Che sia la più bella del
mondo, come dice Benigni, l'ha sempre sostenuto un certo mondo ideologico
catto-comunista, forse perchè ha ripreso molto da quella dell'Unione Sovietica,
dove non è stata mai applicata. Si può dunque dire che sicuramente è bella, ma
difficile se non impossibile trasporla nella realtà.
Farne l'apologia, come ha
fatto Benigni, è un pò una caricatura, come d'altro canto ha fatto Scalfaro
nelle sue conferenze in tutta Italia, o Franceschini quando, in chiave
anti-berlusconiana, fece il gesto simbolico di portare il testo della
Costituzione italiana al padre malato.
E' stata troppo venerata,
(anche da cattolici di cui sopra) ritenuta sacra come la Sacra Scrittura; come
questa infallibile, eterna, immutabile. Invece, come ogni cosa umana non
divinamente ispirata, è fallibile, è transeunte; dopo più di sessant' anni, ha
bisogno non di modifiche sporadiche, ma di un radicale rifacimento.
In questo testo si coglie
l'irrealistico ottimismo di Pelagio (eretico del quarto secolo) e di Rousseau
che porta alla negazione del peccato a cominciare da quello
"originale". E' inquinata dall'ottimismo irrealista e rovinoso
dell'Illuminismo.
Si parte dal presupposto
che gli uomini siano tutti buoni ed altruisti, corrotti (come affermava
Rousseau) da cattivi sistemi socio-politici, mutando i quali si arriverebbe al
regno della fratellanza. Da qui poi ha preso spunto il mito messianico delle
riforme redentrici smentito ogni volta dalla storia, in particolare in
questi ultimi due secoli, quando dalla bellezza della teoria
costituzionale si passa alla durezza della pratica e della realtà.
David Hume consigliava al
legislatore di partire da un principio: "sempre si deve pensare che
l'uomo, lasciato a se stesso, è portato ad essere non santo, ma briccone".
Hobbes, manifestando il
suo totale pessimismo sull'uomo, arrivava a dire che "nella società
umana c'è una guerra di tutti contro tutti, che il consorzio umano non è retto
dall'amore spontaneo, ma dall'egoismo del peccato e che, nell'interesse
generale, solo un'autorità munita di forza può tenere a bada".
Oggigiorno nemmeno una
congrega di santi riuscirebbe a gestire uno Stato come il nostro, con un
marchingegno iper-ottimista e iper-garantista qual'è la costituzione italiana,
che è un sistema di garanzie, di pesi e contrappesi, di garantismi, di
magnifici principi, pensati però (come diceva Macchiavelli) per uomini che
non si sono mai visti e, senza tema di smentita, non si vedranno mai
sulla faccia della terra.
Questo nostro sistema
inceppato (per l'impossibilità di cambiarlo a causa dei veti incrociati), si è
incancrenito, rendendo l'Italia ingovernabile, sia che il governo sia di
sinistra, che di destra. La democrazia è solo formale, non si riesce a cambiare
anche le cose più irrilevanti, c'è impossibilità di decisione, senza parlare
dell'avidità della partitocrazia (che è sotto gli occhi di tutti), delle
lobbies economiche, del corporativismo sindacale che rovesciano nel loro
contrario le utopie dei costituenti. Infatti come in tutte le utopie e le
ideologie nate con la Modernità si verifica ogni volta la famosa "Eterogenesi
dei fini", e cioè il rovesciamento delle intenzioni umane nel
loro contrario. IL Nazismo ha avuto i Lager, il Comunismo i Gulag.
Infatti la cultura
moderna, nata per realizzare il regno della libertà per tutti, ha in realtà
creato quello che Augusto Del Noce chiamava "il regime della massima
oppressione" soprattutto nei confronti di coloro che non vogliono
sacrificare agli idola fori, ai miti e ai tabù su cui queste culture si
reggono.
Solo la Gran Bretagna
rifiutò l'ideologia giacobina: il sogno destinato a rovesciarsi in un incubo.
Lassù ha prevalso il "buon senso", tanto che non ha mai
conosciuto gli effetti devastanti della Rivoluzione Francese cosi il suo è
rimasto In fondo un sistema di Ancien Regime.
E' stata salvata da
quell'anima medievale che rifugge dalla moderna ideologia che ha
intossicato e insanguinato le altre parti d'Europa. Dal medioevo cristiano
discende non soltanto il realismo, il pragmatismo (l'uomo medievale non giudica
le cose in base ad un sistema previo), ma anche il rifiuto di imbalsamare la
realtà in formule e documenti scritti, infatti la Gran Bretagna non ha quasi
Costituzione, non ha codici civili e penali, affidando tutto non
all'astrattezza di un anonimo legislatore, ma alla saggezza, all'esperienza,
all'umanità di un uomo concreto, il giudice.
Scaturisce dall'ideale
cristiano anche il culto per la Tradizione e cioè la consapevolezza che non c'è
presente nè futuro se non mantenendo le radici con il passato (qualcosa
dovrebbe imparare anche una certa cattolicità che ha rotto con la Tradizione
bimillenaria) . La cognizione che nella storia non vi possono essere delle
fratture violente che è il sogno di tutti i rivoluzionari, ma che, nella storia
umana, si può andare avanti soltanto se il nuovo non rinnega il vecchio. Non
come fa l'Europa che, rinnegando le sue radici, si preclude di fatto il suo
futuro. (Dopo la grande crisi morale dell'Europa che arriva a disconoscere le
sue radici ebraico-cristiane, ecco puntuale la grande crisi materiale che
stiamo vivendo).
Cosicchè possiamo
affermare che la prospettiva britannica non è la sua "modernità",
ma al contrario il suo "arcaismo", il suo essere rimasta nel Medio
Evo. Il suo sistema di valori risale alla christianitas medievale.
Old England non è solo un modo di dire, ma è
proprio ciò che ha salvato dell'Europa pre-rivoluzionaria e pre-ideologica,
dell'Europa della concreta cristianità che fa la "modernità" e il
successo del mondo anglosassone di affrontare la vita.
Quindi al contrario di
Benigni, Scalfaro, Franceschini e tanti altri, io mi sento di fare non certo
l'apologia della Costituzione italiana ma della sola non-Costituzione
britannica, anche se oggi la Gran Bretagna purtroppo ha ceduto su molti fronti
come il "pensiero unico", il "politicamente corretto", il
"relativismo etico", il multiculturalismo ecc ecc ma questo è un
altro discorso.
D'altro canto, (a sua
giustificazione) è in buona compagnia perchè anche parte della Chiesa
cattolica, dopo l'ultimo Concilio, ha ceduto alle sirene della Modernità
proprio quando questa era già decotta.
E' il caso di dire che questi preti
hanno scoperto le categorie illuministe duecento anni dopo.
I soliti
ritardatari...
F.V.