del mattino che, per un attimo, ci aveva fatto pensare che anche a Roma fosse stato adottato il calendario ambrosiano ... 
La faticosa vicenda lavorativa di due nostri amici romani ci ha riportato alla  realtà : essi, grazie alle Udienze Generali del Mercoledì, riescono a pagare puntualmente un pesante mutuo bancario...   vige indisturbato per tutti l'antico adagio: " prima mangiare poi filosofare" .
Come farebbero i nostri amici romani, impelagati col mutuo , se, seguendo l'esempio di Paolo VI, di San Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI, l'Udienza Generale fosse sospesa nel Mercoledì delle Ceneri ?
Quindi lasciamo alla prima feria di Quaresima le riflessioni che si convengono in questo "tempo forte".
"silenzio e contemplazione hanno uno scopo: servono per conservare, nella dispersione della vita quotidiana, una permanente unione con Dio. Questo è lo scopo: che nella nostra anima sia sempre presente l'unione con Dio e trasformi tutto il nostro essere. Silenzio e contemplazione - caratteristica di san Bruno - servono per poter trovare nella dispersione di ogni giorno questa profonda, continua, unione con Dio. 
Silenzio e contemplazione: la bella vocazione del teologo è parlare. Questa è la sua missione: nella loquacità del nostro tempo, e di altri tempi, nell’inflazione delle parole, rendere presenti le parole essenziali. 
Nelle parole rendere presente la Parola, la Parola che viene da Dio, la Parola che è Dio" Benedetto XVI , 6 ottobre 2006.

Il Papa : La Quaresima «soprattutto però è un “tempo di grazia” »

MESSAGGIO DEL SANTO PADRE
FRANCESCO
PER LA QUARESIMA 2015
Rinfrancate i vostri cuori (Gc 5,8)

