domenica 3 giugno 2018

Mozart massone "solleva un principio molto importante: l’artista e la sua arte non sono separati, ma sono distinti"

Dal benemerito sito Una Vox ( uno dei primi spazi internet in Italia dedicato alla tradizione cattolica, link sotto) prendiamo un bellissimo articolo dedicato all'arte del Sommo Mozart "il prediletto degli dei" (Michel Parauty).
Ringraziamo il Vescovo Mons. Richard Willamson, Autore di questa "perla" teologica, morale e culturale.

La natura ha bisogno di musica,

quindi entrambe siano apprezzate.
Si paga un prezzo se entrambe vengono disprezzate.



Mozart contestato

Dopo la pubblicazione del numero 550 di questi “Commenti”, in cui si è altamente lodato Mozart (27 gennaio 2018), un lettore ha scritto in privato per esprimere le sue riserve sul famoso compositore: Mozart era un massone entusiasta, nella seconda parte della sua vita non ha scritto alcun lavoro importante per la Chiesa cattolica, e le sue opere trattano delle relazioni uomo-donna e della moralità in modo molto generico. 
Ora la musica è così importante per le anime che le obiezioni di questo lettore meritano di essere affrontate pubblicamente, in modo che le persone che non conoscono ancora Mozart possano essere incoraggiate – ovviamente non forzate – a usare la sua musica nei loro momenti di svago.

Mi si permetta quindi di mettere in evidenza alcuni principi per ciascuna di queste tre obiezioni del lettore.
Che Mozart fosse un massone solleva un principio molto importante: l’artista e la sua arte non sono separati, ma sono distinti. Ciò che rende la bontà morale dell’artista come persona non è lo stesso che rende la bontà artistica dei lavori che egli produce (Summa Theologiae, 1a 2ae, Q57, Art. 3). Così, Picasso era personalmente un mascalzone, ma la sua arte, puramente come arte, è brillante, mentre innumerevoli pittori vittoriani possono essere stati personalmente molto morali, ma i loro dipinti sono noiosi come l’acqua stagnante. Del pari, la Massoneria entrò certamente in alcune delle musiche tardive di Mozart, in particolare nel “Flauto Magico”, ma la sua musica si regge da sé, e certamente deve la sua bellezza non alla guerra della Massoneria contro Dio, ma ai genitori cattolici di Mozart e alla sua precoce educazione nella cattolicissima Austria dell’Imperatrice Maria Teresa.

In secondo luogo, che il maturo Mozart non abbia mai completato una grande opera per la Chiesa è vero nella misura in cui la Messa in C minore e il Requiem sono incompiuti, ma quante volte si suonano queste due opere, e con quale effetto religioso! Inoltre, c’è forse qualche pezzo di musica, così spesso suonato o cantato nelle chiese cattoliche e nelle cappelle come l’“Ave Verum Corpus” di Mozart? 
E se distinguiamo la musica implicitamente cattolica da quella esplicitamente cattolica, qualcuno può negare che Mozart, come Shakespeare, sia un formidabile portatore di valori cattolici, e nel caso di Mozart dei valori di armonia, ordine, bellezza e gioia per innumerevoli ascoltatori? 
E questi grandi artisti, implicitamente e per tradizione cattolica, non sono forse una misericordia di Dio per consentire ai post-cattolici di godere dei valori cattolici senza rendersene conto? 
Se i post-cattolici se ne rendessero conto, non ripudierebbero quei valori come fanno gli arroganti liberali che “destrutturano” Shakespeare nelle cosiddette “università” e lo stesso Mozart nei “conservatori di musica”. 
In effetti, gli attori e i musicisti liberali di oggi possono mai avvicinarsi al cuore di Shakespeare o di Mozart?  

Non lo possono!  
E perché?  
Perché quei cuori non sono essenzialmente liberali!
E in terzo luogo, alcune delle opere di Mozart sono in parte così spensierate da aver suscitato il disprezzo di Beethoven – “Non potrei mai scrivere opere così frivole”, diceva questi.  Però così si dimentica quello che è serio nelle stesse opere: accanto al flirt di Zerlina ci sono le fiamme della dannazione di Don Giovanni; a fianco del disorientamento del conte vi è la sua sincera scusa per la sua sofferente contessa; a fianco del Serraglio c’è la valorizzazione del perdono.
La vita reale in un mondo decaduto è insieme comica e seria. Si veda come all’inizio del “Don Giovanni”, Mozart combini musicalmente il duello e la morte di un duellante con il borbottante panico del servo-coniglio di Don Giovanni, Leporello.
Sicuramente Mozart, come Shakespeare, “ha visto la vita fermamente e l’ha vista interamente”, come diceva Matthew Arnold di Sofocle.

Tuttavia, un lato di Mozart rimane quello di un ragazzaccio (cfr. il film “Amadeus”), ed egli fa parte integrante di una cristianità già decadente alla fine del XVIII secolo. 

Ma se paragonata alla caduta subita da allora dalla musica, non si può dire che la sua musica è quasi angelica, senza essere così lontana dai nostri tempi da sembrare inaccessibile?
Ogni uomo nuoce alla sua anima abituandosi ad ascoltare musica che è spazzatura, con un poco o nessun valore intrinseco di melodia, armonia o ritmo. 

Egli invece solitamente non danneggia la sua anima abituandosi alla musica di Mozart, al contrario.
Kyrie eleison.

Fonte: Una Vox QUI