lunedì 15 luglio 2013

La devozione liturgica infastidisce Satana

Dedichiamo questo Post alla devozione liturgica ed eucaristica : indispensabili per la santificazione personale e della comunità, sia ecclesiastica  che civile.
Lo facciamo attraverso le parole che due nostri fratelli nella fede hanno scritto  su facebook .
Come “introduzione” postiamo la “cronaca” di un episodio di blasfema intolleranza liturgica che avvenne nella Città di San Francesco nel 1982 perchè è idealmente collegato con quanto descritto nel primo intervento.
Ce lo descrive  Carlo Belli  nel suo ultimo libro “ Altare deserto " ( Giovanni Volpe Editore, 1983, pagg. 111 e 112 ) :  « ... Veramente Giovanni Paolo II il coraggio ce l'avrebbe, a giudicare da quello che ha detto in un documento indirizzato a tutti i Vescovi della Chiesa: egli " ha chiesto perdono, in nome suo e di tutti i venerati e cari fratelli dell'Episcopato — per tutto ciò, per qualsiasi debolezza umana, impazienza, negligenza, in sèguito anche all'applicazione talora parziale, unilaterale, erronea delle prescrizioni del Concilio Vaticano II, che possono aver suscitato scandalo e disagio circa l'interpretazione della dottrina e la venerazione dovuta al grande Sacramento dell'Eucarestia" (Dominicae Coenae. Versione italiana, tipografia Poliglotta Vaticana, 1980). Ciò significa avere almeno il coraggio delle proprie responsabilità.
Ha perfino ammesso il diritto di celebrare, per chi lo desideri, il Rito antico.
Ma tutto è rimasto come prima. Anzi, peggio.
Il 21 agosto del 1982, (l'anno scorso!) un missionario, alla guida di un gruppo giovanile, stava celebrando sulla tomba di San Francesco ad Assisi, alle ore 11. 
Un frate villano, addetto alla basilica, appena si accorge che il missionario sta celebrando secondo il rito di San Pio V, interrompe la Messa già iniziata, per intimare al sacerdote di celebrare la cosidetta messa riformata, o conciliare.
Proseguendo imperterrito il missionario a celebrare la Messa tradizionale, il frate lo colpisce con insulti, gridandogli: Lefebvrìano! Lefebvriano!
Un secondo frate, non meno energumeno, interviene per comunicare al celebrante di smetterla che così ordina il Vescovo.
Ma il valoroso missionario non desiste.
Si giunge al ludibrio sacrilego: giunto il momento della Comunione, i due frati tangheri, cercano di impedire al celebrante di distribuire la particole da lui consacrate e impon¬gono le pissidi che si sono affrettati a portare. 
La lotta si svolge con forti spintoni prodotti dai due frati contro la ressa di giovani che vogliono accostarsi alla mensa. Fanno cadere una ragazza. 
Trambusto. Esacrazione unanime. 
Tutto ciò nella santa città di Assisi, sulla tomba di S. Francesco!
Su quella stessa tomba, pochi minuti prima della Messa celebrata dal buon missionario, si era inscenata una concelebrazione presieduta da un vescovo francescano, con chitarre e pifferi e canzonette cantate a squarciagola anche in quelle parti della S. Messa riservate al solo celebrante. …
Dirgli sepolcri imbiancati a questi estensori, sarebbe poco. 
L'arroganza dei persecutori contro i fedeli alla Tradizione, che è il deposito della Fede, mascherata in Curia da perfide ipocrisie, sbotta trionfante nel basso clero, ubriaco di populismo e di novità. 
Abbiamo appena visto che cosa è accaduto ad Assisi, sulla tomba del Santo! »
A.C.

“A me capitò un fatto molto triste. 
Da un po' di tempo avevo preso l'abitudine di inginocchiarmi per la comunione. 
Non essendoci la balaustra ormai in nessuna chiesa, mi inginocchiavo per terra ma devo dire che molti preti non fanno problemi, anche se si vede che non gradiscono.
Tuttavia ero convinto in coscienza che quell'atto di adorazione era dovuto anzi più che dovuto per il Signore.
Un giorno però quando mi inginocchiai alla comunione, il frate (cappuccino) mi rimproverò davanti a tutti dicendo "Alzati, questa è tutta scena! Non serve mettersi in ginocchio". 
E non voleva darmi la comunione.
Se mi fossi alzato, gli avrei dato ragione, per cui sono rimasto fermo in ginocchio e lo guardavo. 
Al che, spazientito e innervosito, mi diede sgarbatamente l'ostia consacrata e mi fece cenno di andare... a quel paese...
Ora mi chiedo: è possibile? Cos'avrò fatto di così male?
Nota bene: non c'erano 300 persone a far la comunione (uno potrebbe pensare che ho intralciato il traffico)... ce ne saranno state 20 ed io ero l'ultimo. Che fastidio ho provocato?
Volete sapere cosa penso? HO DATO FASTIDIO A SATANA”.

“Quando un catto-progressista parla del rito romano in vetus ordo, pone generalmente la sua attenzione ai paramenti sacri fatti di pizzi e merletti ed tutti gli accessori che fanno da contorno alla messa in rito antico. 
Nella realtà chi guarda meno superficialmente si accorge che non si tratta di pizzi e merletti ma di una ecclesiologia differente, un modo di concepire la chiesa in modo teocentrica rispetto a quella conciliare che è marcatamente antropocentrica. 
Gli abusi liturgici che soventemente constatiamo non sarebbero esistiti se avessimo mantenuto la liturgia antica perchè il rito romano antico non dà la possibilità di sperimentazioni liturgiche. 
Soprattutto un pregio della liturgia antica è quello di spazzare via i personalismi perchè il protagonista della messa è Gesù Cristo. Partecipando alle varie celebrazioni non ho mai focalizzato ai paramenti liturgici del prete che celebra la mia attenzione è sempre andato al Sacrificio Eucaristico e al silenzio meditativo che reca con se la celebrazione liturgica. 
Come possiamo convertirci se attorno a noi non abbiamo il silenzio per ascoltare? 
Non saranno sicuramente lo schiamazzo delle chitarre della messa moderna che ci farà convertire..”