domenica 20 dicembre 2020

Il Papa ha impedito la chiusura delle chiese nel periodo natalizio?

Dagli ambienti prossimi a Santa Marta si sta diffondendo in questi giorni questa considerazione pre-natalizia,  indirizzata ovviamente ai cattolici italiani, " Criticate pure il Papa... ma è grazie a lui che possiamo andare a messa a Natale: se fosse stato per i vertici della CEI le chiese sarebbero state già sbarrate". 
Lasciamo irrisolto questo interrogativo, che  sottolinea semmai  lo stato di sudditanza dei feudatari, proni all'attuale potere politico italiano artificiale ed artificioso, che comandano in CEI. 
A chi interesserebbe, nel clima di diffidenza attuale, il puntellamento dell'attuale governo da parte degli improvvisati muratori/vescovi  vertici della CEI?
Il laicato, immerso nella concretezza della sempre più difficile quotidianità,  non ascolta più da tempo le "indicazioni di voto"  di  un vescovo o di un parroco... quale sarebbe quindi la "forza di voto" attribuito virtualmente alla gerarchia?
Eppure, con l'intento evidente di favorire il governo, ieri qualche organo di stampa  aveva chiosato frettolosamente che le parole conclusive del Papa all'Angelus della quarta domenica di Avvento andavano interpretate come un " appoggio alle misure restrittive governative" oppure "accettate le misure governative" come compare su qualche social.
Portiamoci dunque sulla pagina ufficiale della Santa Sede (link sotto) che riporta come sempre il testo completo che il Papa ha proclamato della riflessione domenicale dell'Angelus.

Utilizziamo l'opzione " trova in questa pagina " digitando " govern o governo o governativo o governanti"  e troveremo come risultati della ricerca solo questo  " la pandemia di coronavirus ha causato un particolare disagio ai lavoratori marittimi. Molti di loro – si calcola circa 400.000 in tutto il mondo – sono bloccati sulle navi oltre i termini dei loro contratti e non possono tornare a casa. Chiedo alla Vergine Maria, Stella Maris, di confortare queste persone e tutti quelli che vivono situazioni di difficoltà, ed esorto i governi a fare il possibile perché possano ritornare tra i loro cari." 
Non c'è stato quindi il tanto desiderato appoggio (in cambio di che?) alle recenti misure governative rese note cinicamente dal governo italiano alla vigilia delle feste natalizie dopo un concepimento di mesi. 
Le parole conclusive del Papa dell'Angelus di ieri 20 dicembre 2020 riflettono quelle che tantissime volte abbiamo ascoltato dai papi e dagli uomini di chiesa:  ritornare al vero, originario spirito natalizio purificato dalle pesantissime incrostazioni consuministe. 
Sostenuti dalla gioia che promana dalla grotta di Betlemme e della  bella tradizione italica è bello e salutare ritornare nelle consuetudini dei regali per i propri cari, delle cene e dei cenoni in famiglia e delle sane scampagnate nel giorno di Santo Stefano. 
Il Papa ha detto ieri:
"In questo tempo difficile, anziché lamentarci di quello che la pandemia ci impedisce di fare, facciamo qualcosa per chi ha di meno: non l’ennesimo regalo per noi e per i nostri amici, ma per un bisognoso a cui nessuno pensa! E un altro consiglio: perché Gesù nasca in noi, prepariamo il cuore: andiamo a pregare. Non lasciamoci “portare avanti” dal consumismo: “devo comprare i regali, devo fare questo e quello…”. Quella frenesia di fare tante cose… l’importante è Gesù. il consumismo, fratelli e sorelle, ci ha sequestrato il Natale. Il consumismo non è nella mangiatoia di Betlemme: lì c’è la realtà, la povertà, l’amore. Prepariamo il cuore come ha fatto Maria: libero dal male, accogliente, pronto a ospitare Dio." ( Sito della Santa Sede QUI )
AC
 
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