venerdì 25 gennaio 2013

Perseguitare i Cattolici : seguire con accanimento, tallonare, non dare fiato, evitare che abbiano voce !

Forse sfugge a molti cattolici il concetto di persecuzione, abituati come sono a considerare tale soltanto la lotta aperta ai cristiani, con le ghigliottine e le fucilazioni. 
Abbiamo due osservazioni da considerare. 
La prima proviene direttamente da Nostro Signore, il quale ci ha detto che saremo sempre perseguitati. 
Sempre! 
Cioè anche quando non ci sono tribunali e palchi di tortura. 
La seconda proviene dall'etimologia: perseguitare significa seguire con accanimento, tallonare, non dare fiato. 
Quindi non si tratta semplicemente di scovare i cristiani durante una lotta aperta, bensì di evitare che abbiano voce. 
E' evidente che non esista metodo più sicuro che quello di spegnere per sempre la voce. 
Tuttavia non sempre si può ricorrere alla soppressione fisica. Da qui qualcuno ha ricavato l'idea che non ci stiano perseguitando.
Bisogna poi riflettere su un altro dato, probabilmente più inquietante del primo. 
Mai nella storia, in modo così massiccio, la persecuzione ha trovato terreno tanto fecondo nella stessa compagine ecclesiale. Noi non ce ne rendiamo conto, perché certe idee convivono nei nostri dibattiti e la confusione sembra essere diventata la norma. 
Se però ci ponessimo, con la fantasia, nei panni di un ipotetico kamikaze inviato ad uccidere dei cattolici, dovremmo prendere atto che il poveretto non saprebbe che pesci pigliare.
Infine è bene ricordare che il martirio ha volti diversi. 
Parliamo, chiaramente, del martirio come lo intende la nostra fede, e non di chi si espone alla morte per altri motivi, accreditandosi quale martire solo perchè chierico o impegnato in associazioni o attività in qualche modo riconducibili al cattolicesimo.
E' evidente che Lucia, Agata, Maria Goretti, Massimiliano Kolbe, Tommaso Moro e Luigi Stepinac sono martiri in modo diverso. Tutti, però, hanno dato la vita per la fede. 
Perché la fede non è soltanto la professione delle verità formulate nel Credo. 
Oggi nessuno ricorda più che fede e morale non possono essere dissociate, come non si ricorda che Giovanni Battista non fu ucciso per aver confessato qualche attributo di Gesù, bensì per aver detto "non ti è lecito"!
Quella in atto è un'autentica persecuzione. 
La Chiesa parla ed esige -e ne ha tutto il diritto- ma i cattolici appaiono affascinati dal nuovo che incombe. 
Certo, può apparire strano che la confessione di fede vada fatta in una cabina elettorale, in un pubblico dibattito, al supermercato e sui mezzi di trasporto, invece che davanti ad un plotone di esecuzione. 
Ma le cose non cambiano!
Forse si pensa che occorra essere integri e immacolati per potersi opporre alla persecuzione. 
Non è così! Bisogna riconoscere che il puritanesimo, vale a dire quanto di più anticattolico possa esistere, oggi ha fatto breccia nelle menti. 
Siamo tutti poveri uomini e nessuno è stato finora indenne dal peccato. 
Se Gesù avesse previsto la coerenza morale, avrebbe mandato gli angeli a gridare la verità dai tetti, e non l'avrebbe raccomandato ai suoi discepoli. Invece ci ha detto di gridare!
Nessuno è stato più coerente di cristiani che non avevano forse una vita perfetta, ma che sono stati uccisi in massa. 
E' accaduto in Francia e accade oggi in altre parti del mondo.
Lasciamo al mondo l'idea della coerenza. 
Noi abbiamo qualcosa di più grande: la grazia. 
Diciamo sempre che dobbiamo essere santi, che dobbiamo amare, e cose simili (sacrosante!).
E poi perdiamo l'occasione di poter cominciare veramente ad esserlo!
"Chi non è con me, è contro di me"!. 
Gesù non stava parlando degli antichi romani o dei musulmani. 
Stava parlando di me e di voi!

Don Antonio Ucciardo ( per gentile concessione dell'Autore )