Il metropolita Hilarion esprime forti preoccupazioni per gli sviluppi della crisi in Siria. “Gli americani sacrificano cristiani e musulmani”
Mentre sembra sempre più vicino un intervento militare occidentale contro il regime di Bashar al-Assad, accusato dagli Usa di aver usato armi chimiche contro la popolazione, la Chiesa ortodossa russa esprime "forte preoccupazione" per i possibili sviluppi della crisi. "Ancora una volta, come nel caso dell'Iraq, gli Stati Uniti si comportano da giustizieri internazionali", ha denunciato il metropolita Hilarion di Volokolamsk, presidente del Dipartimento per le relazioni esterne del Patriarcato di Mosca.
Parlando con l’agenzia missionaria AsiaNews, il rappresentante della Chiesa ortodossa russa ha criticato duramente la posizione degli Stati Uniti, che "in maniera assolutamente unilaterale, senza alcun avallo delle Nazioni Unite, vogliono decidere loro il destino di tutto un Paese con milioni di abitanti".
"Ancora una volta - ha avvertito Hilarion - migliaia di vittime saranno sacrificate sull'altare di un'immaginaria democrazia". Tra queste, secondo il metropolita, vi saranno prima di tutto "i cristiani, della cui sorte nessuno si preoccupa". Proprio loro "rischiano di diventare gli ostaggi principali della situazione e le principali vittime delle forze estremiste radicali, che con l'aiuto degli Stati Uniti andranno al potere". "La comunità internazionale - ha concluso - deve fare di tutto per evitare che gli avvenimenti possano avere un tale sviluppo".
Bambini siriani messi sotto ghiaccio, in Siria arrivano i missili russi anti-nave e da fonti arabe escono fuori i piani della Nato
( Da Agere contra )
di Angelo Iervolino
L’occidente usa qualsiasi mezzo per scatenare la terza guerra mondiale, e la Russia risponde con la fornitura di missili supersonici anti-nave alla Siria, nel frattempo escono fuori tutti i particolari sulla riunione ad Amman.
27 Agosto 2013 – Sconcertanti notizie che arrivano dalla rete, che se venissero confermate aprirebbero un nuovo scenario sulla morte dei poveri bambini siriani, in ogni caso le foto non lasciano molti dubbi.
“Ecco un documento agghiacciante. I bambini messi sotto ghiaccio per conservarne i corpi per almeno due giorni.
Queste piccole vittime innocenti erano state uccise col gas dai mercenari atlantisti in luoghi diversi.
Dovevano poi essere radunati nel luogo della sceneggiata e sembrare uccisi da poco. Per conservarne i corpi, con quelle alte temperature, sono stati messi sotto ghiaccio. Ricordiamo che le prime immagini del massacro hanno cominciato a circolare il giorno 20, quando il massacro dovrebbe essere avvenuto, secondo questi delinquenti, il giorno 21. Per cui le foto erano disponibili un giorno prima dei fatti…. Nel testo si dice 21 Agosto, ma l’occhiello in rosso evidenzia la data di pubblicazione, il 20”.
Mentre l’occidente Stati Uniti D’America ed Inghilterra in testa premono per un attacco anche senza l’autorizzazione delle Nazioni Unite, le dichiarazioni del nostro Ministro degli esteri riportate ieri dall’ANSA “Una campagna internazionale per l’esilio del presidente siriano Bashar al Assad o il suo deferimento alla Corte penale internazionale ”potrebbero evitare l’intervento militare” e lo spargimento di altro sangue.
Lo ha detto il ministro degli Esteri Emma Bonino a Radio Radicale.”, ancor prima che gli ispettori del ONU abbiano completato il loro lavoro, mi sembrano poco caute. Vorrei ricordare al Ministro degli Esteri Bonino che una entrata in guerra diretta dell’Italia contro la Siria, metterebbe in serio pericolo la popolazione italiana da possibili contrattacchi anche nucleari alle oltre 107 basi Nato presenti sul nostro territorio, in particolare la Sicilia usata come portaerei americana sarebbe la regione più esposta.
