martedì 3 maggio 2016

"Le elites europee, cessato di credere nel Cristianesimo, cominciarono a convertirsi alle ideologie"

“Senza Cristo crolla la civiltà. Solo Putin l’ha capito”
Maurizio Blondet 3 maggio 2016 12
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MB – Questo sopra è il titolo di un recente articolo di Pat Buchanan: grande giornalista, intellettuale, conservatore di vecchio stampo (quindi ostile ai
neo-conservatives), molti anni fa si candidò anche alla Casa Bianca, naturalmente senza esito. 
Traduco qui questa sua limpida diagnosi della malattia terminale dell’Occidente. 
Per molti motivi, che alcuni capiranno, e renderanno altri lettori rabbiosi: non ultimo movente di questo post, lo confesso.

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“In una delle sue ultime colonne, Dennis Prager [un altro influente columnist] ha un’acuta osservazione: “La stragrande maggioranza degli intellettuali conservatori ha una visione della vita laica. 
Essi non si rendono conto del disastro a cui l’ateismo ha portato in Occidente”.
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Questi conservatori a-religiosi credono che “l’America può sopravvivere alla morte di Dio e della religione”, ma – dice Prager – sbagliano. 
La religione di un popolo, la sua fede, crea la sua cultura, e la sua cultura crea la sua civiltà. 
E quando una fede muore, muore la cultura, muore la civiltà – e anche quel popolo comincia a morire.
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Non è questa la storia attuale dell’Occidente? 
Oggi nessuna grande nazione dell’Occidente ha una natalità capace di scongiurare l’estinzione dei suoi nativi. 
Per la fine del secolo, altri popoli ed altre culture avranno in gran parte ripopolato il Vecchio Continente. 
 L’Uomo Europeo pare destinato a finire come le 10 tribù perdute di Israele: superate in numero, assimilate e scomparse. 
E mentre i popoli europei, Russi, Tedeschi, Britannici, Baltici, calano in numero, la popolazione dell’Africa, stima l’ONU, raddoppierà in 34 anni, giungendo a due miliardi.
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Che cosa è avvenuto all’Occidente?
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Come ha scritto G.K. Chesterton, quando gli uomini cessano di credere in Dio, non è che da allora non credono in nulla; è che credono a qualunque cosa. 
Le elites europee, cessato di credere nel Cristianesimo, cominciarono a convertirsi alle ideologie, quelle che Russel Kirk chiamava “religioni secolari”. Per un certo tempo, queste religioni laiche – Marx-leninismo fascismo, nazismo – hanno conquistato i cuori e le menti di milioni. 
Ma sono oggi tra gli dèi che hanno fallito nel 20 secolo.
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Pat Buchanan 918
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Adesso l’Occidente abbraccia le fedi più nuove: egualitarismo, democratismo, capitalismo, femminismo, ambientalismo, mondialismo. 
Anche queste danno significato alle vite di milioni; ma anche queste sono sostituti inadeguati della fede che ha creato l’Occidente. 
Ciò, perché manca a loro la cosa che il cristianesimo ha dato all’uomo: una causa non solo per la quale vivere, e per la quale morire, ma un codice morale con cui vivere tutti i giorni – con la promessa che, termine di una vita vissuta secondo quel codice, viene la vita eterna.
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L’Islam fornisce questa promessa. 
Il secolarismo, non ha niente da offrire che eguagli una simile speranza.
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Se guardiamo ai secoli passati, vediamo quel che ha fatto la fede. Quando, dopo la caduta dell’impero romano, l’Occidente abbracciò il cristianesimo come fede superiore a tutte le altre – in quanto il suo fondatore era il Figlio di Dio – l’Occidente è andato avanti a creare la civiltà moderna, e poi è uscito alla conquista del mondo conosciuto.
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Le verità che l’America ha insegnato al mondo, l’inerente dignità e valore dell’uomo, e l’inviolabilità dei diritti umani, risalgono alla cristianità, che insegna che ogni persona è figlia di Dio. 
Oggi però, con il cristianesimo morto in Europa, e lentamente morente in America, la cultura occidentale diventa sempre più corrotta e decadente, e la civiltà occidentale è visibilmente in declino. Rudyard Kipling ha previsto tutto ciò in “Recessional”:
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“Le nostre flotte inviate lontano si son dissolte, su dune e promontori affonda il fuoco: ecco, tutta la grandiosità di ieri ha avuto lo stesso destino di Ninive e Tiro”.
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Tutti gli imperi dell’Occidente sono svaniti, e i figli dei popoli un tempo soggetti attraversano il Mediterraneo per ripopolare i paesi materni, i cui abitanti nativi invecchiano, calano e muoiono. 
Dal 1975, due sole nazioni europee hanno mantenuto un tasso di natalità sufficiente a tener vivi i loro popoli: l’Albania musulmana e l’Islanda. 
Date le popolazioni che rimpiccioliscono e le ondate di immigrati che arrivano dall’Africa e dal Medio Oriente, prima della fine del secolo si può prevedere un’Europa islamica.
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Vladimir Putin, che ha visto da vicino la morte del marxismo-leninismo, sembra capire l’importanza cruciale del cristianesimo pe Madre Russia; cerca di far rivivere la Chiesa ortodossa e di iscrivere il suo codice morale nella legislazione della Russia.
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E che dire dell’America, il “Paese di Dio”? Il cristianesimo è stato scomunicato dalle scuole e dalla vita pubblica da due generazioni; l’insegnamento del Vecchio e Nuovo Testamento rigettato per legge; e da allora abbiamo assistito a un declino sociale sorprendentemente ripido. 
Dagli anni ’60 l’America ha toccato nuovi record in fatto di aborti, delitti violenti, carcerazioni, consumo di stupefacenti. 
 Lo Aids non è comparso che dopo gli anni ’80, ma centinaia di migliaia ne sono già morti, e milioni soffrono di questa e delle patologie connesse.
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Il 40 per cento delle nascite in Usa avvengono fuori dal matrimonio. 
Per gli ispanici, il tasso di nascite illegittime è oltre i 50%; per i neri, oltre il 70. 
Nelle scuole superiori americane i punteggi degli studenti scendono di anno in anno, e si avvicinano ai dati del Terzo Mondo. 
Il suicidio sta crescendo come causa di morte fra i bianchi di mezza età; e le visioni laiche non hanno risposta alla domanda: ‘perché non farlo?”.
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Come ha scritto Samuel Johnson: “E’ piccolissima la parte di sofferenze del cuore umano che leggi e re possono curare”. 
I conservatori secolaristi forse hanno dei rimedi per alcune delle malattie dell’America. 
Ma, come ha visto Johnson, nessuna politica laica può curare la malattia dell’anima dell’Occidente: la perdita della fede, perdita che appare irrecuperabile”.
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(un mio commento )