Cari fratelli e sorelle,
la Quaresima è un tempo di rinnovamento per la Chiesa, le comunità e i singoli fedeli. 
Soprattutto però è un “tempo di grazia” (2 Cor 6,2). 
Dio non ci chiede nulla che prima non ci abbia donato: “Noi amiamo perché egli ci ha amati per primo” (1 Gv 4,19). Lui non è indifferente a noi. 
Ognuno di noi gli sta a cuore, ci conosce per nome, ci cura e ci cerca quando lo lasciamo. 
Ciascuno di noi gli interessa; il suo amore gli impedisce di essere indifferente a quello che ci accade. 
Però succede che quando noi stiamo bene e ci sentiamo comodi, certamente ci dimentichiamo degli altri (cosa che Dio Padre non fa mai), non ci interessano i loro problemi, le loro sofferenze e le ingiustizie che subiscono… allora il nostro cuore cade nell’indifferenza: mentre io sto relativamente bene e comodo, mi dimentico di quelli che non stanno bene. 
Questa attitudine egoistica, di indifferenza, ha preso oggi una dimensione mondiale, a tal punto che possiamo parlare di una globalizzazione dell’indifferenza. 
Si tratta di un disagio che, come cristiani, dobbiamo affrontare.
Quando il popolo di Dio si converte al suo amore, trova le risposte a quelle domande che continuamente la storia gli pone. 
Una delle sfide più urgenti sulla quale voglio soffermarmi in questo Messaggio è quella della globalizzazione dell’indifferenza.
L’indifferenza verso il prossimo e verso Dio è una reale tentazione anche per noi cristiani. 
Abbiamo perciò bisogno di sentire in ogni Quaresima il grido dei profeti che alzano la voce e ci svegliano.
Dio non è indifferente al mondo, ma lo ama fino a dare il suo Figlio per la salvezza di ogni uomo. 
Nell’incarnazione, nella vita terrena, nella morte e risurrezione del Figlio di Dio, si apre definitivamente la porta tra Dio e uomo, tra cielo e terra. 
E la Chiesa è come la mano che tiene aperta questa porta mediante la proclamazione della Parola, la celebrazione dei Sacramenti, la testimonianza della fede che si rende efficace nella carità (cfr Gal 5,6). 
Tuttavia, il mondo tende a chiudersi in se stesso e a chiudere quella porta attraverso la quale Dio entra nel mondo e il mondo in Lui. Così la mano, che è la Chiesa, non deve mai sorprendersi se viene respinta, schiacciata e ferita.
Il popolo di Dio ha perciò bisogno di rinnovamento, per non diventare indifferente e per non chiudersi in se stesso. 
Vorrei proporvi tre passi da meditare per questo rinnovamento.
1. “Se un membro soffre, tutte le membra soffrono” (1 Cor 12,26) – La Chiesa
La carità di Dio che rompe quella mortale chiusura in se stessi che è l’indifferenza, ci viene offerta dalla Chiesa con il suo insegnamento e, soprattutto, con la sua testimonianza. 
Si può però testimoniare solo qualcosa che prima abbiamo sperimentato. 
Il cristiano è colui che permette a Dio di rivestirlo della sua bontà e misericordia, di rivestirlo di Cristo, per diventare come Lui, servo di Dio e degli uomini. 
Ce lo ricorda bene la liturgia del Giovedì Santo con il rito della lavanda dei piedi. 
Pietro non voleva che Gesù gli lavasse i piedi, ma poi ha capito che Gesù non vuole essere solo un esempio per come dobbiamo lavarci i piedi gli uni gli altri. Questo servizio può farlo solo chi prima si è lasciato lavare i piedi da Cristo. 
Solo questi ha “parte” con lui (Gv 13,8) e così può servire l’uomo.
La Quaresima è un tempo propizio per lasciarci servire da Cristo e così diventare come Lui. Ciò avviene quando ascoltiamo la Parola di Dio e quando riceviamo i sacramenti, in particolare l’Eucaristia. In essa diventiamo ciò che riceviamo: il corpo di Cristo. 
In questo corpo quell’indifferenza che sembra prendere così spesso il potere sui nostri cuori, non trova posto. 
Poiché chi è di Cristo appartiene ad un solo corpo e in Lui non si è indifferenti l’uno all’altro. “Quindi se un membro soffre, tutte le membra soffrono insieme; e se un membro è onorato, tutte le membra gioiscono con lui” (1 Cor 12,26).
La Chiesa è communio sanctorum perché vi partecipano i santi, ma anche perché è comunione di cose sante: l’amore di Dio rivelatoci in Cristo e tutti i suoi doni. 
Tra essi c’è anche la risposta di quanti si lasciano raggiungere da tale amore. 
In questa comunione dei santi e in questa partecipazione alle cose sante nessuno possiede solo per sé, ma quanto ha è per tutti. 
E poiché siamo legati in Dio, possiamo fare qualcosa anche per i lontani, per coloro che con le nostre sole forze non potremmo mai raggiungere, perché con loro e per loro preghiamo Dio affinché ci apriamo tutti alla sua opera di salvezza.
2. “Dov’è tuo fratello?” (Gen 4,9) – Le parrocchie e le comunità
Quanto detto per la Chiesa universale è necessario tradurlo nella vita delle parrocchie e comunità. Si riesce in tali realtà ecclesiali a sperimentare di far parte di un solo corpo? 
Un corpo che insieme riceve e condivide quanto Dio vuole donare? Un corpo, che conosce e si prende cura dei suoi membri più deboli, poveri e piccoli? 
O ci rifugiamo in un amore universale che si impegna lontano nel mondo, ma dimentica il Lazzaro seduto davanti alla propria porta chiusa ? (cfr Lc 16,19-31).
Per ricevere e far fruttificare pienamente quanto Dio ci dà vanno superati i confini della Chiesa visibile in due direzioni.
In primo luogo, unendoci alla Chiesa del cielo nella preghiera. Quando la Chiesa terrena prega, si instaura una comunione di reciproco servizio e di bene che giunge fino al cospetto di Dio. 
Con i santi che hanno trovato la loro pienezza in Dio, formiamo parte di quella comunione nella quale l’indifferenza è vinta dall’amore. La Chiesa del cielo non è trionfante perché ha voltato le spalle alle sofferenze del mondo e gode da sola. Piuttosto, i santi possono già contemplare e gioire del fatto che, con la morte e la resurrezione di Gesù, hanno vinto definitivamente l’indifferenza, la durezza di cuore e l’odio. Finché questa vittoria dell’amore non compenetra tutto il mondo, i santi camminano con noi ancora pellegrini. 
Santa Teresa di Lisieux, dottore della Chiesa, scriveva convinta che la gioia nel cielo per la vittoria dell’amore crocifisso non è piena finché anche un solo uomo sulla terra soffre e geme: “Conto molto di non restare inattiva in cielo, il mio desiderio è di lavorare ancora per la Chiesa e per le anime” (Lettera 254 del 14 luglio 1897).
Anche noi partecipiamo dei meriti e della gioia dei santi ed essi partecipano alla nostra lotta e al nostro desiderio di pace e di riconciliazione. 
La loro gioia per la vittoria di Cristo risorto è per noi motivo di forza per superare tante forme d’indifferenza e di durezza di cuore.
D’altra parte, ogni comunità cristiana è chiamata a varcare la soglia che la pone in relazione con la società che la circonda, con i poveri e i lontani. 
La Chiesa per sua natura è missionaria, non ripiegata su se stessa, ma mandata a tutti gli uomini.
Questa missione è la paziente testimonianza di Colui che vuole portare al Padre tutta la realtà ed ogni uomo. 
La missione è ciò che l’amore non può tacere. La Chiesa segue Gesù Cristo sulla strada che la conduce ad ogni uomo, fino ai confini della terra (cfr At 1,8). 
Così possiamo vedere nel nostro prossimo il fratello e la sorella per i quali Cristo è morto ed è risorto. 
Quanto abbiamo ricevuto, lo abbiamo ricevuto anche per loro. 
E parimenti, quanto questi fratelli possiedono è un dono per la Chiesa e per l’umanità intera.
Cari fratelli e sorelle, quanto desidero che i luoghi in cui si manifesta la Chiesa, le nostre parrocchie e le nostre comunità in particolare, diventino delle isole di misericordia in mezzo al mare dell’indifferenza!
3. “Rinfrancate i vostri cuori !” (Gc 5,8) – Il singolo fedele
Anche come singoli abbiamo la tentazione dell’indifferenza. 
Siamo saturi di notizie e immagini sconvolgenti che ci narrano la sofferenza umana e sentiamo nel medesimo tempo tutta la nostra incapacità ad intervenire. Che cosa fare per non lasciarci assorbire da questa spirale di spavento e di impotenza?
In primo luogo, possiamo pregare nella comunione della Chiesa terrena e celeste. 
Non trascuriamo la forza della preghiera di tanti! L’iniziativa 24 ore per il Signore, che auspico si celebri in tutta la Chiesa, anche a livello diocesano, nei giorni 13 e 14 marzo, vuole dare espressione a questa necessità della preghiera.
In secondo luogo, possiamo aiutare con gesti di carità, raggiungendo sia i vicini che i lontani, grazie ai tanti organismi di carità della Chiesa. 
La Quaresima è un tempo propizio per mostrare questo interesse all’altro con un segno, anche piccolo, ma concreto, della nostra partecipazione alla comune umanità.
E in terzo luogo, la sofferenza dell’altro costituisce un richiamo alla conversione, perché il bisogno del fratello mi ricorda la fragilità della mia vita, la mia dipendenza da Dio e dai fratelli. 
Se umilmente chiediamo la grazia di Dio e accettiamo i limiti delle nostre possibilità, allora confideremo nelle infinite possibilità che ha in serbo l’amore di Dio. 
E potremo resistere alla tentazione diabolica che ci fa credere di poter salvarci e salvare il mondo da soli.
Per superare l’indifferenza e le nostre pretese di onnipotenza, vorrei chiedere a tutti di vivere questo tempo di Quaresima come un percorso di formazione del cuore, come ebbe a dire Benedetto XVI (Lett. enc. Deus caritas est, 31). 
Avere un cuore misericordioso non significa avere un cuore debole. Chi vuole essere misericordioso ha bisogno di un cuore forte, saldo, chiuso al tentatore, ma aperto a Dio. 
Un cuore che si lasci compenetrare dallo Spirito e portare sulle strade dell’amore che conducono ai fratelli e alle sorelle. 
In fondo, un cuore povero, che conosce cioè le proprie povertà e si spende per l’altro.
Per questo, cari fratelli e sorelle, desidero pregare con voi Cristo in questa Quaresima: “Fac cor nostrum secundum cor tuum”: “Rendi il nostro cuore simile al tuo” (Supplica dalle Litanie al Sacro Cuore di Gesù). 
Allora avremo un cuore forte e misericordioso, vigile e generoso, che non si lascia chiudere in se stesso e non cade nella vertigine della globalizzazione dell’indifferenza.
Con questo auspicio, assicuro la mia preghiera affinché ogni credente e ogni comunità ecclesiale percorra con frutto l’itinerario quaresimale, e vi chiedo di pregare per me. 
Che il Signore vi benedica e la Madonna vi custodisca.
Dal Vaticano, 4 ottobre 2014
Festa di San Francesco d’Assisi
Francesco

