martedì 16 giugno 2020

Il passato è condizione comune a tutti: anche di quei sessantottardi impenitenti che oggi vivono la tragica realtà di essere sul viale del tramonto

Dai "commenti" in un post riferiti a un Sacerdote che ha "rovinato" con degli inopportuni commenti una bella festa ad un giovane e devoto chierico leggiamo:



"È il solito guardiano della rivoluzione di turno... patetico il tirare in ballo la solita anima sconcertata, evidentemente non
verificabile, che si lamenta. 
Non so e non mi importa molto se sia una devota in carne, ossa ed annessa lingua pronta alla denuncia o piuttosto un'anima creata dalla fantasia dello professore allarmato dall'uso di qualche pianeta, cosa peraltro che fa intendere che la funzione in questione sia stata una concelebrazione e che dunque si trattasse non solamente di una messa celebrata col messale nuovo, ma ancora in una delle forme, la concelebrazione appunto, più tipiche frutto del Concilio. 
Di che paure si fa dunque allarmato portavoce il nostro autore? 
Di un anche solo esterno e remoto legame con la Chiesa preconciliare, desiderata morta, sepolta e per ciò destinata al museo...tra le curiosità di un mondo passato.
Peccato che il passato sia condizione comune a tutti, ed anche questi sessantottardi impenitenti vivano oggi la tragica realtà di essere sul viale del tramonto, imprigionati tra il desiderio di protrarre all'infinito l'alba di un mondo nuovo, chimera della loro giovinezza, e la cruda ma provvidenziale realtà che una nuova generazione di sacerdoti, non ideologicamente arrabbiati con la chiesa preconciliare, prima o poi li sostituirà, non fosse altro che per ragioni anagrafiche.
Non resta che una consolazione per il nostro piccolo professore di seminario di periferia: la stola verde a sciarpa di cui si vede rivestito cliccando il nome su google, di certo non finirà al museo..."

Fonte: MiL QUI