Nel corso dell’incontro con i Vescovi responsabili del Consiglio Episcopale Latinoamericano (C.E.L.A.M.) in occasione della riunione generale di coordinamento Papa Francesco nell’enumerare "Alcune tentazioni contro il discepolato missionario" ha anche detto : « d) La proposta pelagiana.
Appare fondamentalmente sotto forma di restaurazione. Davanti ai mali della Chiesa si cerca una soluzione solo disciplinare, nella restaurazione di condotte e forme superate che, neppure culturalmente, hanno capacità di essere significative.
In America Latina, si verifica in piccoli gruppi, in alcune nuove Congregazioni Religiose, in tendenze esagerate alla “sicurezza” dottrinale o disciplinare.
Fondamentalmente è statica, sebbene possa ripromettersi una dinamica ad intra, che involuziona.
Cerca di “recuperare” il passato perduto.»
Sul testo ufficiale del sito vaticano altro non c’è scritto anche se un mio amico, novello “progressista-bergogliano”, erede di fatto di quegli itagliani che dopo l’8 settembre del ’43 si affrettarono a cambiare il colore della camicia, avendo visto la diretta tv giura che il Papa abbia detto “ a braccio” : “ Io ho paura di quei gruppi ” riferendosi a quella categoria di neo pelagiani sopra riportata.
Anch'io avrei paura dei gruppi, autoreferenziali, con “ tendenze esagerate alla “sicurezza ” dottrinale o disciplinare. Fondamentalmente .. statica…” perché la Tradizione è dinamica, transitiva ed è creativamente pervasa da forte spirito missionario.
Cercando di tranquillizzare l’itagliano mio amico, che vive in uno stato di terrore dal 13 marzo scorso perché sente di avere nel cuore delle tendenze tradizionaliste, lo rassicuro che nessun gruppo legato alla tradizione della chiesa è staticamente chiuso in se stesso ( come invece accade a molti gruppi ecclesiali di moda …).
L’imperfezione umana, poi, e gli scivoloni appartengono a tutti anche ai nostri gruppi che non ne sono esenti.
Come abbiamo già scritto difficilmente si trovano motivi di disaccordo negli interventi papali perché il “buon senso” bergogliano riesce a mettere d’accordo tutti .
Citiamo , per questo, uno dei passi conclusivi del Discorso papale che riguarda i Vescovi.
Dice il Papa : “ I Vescovi devono essere Pastori, vicini alla gente, padri e fratelli, con molta mansuetudine; pazienti e misericordiosi. Uomini che amano la povertà, tanto la povertà interiore come libertà davanti al Signore, quanto la povertà esteriore come semplicità e austerità di vita. Uomini che non abbiano “psicologia da príncipi”. Uomini che non siano ambiziosi e che siano sposi di una Chiesa senza stare in attesa di un’altra. Uomini capaci di vegliare sul gregge che è stato loro affidato e di avere cura di tutto ciò che lo tiene unito: vigilare sul loro popolo con attenzione sugli eventuali pericoli che lo minacciano ma soprattutto per accrescere la speranza: che abbiano sole e luce nei cuori. Uomini capaci di sostenere con amore e pazienza i passi di Dio nel suo popolo. E il posto del Vescovo per stare col suo popolo è triplice: o davanti per indicare il cammino, o nel mezzo per mantenerlo unito e neutralizzare gli sbandamenti, o dietro per evitare che nessuno rimanga indietro, ma anche, e fondamentalmente, perché il gregge stesso ha il proprio fiuto per trovare nuove strade ”.
Ecco il Papa ha genialmente descritto l'immagine dei Vescovi che la Chiesa ha avuto, nelle piccole e nelle grandi Diocesi, prima della grande rivoluzione copernicana del Concilio Vaticano II !
Vescovi " ... vicini alla gente, padri e fratelli, con molta mansuetudine; pazienti e misericordiosi.
Uomini che amano la povertà, tanto la povertà interiore ..." Sono stati quei Vescovi, costantemente impregnati dell'odore delle pecore, a salvare la fede e l'esistenza del gregge loro affidato nei periodi più difficili della Storia della Chiesa !
Come si concilia tuttavia, amatissimo Santo Padre, questa Sua stupenda visione dei Vescovi “... vicini alla gente, padri e fratelli, con molta mansuetudine; pazienti e misericordiosi.
Uomini che amano la povertà, tanto la povertà interiore come libertà davanti al Signore, quanto la povertà esteriore come semplicità e austerità di vita” con l’idea che in Italia si dovrebbero ridurre le Diocesi ?
Dio non voglia che alla “psicologia da principi”, giustamente rigettata perchè non va più di moda, nei Vescovi prenda posto una “psicologia da manager” …
Noi siamo incardinati in questa “Chiesa senza stare in attesa di un’altra” e perché amiamo questa Chiesa ci auguriamo che il Successore di Pietro al più presto faccia pulizia, con l’energia che lo contraddistingue, del “ problema è la lobby, la lobby non va bene, quella gay, quella politica, quella massonica” ( quindi anche essere massoni va bene purché non si faccia lobby?) .
Noi supportiamo cattolicamente il Papa attraverso la nostra preghiera ed i nostri sacrifici.
Andrea Carradori