La situazione della Siria oggi è cambiata, non è più sola come in passato, oltre alla Russia che intensificherà la sua presenza nel Mediterraneo, come ha annunciato il Colonnello Leonid Ivashov, Presidente dell’accademia russa di problemi geopolitici, dopo la decisione del Pentagono di inviare la nave da guerra USS Mahan negli stessi mari, (in questi giorni le navi russe sono state schierate davanti alle coste siriane in difesa della Siria), e gli sciiti libanesi dell’Hezbollah, vi è anche il sostegno dell’Iran che avrebbe mandato minimo 4.000 mila guardie rivoluzionarie in territorio siriano per sostenere l’esercito di Assad. “Siamo molto preoccupati – ha detto Abbas Araghchi, portavoce del ministero iraniano degli Esteri – per le informazioni sull’uso di armi chimiche in Siria e condanniamo con forza l’uso di queste armi. Esistono prove che sono stati i gruppi terroristici a commettere simili atti”.
La Cina è schierata con Russia e Iran in difesa della Siria. Non dimentichiamoci la Corea del Nord in possesso di armi nucleari in grado di colpire obbiettivi sia in Europa che in America. Israele sarebbe la prima vittima del contrattacco del blocco Siriano. La Turchia del dittatore Recep Tayyp Erdogan, si e dichiarata pronta ad intervenire contro la Siria anche senza l’autorizzazione del ONU.
Quindi un quadro estremamente pericoloso, dove tutti e specialmente i politici europei dovrebbero muoversi con estrema cautela, e pensare che ogni mossa sbagliata potrebbe mettere in pericolo la vita di milioni di cittadini europei.
In ogni caso sembra che i paesi occidentali abbiano già deciso cosa fare.
Da fonti arabe arrivano notizie di una riunione che si è tenuta ieri ad Amman capitale giordana per discutere della situazione in Siria. Alla riunione conclusa verso mezzogiorno hanno partecipato i capi di Stato Maggiore degli Stati Uniti d’America, Gran Bretagna, Francia, Germania, Italia, Canada, Arabia Saudita, Qatar e Turchia. La fonte ha confermato che alcuni membri della “coalizione” opposizione siriana, stanno cercando di candidare l’ex ufficiale siriano Manaf Talas dissidente a svolgere un ruolo nella scena politica e militare del “post-Assad”, invitandolo anche alla riunione.
La fonte ha riferito che Talas è arrivato ad Amman a bordo di un aereo militare che aveva a bordo il capo di Stato Maggiore Francese, quello Turco e dell’Arabia Saudita. Secondo le informazioni trapelate da Oman, le discussioni hanno affrontato due punti principali: l’introduzione di unità militari sotto il comando di Manaf Talas a Damasco dopo gli attacchi mirati della NATO su i siti militari strategici, e fissare la linea di cessate il fuoco tra la Siria e Israele, dopo la disintegrazione dell’esercito siriano, soprattutto in prossimità della capitale e le aree circostanti, in particolare l’estensione verso sud fino al confine giordano. Il capo del “Consiglio Nazionale Siriano”, al momento, Burhan Ghalioun, ha offerto carte militari al segretario di Stato Hillary Clinton durante un incontro a Vienna all’inizio di dicembre 2011, come ha rivelato Al-Rai Kuwait, tra cui una richiesta di bombardamento di 35 siti militari e di sicurezza: nella Siria centrale, siti nella capitale siriana e nei suoi dintorni, e nelle province di Homs, Aleppo, Latakia e Tartous, per consentire ai ribelli siriani di rovesciare il regime di Assad, nel documento gli obbiettivi tra le altre cose comprendono:
1) Depositi e postazioni strategiche di armi nucleari nella zona montagne “Kalamoon” e la zona a nord dei voli di base “coscienza”.