lunedì 16 febbraio 2015

La morte di Mons. Cosma Shi Enxiang, Vescovo di Yixian : un novello Martire

"Inchiniamoci innanzi alla memoria di un martire: S.E. Mons. Cosma Shi Enxiang, vescovo di Yixian, morto ai primi di febbraio, dopo 54 anni di carcere comunista in Cina, di cui gli ultimi 15 totalmente scomparso.
Il Signore conceda alla Chiesa pastori eroici come lui, a fronte dei molti tiepidi che le sta infliggendo in questi tempi di prova".

D.E.F.


Beatus vir qui timet Dominum,
In mandatis ejus volet nimis.
Potens in terra erit semen ejus,
Generatio rectorum benedicetur.
Gloria et divitiae in domo ejus,
Et justitia ejus manet
In saeculum saeculi.
Exortum est in tenebris lumen rectis,
Misericors et miserator et justus.
Jucundus homo,
Qui miseretur et commodat,
Disponet sermones suos in judicio.
Quia in aeternum non commovebitur.
In memoria aeterna erit justus,
Ab auditione mala non timebit.
Paratum cor ejus sperare in Domino.
Confirmatum est cor ejus;
Non commovebitur
Donec despiciat inimicos suos.
Dispersit, dedit pauperibus,
Justitia ejus manet
In saeculum saeculi.
Cornu ejus exaltabitur in gloria.
Peccator videbit et irascetur,
Dentibus suis fremet et tabescet;
Desiderium peccatorum peribit.
Ps.111