lunedì 9 luglio 2018

Quelli che lanciano accorati appelli di umanità "ho pensato, ho desiderato che morisse qualcuno sulla nave Aquarius"

In una chiesa di Spoleto è comparso questo cartello ( v.foto).
Premesso che il razzismo in quanto tale non è assolutamente compatibile con la Fede cristiana e neppure con l'intelligenza umana dobbiamo ricordare che la chiesa non è del Prete ma di Cristo, tutti possono entrare soprattutto i peccatori come i razzisti...
seguendo questa logica non dovrebbero entrare in Chiesa ...
La Chiesa esiste per i peccatori e non solo per i Santi.
Dai progressisti cattolici ( v.sotto) che proclamano invece SOLO le proprie idee ... ci salvi Iddio!

«Cari illuminati di sinistra, vi siete mai chiesti perché gli italiani non la pensano come voi?» 

Ieri non ha letto su Repubblica l’appello dei dodici finalisti del Premio Strega che chiedono venga revocato immediatamente l’ordine di chiusura dei porti, «ma è come se l’avessi fatto, questo genere di appelli sono tutti eguali ed estremamente prevedibili». 
Solo il giorno prima Luca Ricolfi, sociologo, docente di Analisi dei dati all’Università di Torino e responsabile scientifico della Fondazione David Hume, sulla scorta del sondaggio Ipsos che dava il 71 per cento degli italiani a favore della linea dura di Salvini – «non solo gli elettori che votano destra o Cinque Stelle, ma anche un terzo degli elettori del Pd» –, aveva firmato una lettera agli illuminati sul Messaggero: «Cari politici progressisti, cari intellettuali impegnati, cari manager illuminati, cari prelati, scrittori, cantanti, professori, conduttori televisivi, giornalisti che ogni giorno vi esercitate in accorati appelli a coltivare il senso di umanità, vi siete mai chiesti perché tanti italiani non la pensano come voi?».
In compenso, racconta a tempi.it «ho ascoltato (sta su youtube) il pensiero di uno di questi premi-Strega, che pochi giorni fa, quando la Aquarius non era ancora arrivata a Valencia, ha confessato: “Io stesso, devo dire, con realpolitik, di cui mi sono anche vergognato, ieri ho pensato, ho desiderato che morisse qualcuno sulla nave
Aquarius. Ho detto: e adesso, se muore un bambino, io voglio vedere che cosa succede del nostro governo”.
Non è nemmeno il caso di specificare chi, in particolare, abbia fatto un simile miserabile ragionamento perché, a giudicare dalle non-reazioni del mondo progressista (e anzi dalle difese d’ufficio delle sue parole, che sarebbero state “estrapolate dal contesto”) viene da pensare che quel che è scappato a un singolo intellettuale sia il retro-pensiero di molti. Un retro-pensiero che non è solo segno di mancanza di umanità ma anche di scarso interesse per il bene comune. Io trovo profondamente barbaro l’atteggiamento di chi cova in sé un odio e un disprezzo per l’avversario politico così grandi da augurarsi qualsiasi cosa possa nuocere al nemico: oggi che muoia un bambino, domani che salga lo spread e l’Italia vada a picco. E guardi che io non amo per niente questo governo, e l’unica posizione pubblica esplicita che ho preso prima del voto è stata contro Lega e Movimento Cinque Stelle, perché li ritenevo (e li ritengo) un pericolo per l’economia italiana. Ma questo non mi induce a sperare che mandino a picco il paese, tutto al contrario spero siano in grado di dimostrarmi che mi sbagliavo».

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Ora la parte progressista cattolica (che proclama sol se stessa) passa alla contestazione fisica:
I preti, le suore e i vescovi di frontiera ora scendono in piazza con un “digiuno contro le politiche migratorie del Governo”: martedì a mezzogiorno sotto le finestre del Vaticano e poi per dieci giorni sotto quelle di Montecitorio dalle 8 alle 14 ci saranno padre Alex Zanotelli, il vescovo emerito di Caserta monsignor Raffaele Nogaro, don Alessandro Santoro della Comunità delle Piagge di Firenze, suor Rita Giaretta di “Casa Ruth” e padre Giorgio Ghezzi. Dopo aver indossato la maglietta rossa lo scorso sabato raccogliendo l’appello di don Luigi Ciotti, di Arci, Anpi e Legambiente, padre Zanotelli – che dopo anni di vita a Korogocho ha scelto di abitare nel rione Sanità di Napoli – ha deciso con altri di continuare a schierarsi in solidarietà ai migranti.

Un digiuno che suona come un appello alla Cei, alle singole comunità parrocchiali ma anche al Terzo Settore. “Proponiamo – scrivono nell’appello il gruppo di preti e suore – un piccolo segno visibile, pubblico: un digiuno a staffetta con un presidio davanti al Parlamento italiano per dire che non possiamo accettare questa politica delle porte chiuse che provoca la morte nel deserto e nel Mediterraneo di migliaia di migranti”.

Tra i firmatari anche un nome di spicco come quello di monsignor Nogaro ma anche l’adesione della Comunità del Sacro Convento di Assisi: “Quanto sta accadendo è il naufragio dei migranti, dei poveri, dei disperati, ma è anche il naufragio dell’Europa, e dei suoi ideali di essere la “patria dei diritti umani”. 
È un crimine contro un’umanità impoverita e disperata, perpetrato dall’opulenta Europa che rifiuta chi bussa alla sua porta. 
Un rifiuto che è diventato ancora più brutale con lo scorso vertice dell’Ue dove i capi di governo hanno deciso una politica di non accoglienza. 
Anche l’Italia, ha deciso di non accogliere, di chiudere i porti alle navi delle Ong e di affidare tale compito alla Guardia Costiera libica, che se salverà i migranti, li riporterà nell’inferno che è la Libia”.

Martedì in piazza ci sarà anche don Alessandro Santoro che da anni vive in un quartiere periferico e difficile di Firenze e non ha mai dimenticato di metterci la faccia nei momenti più difficili in cui i diritti delle persone venivano messo in discussione.


Perché avete deciso di scendere in piazza, don Alessandro?
Le scelte attuate da questo Governo sono incompatibili con il Vangelo e la Costituzione. 
I politici stanno giocando sulla pelle delle persone. 
Il principio di umanità, che non è legato solo alla fede delle persone, dev’essere salvaguardato. 
Scendiamo in piazza per difenderlo con le armi che abbiamo: il nostro corpo. 
Cercheremo di opporci in maniera pacifica ma determinata a questa scelleratezza che si sta compiendo.

Una voce nel deserto.
C’è un silenzio strano che ha un sapore amaro. 
Questo silenzio sa di prudenza e di paura di perdere privilegi. Stride soprattutto il silenzio della Chiesa: la Cei deve avere una posizione più netta e chiara. 
Quello che stiamo facendo noi lo avrebbe potuto fare anche la Cei. 
Sui principi di umanità è la Chiesa che deve prendere posizione in maniera inequivocabile.

Fonte della seconda parte: Tempi QUI
Fonte della terza parte: Il Fatto Quotidiano QUI