2) sede della Guardia Repubblicana e la quarta divisione nella “Qasion Monte” ovest di Damasco (colpite da Israele con missili e testate all’uranio impoverito all’inizio di quest’anno).
3) quartier generale della leadership di prima fascia e la fascia a sud di Damasco settimo (al fine di aprire la strada ai ribelli).
4) stazioni di ricognizione aerea a quattro “collina caldo” a sud di Damasco e “Hnchar” a sud di Homs, e la “Torre di Islam” a nord di Latakia e “Marj Al Sultan” est di Damasco e “Naemeh” est di Daraa (gli ultimi due sono stati distrutti dal “Esercito libero” in attacchi precedenti quest’anno e l’anno scorso).
5) fabbriche da difesa ad Hama, Homs e Aleppo (che forniscono razzi a Hezbollah, e armi non convenzionali strategiche all’esercito siriano).
6) stazioni di guerra elettronica in ed intorno a Damasco.
7) Dipartimento di guerra chimica.
(traduzione arabo-italiano google)
Il 25/08/2013 la CBS diffonde la notizia della fornitura da parte della Russia dei missili supersonici anti-nave.
Ecco cosa dicono i giornali americani:
“Barack Obama nella sua mossa completamente folle di tentare di avviare la terza guerra mondiale sta cercando di ottenere la distruzione dell’America e della nostra Marina?
La Russia ha appena inviato i loro missili anti-nave più avanzati alla Siria in un chiaro avvertimento che qualsiasi attacco contro la Siria non andrà senza risposta.
Il New York Times cita anonimi funzionari statunitensi che hanno dichiarato che i missili potrebbero essere utilizzati per contrastare ogni possibile futuro intervento militare straniero in Siria.”
I P-800 Oniks russo П-800 Оникс; in inglese Onyx, noto anche in mercati di esportazione come Yakhont, in inglese rubino o zaffiro, è un missile anti-nave sovietico supersonico da crociera sviluppato da NPO Mashinostroyeniya come una versione ramjet di P-80 Zubr.
La sua designazione GRAU è 3M55. Il suo sviluppo è iniziato nel 1983, e dal 2001 il missile può essere lanciato da terra, mare, aria e sottomarini. Il missile ha il nome in codice NATO SS segnalazione-N-26.
E’ la sostituzione del P-270 Moskit, ma forse anche del P-700 Granit. Il P-800, è stato utilizzato come base per il missile supersonico russo-indiano BrahMos.
Ecco, che cosa potrebbe accadere alla Marina degli Stati Uniti d’America se Obama decidesse di lanciare un attacco contro la Siria.
Il popolo americano è fortemente contrario al coinvolgimento militare degli Stati Uniti d’America in Siria. Un recente sondaggio condotto da Reuters ha mostrato che il 60 per cento degli americani si oppongono all’intervento in Siria.
(traduzione google)
Gli americani non hanno dimenticano le dichiarazioni di Bush ed Hillary Clinton che rivelano come lo stesso governo americano sia stato la causa delle ultime guerre e del 11/9, visto che al-Qaeda è stato non solo finanziato, ma creato dagli americani per contrastare la Russia in Afghanistan.
26/08/2013
Cecchini hanno aperto il fuoco a sud di Damasco contro il convoglio di auto degli ispettori Onu incaricati di indagare sul presunto uso di armi chimiche.
Non sono stati identificati, ha riferito un portavoce dell’Onu, aggiungendo che ”il primo veicolo del team di indagini sulle armi chimiche è stato colpito deliberatamente varie volte da cecchini non identificati nell’area della zona cuscinetto”. L’auto, ha aggiunto, non è più utilizzabile.
L’esercito siriano ha messo a segno due colpi:
sono stati catturati 13 terroristi che si erano infiltrati al mercato della località di Tal-Kalakh, sequestrate le loro armi e munizioni, e l’aviazione siriana ha bombardato postazioni dei ribelli.