Che la civiltà occidentale sia giunta al suo capolinea epocale – o nel suo vicolo cieco – , è sensazione comune anche (spero per loro) fra gli atei: crisi terminale del capitalismo che non sa come uscirne avendo consumato tutta la valigia dei trucchi, degrado morale e dissociazione sociale, consunzione dell’individualismo edonista in nichilismo e voglia di morte. 
Le nuove “conquiste” e i “diritti” per cui si battono gli ultimi progressisti non hanno la forza di ottimismo delle vecchie “magnifiche sorti e progressive” della grandi loro ideologie: sono conquiste mortuarie e funebri, l’aborto, l’eutanasia, i “matrimoni” spettrali fra funerei invertiti…

Ci arrivano (forse) anche loro, le masse atomizzate e ormai disorientate di desideranti, consumatori insaziabili di prodotti-standard e i loro “dirigenti” e psico-poliziotti del progressismo. 
Ciò che rigettano con furia, con rabbia pazza ( e perciò sospetta: hanno terrore) è la diagnosi che Buchanan enuncia con tanta franca semplicità: la nostra civiltà è al capolinea perché ha rifiutato la fede. 
Quella cristiana, specificamente. 
L’odio irrazionale, sbavante, che il progressismo radicale vigente tributa a Vladimir Putin è il presentimento che la salvezza della civiltà richieda una “rettificazione”, l’adesione a un codice morale quotidiano, a dogmi esigenti fondati nella storia del popolo, la rinuncia all’edonismo microscopico e pullulante; la fine della vacanza dell’edonismo dozzinale e standard a cui le masse atomizzate europee si credono (son fatte credere) “liberate”, emancipate dai “dogmi e tabù”.
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E’ comicamente sintomatica, per contro, l’adorazione che i gestori intellettuali del progressismo terminale – da Pannella a Bertinotti, da Eugenio Scalfari all’intero corpo dei giornalisti ‘de sinistra’ – tributano a “Francesco”, come lo chiamano affettuosi: proprio mentre – con l’alta gerarchia clericale – questo è impegnato freneticamente a diroccare l’edificio che ha creato la civiltà, la moralità civile, la cultura, i nobili costumi (la Cavalleria) oggi stracciati e calpestati, a smontare la Chiesa de-sacramentalizzandola, per farla diventare un’ausiliaria della religione generica adatta al governo unico mondiale – questi miscredenti smarriti, adoranti, aspettano da ‘Francesco’ una via d’uscita al capolinea in cui si sono cacciati. 
Son diventati clericali, ad ogni occasione citano le frasi di “Francesco”: ovviamente le più anticristiane, tipo “chi sono io per giudicare?”. 
Bevono da lui il loro nuovo catechismo, che li conferma nella “fede” laica. 
Che buffo e triste spettacolo. 
Mortuario anche questo.

