venerdì 28 dicembre 2012

COSTITUZIONE ITALIANA



Che sia la più bella del mondo, come dice Benigni, l'ha sempre sostenuto un certo mondo ideologico catto-comunista, forse perchè ha ripreso molto da quella dell'Unione Sovietica, dove non è stata mai applicata. Si può dunque dire che sicuramente è bella, ma difficile se non impossibile trasporla nella realtà.
Farne l'apologia, come ha fatto Benigni, è un pò una caricatura, come d'altro canto ha fatto Scalfaro nelle sue conferenze in tutta Italia, o Franceschini quando, in chiave anti-berlusconiana, fece il gesto simbolico di portare il testo della Costituzione italiana al padre malato.
E' stata troppo venerata, (anche da cattolici di cui sopra) ritenuta sacra come la Sacra Scrittura; come questa infallibile, eterna, immutabile. Invece, come ogni cosa umana non divinamente ispirata, è fallibile, è transeunte; dopo più di sessant' anni, ha bisogno non di modifiche sporadiche, ma di un radicale rifacimento.
In questo testo si coglie l'irrealistico ottimismo di Pelagio (eretico del quarto secolo) e di Rousseau che porta alla negazione del peccato a cominciare da quello "originale". E' inquinata dall'ottimismo irrealista e rovinoso dell'Illuminismo.
Si parte dal presupposto che gli uomini siano tutti buoni ed altruisti, corrotti (come affermava Rousseau) da cattivi sistemi socio-politici, mutando i quali si arriverebbe al regno della fratellanza. Da qui poi ha preso spunto il mito messianico delle riforme redentrici smentito ogni volta dalla storia, in particolare in questi  ultimi due secoli, quando dalla bellezza della teoria costituzionale si passa alla durezza della pratica e della realtà.
David Hume consigliava al legislatore di partire da un principio: "sempre si deve pensare che l'uomo, lasciato a se stesso, è portato ad essere non santo, ma briccone".
Hobbes, manifestando il suo totale pessimismo sull'uomo, arrivava a dire che "nella società umana c'è una guerra di tutti contro tutti, che il consorzio umano non è retto dall'amore spontaneo, ma dall'egoismo del peccato e che, nell'interesse generale, solo un'autorità munita di forza può tenere a bada". 
Oggigiorno nemmeno una congrega di santi riuscirebbe a gestire uno Stato come il nostro, con un marchingegno iper-ottimista e iper-garantista qual'è la costituzione italiana, che è un sistema di garanzie, di pesi e contrappesi, di garantismi, di magnifici principi, pensati però (come diceva Macchiavelli) per uomini che non si sono mai visti e, senza tema di smentita, non si vedranno mai sulla faccia della terra.
Questo nostro sistema inceppato (per l'impossibilità di cambiarlo a causa dei veti incrociati), si è incancrenito, rendendo l'Italia ingovernabile, sia che il governo sia di sinistra, che di destra. La democrazia è solo formale, non si riesce a cambiare anche le cose più irrilevanti, c'è impossibilità di decisione, senza parlare dell'avidità della partitocrazia (che è sotto gli occhi di tutti), delle lobbies economiche, del corporativismo sindacale che rovesciano nel loro contrario le utopie dei costituenti.  Infatti come in tutte le utopie e le ideologie nate con la Modernità si verifica ogni volta la famosa "Eterogenesi dei fini", e cioè il rovesciamento delle intenzioni umane nel loro contrario. IL Nazismo ha avuto i Lager, il Comunismo i Gulag.
Infatti la cultura moderna, nata per realizzare il regno della libertà per tutti, ha in realtà creato quello che Augusto Del Noce chiamava "il regime della massima oppressione" soprattutto nei confronti di coloro che non vogliono sacrificare agli idola fori, ai miti e ai tabù su cui queste culture si reggono.
Solo la Gran Bretagna rifiutò l'ideologia giacobina: il sogno destinato a rovesciarsi in un incubo. Lassù ha prevalso il "buon senso", tanto che non ha mai conosciuto gli effetti devastanti della Rivoluzione Francese cosi il suo è rimasto  In fondo un sistema di Ancien Regime.
E' stata salvata da quell'anima medievale che rifugge dalla moderna ideologia che ha intossicato e insanguinato le altre parti d'Europa. Dal medioevo cristiano discende non soltanto il realismo, il pragmatismo (l'uomo medievale non giudica le cose in base ad un sistema previo), ma anche il rifiuto di imbalsamare la realtà in formule e documenti scritti, infatti la Gran Bretagna non ha quasi Costituzione, non ha codici civili e penali, affidando tutto non all'astrattezza di un anonimo legislatore, ma alla saggezza, all'esperienza, all'umanità di un uomo concreto, il giudice.
Scaturisce dall'ideale cristiano anche il culto per la Tradizione e cioè la consapevolezza che non c'è presente nè futuro se non mantenendo le radici con il passato (qualcosa dovrebbe imparare anche una certa cattolicità che ha rotto con la Tradizione bimillenaria) . La cognizione che nella storia non vi possono essere delle fratture violente che è il sogno di tutti i rivoluzionari, ma che, nella storia umana, si può andare avanti soltanto se il nuovo non rinnega il vecchio. Non come fa l'Europa che, rinnegando le sue radici, si preclude di fatto il suo futuro. (Dopo la grande crisi morale dell'Europa che arriva a disconoscere le sue radici ebraico-cristiane, ecco puntuale la grande crisi materiale che stiamo vivendo). 
Cosicchè possiamo affermare che la prospettiva britannica non è la sua "modernità", ma al contrario il suo "arcaismo", il suo essere rimasta nel Medio Evo. Il suo sistema di valori risale alla christianitas medievale.
Old England non è solo un modo di dire, ma è proprio ciò che ha salvato dell'Europa pre-rivoluzionaria e pre-ideologica, dell'Europa della concreta cristianità che fa la "modernità" e il successo del mondo anglosassone di affrontare la vita.
Quindi al contrario di Benigni, Scalfaro, Franceschini e tanti altri, io mi sento di fare non certo l'apologia della Costituzione italiana ma della sola non-Costituzione britannica, anche se oggi la Gran Bretagna purtroppo ha ceduto su molti fronti come il "pensiero unico", il "politicamente corretto", il "relativismo etico", il multiculturalismo ecc ecc ma questo è un altro discorso.
D'altro canto, (a sua giustificazione) è in buona compagnia perchè anche parte della Chiesa cattolica, dopo l'ultimo Concilio, ha ceduto alle sirene della Modernità proprio quando questa era già decotta. 
E' il caso di dire che questi preti hanno scoperto le categorie illuministe duecento anni dopo. 
I soliti ritardatari...
F.V.