Ma ciò non esime noi – i quattro gatti cattolici rimasti – da chinarci sull’ultima parola di Buchanan. “Irrecuperabile”. 
Anche noi, che “crediamo” di aver fede, siamo feriti dalla temperie, dal Satana collettivo che infuria sull’Occidente come leone ruggente. 
Non basta riconoscere che ci vuole la fede cristiana per mantenere e ricostruire la civiltà; la fede, bisogna averla, viverla. 
Lo facciamo davvero, noi che andiamo a Messa? 
Le protezioni soprannaturali diroccate dalla Gerarchia traditrice, c’erano nella liturgia, ci lascia esposti al leone ruggente. 
La nostra fede è davvero più che una briciola?

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Dopo l’inevitabile ghigno maligno (era un mio avversario, ultra filo israeliano, frequentatore dell’universtà di Herzlya, ossia del Mossad…) mi sono chiesto: può capitare anche a me? 
Quello si è svestito della sua “fede cattolica” come fosse un abito…che dico, un abito? 
Come fosse una maschera di carnevale, un naso finto di cartapesta applicato sul volto con l’elastico, di cui s’è liberato senza difficoltà alcuna per andare a inseguire un po’ di sesso, un piacere di cui doveva pur sapere – pieno com’è di dottrina – che inganna e non dura, di cui si pentirà presto. 
 Il suo vero volto era dunque questo, l’edonismo dozzinale e standard; e la fede in Cristo, solo il suo costume carnevalesco, il suo naso di cartapesta.

Anche la mia – la mia personale – è forse un naso di cartapesta. 
E’ posticcia e superficiale come un costume di carnevale. 
Lo so. Sono anch’io della generazione infettata. 
Mi guardi la Vergine santa, perché posso fare lo stesso, e anche peggio. 
Io credo – anzi- so – che questa generazione che s’è emancipata farà la fine di tutte le civiltà che si “liberarono”: sarà spazzata via dal mondo, perché ne è diventata un peso inutile. 
So – più che credere so – che l’uomo è fatto per servire Dio, e quando cessa, viene sostituito. 
La Chiesa è diroccata e senza rifugio, siamo rimasti quattro gatti e la nostra fede non è minimamente sufficiente per affrontare i tempi, la crisi epocale e il Leone ruggente.
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Però, posso testimoniare una cosa. Verissima. 
In questi tempi, con “questa” Chiesa in dissoluzione, con un cattolicesimo che ha rinunciato alla missione e preti che insegnano la “pastorale ecumenica” – ci son giovani che vengono chiamati. Vengono scelti ad uno ad uno, ricevono chiamate attraverso incontri e messaggi che è impossibile raccontare – perché sono inequivocabilmente soprannaturali. 
Ne ho conosciuto, nell’ultimo anno, almeno tre. Erano giovani perduti, immischiati nei piaceri standard; giovani a cui nessuno ha mai parlato della fede (salvo un vecchia nonna) specificamente cattolica. Eppure, dopo aver risposto alla chiamata, all’incontro con ua persona mai più incontrata, essi riscoprono tutto: intendo tutto il cattolicesimo. Tradizionale, tomistico, liturgico e gregoriano, quello abbandonato dalla Chiesa gerarchica. Sono cattolici integrali. Uno di questi chiamati m’è venuto a trovare qualche settimana fa, adesso, sposato e con figli, insegna (insegna!) Tommaso d’Aquino, la philosphia perennis, in una università spagnola: con santa faccia tosta e vera dottrina. 
La dottrina che chi l’ha chiamato, gli deve aver insegnato. 
Io ho un briciolino di fede, che non resisterà alla persecuzione. 
Ma vedo che Cristo sta chiamando uno per uno quelli che la ricostruiranno, in un futuro molto prossimo che io non vedrò; sta arruolando i commandos, i martiri gloriosi, gli eroi virili – e qualche amazzone ferocissima – dell’ultima battaglia.
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Quindi, sono sereno. 
Ci sarà una civiltà, anche nel domani che non vedrò, dopo la catastrofe. I cristiani saranno forti allora. 
Ci sarà un impero cristiano, come dicono alcune profezie – non una repubblica. 
Un impero santo. 
Non una democrazia.


Maurizio Blondet