sabato 25 gennaio 2014

La beatificazione di Maria Cristina di Savoia : «Napoli, terra di mare, di sole, di luce e di tanta grazia divina»

«Napoli, terra di mare, di sole, di luce e di tanta grazia divina»: con queste parole il cardinal Angelo Amato, rappresentante di papa Francesco, ha concluso il suo intervento in occasione della beatificazione di Maria Cristina di Savoia.
A conferma di ciò basti pensare che quando la “reginella santa” moriva il 31 gennaio 1836, il beato Ludovico da Casoria 11 marzo 1814) – che ha operato molto nella città partenopea in cui anche è sepolto – aveva 21 anni e da due indossava il saio francescano (cfr. www.istitutoludovicodacasoria.it). 
Per una felice coincidenza, o dono della Provvidenza, proprio mentre avviene la beatificazione di Maria Cristina di Savoia, inizia il terzo centenario della nascita del suddetto beato francescano (11 marzo 1814): sarebbe un grande dono se a conclusione di tale centenario avvenisse la canonizzazione ad opera di papa Francesco del p. Ludovico da Caloria che tanto operò nella carità.


Regina di cuore. 
Nella basilica di Santa Chiara a Napoli la beatificazione di Maria Cristina di Savoia, in L’Osservatore Romano (domenica 26 gennaio 2014), p. 8.

Anche una regina può vivere con eroismo le virtù cristiane se si lascia trasformare dalla grazia divina. 
Lo ha detto il cardinale Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, presiedendo in rappresentanza di Papa Francesco — sabato mattina, 25 gennaio, nella basilica di Santa Chiara a Napoli — il rito di beatificazione di Maria Cristina di Savoia. 
La messa è stata celebrata dal cardinale arcivescovo Crescenzio Sepe. 
La beatificazione della regina che fu sposa di Ferdinando II di Borbone, ha detto il cardinale, «mostra che la porta stretta della santità può essere varcata da tutti, grandi e piccoli, ricchi e poveri, uomini e donne, sacerdoti e laici, perché l’essenziale della santità consiste nell’amare Dio e il prossimo con tutte le proprie forze». 
La nuova beata è stata «conquistata dall’amore di Cristo», tanto da trasformare «la nobiltà del censo in nobiltà di grazia, diventando un’autentica regina della carità». Infatti, seppe rendere la sua ricchezza «un talento da investire per il regno dei cieli». 
In questo senso, la sua dignità regale «non fu un impedimento, ma un gradino per slanciarsi con agilità giovanile fino in cima alla scala della perfezione evangelica». Maria Cristina, al culmine del prestigio sociale, ha vissuto con eroismo la fede, la speranza e la carità, perché — ha ricordato il porporato — ha trasformato «questa sua dote spirituale in risorsa per soccorrere i bisognosi: dare da mangiare e da bere agli affamati e agli assetati; alleviare le pene dei carcerati; visitare e consolare gli ammalati».
Il popolo napoletano, che «ha un senso raffinato nel riconoscere i santi a prima vista», appena incontrò questa «giovane e avvenente sovrana, dallo sguardo luminoso e mite, fu talmente conquistato dalla sua bontà materna da chiamarla subito la “reginella santa”». Infatti «pur potendo vivere nel fasto», ha ricordato il cardinale, era «mortificata nel cibo e negli svaghi di corte», tanto che quando accompagnava il re a teatro, «e lo faceva perché la sua presenza attirava molta gente, con grande gioia degli impresari», sedeva in modo tale «da volgere quasi le spalle alla scena». 
Di fronte alle frivolezze, ha sottolineato il prefetto, la beata «manteneva la modestia e l’innocenza di un’anima semplice», al punto che le damigelle di corte dicevano: «Non sembrava una figlia di Adamo, ma piuttosto un angelo».
Interrogandosi infine sull’attualità del messaggio di Maria Cristina, il porporato ha indicato quattro punti. Il primo ricorda ai battezzati che «sono tutti chiamati alla santità». 
La perfezione della carità non «è privilegio di una casta, ma opportunità data a tutti i cristiani, se investono in bene i loro talenti spirituali di fede, speranza e carità. 
San Giovanni Bosco esortava anche i giovani alla santità». 
Il secondo consiste nel riconoscere che «la vera ricchezza e nobiltà è il nostro essere cristiani, e cioè essere figli del Padre celeste, salvati da Cristo, che ci perdona e ci rafforza quotidianamente con la sua grazia». Infatti, mamme, padri di famiglia, giovani, bambini, malati, poveri, «possono trovare nella parola di Gesù la giusta risposta per vivere con serenità e fiducia la propria esistenza». 
Per questo, «piccolezza, debolezza, indigenza, fragilità non sono impedimenti per la santità, se si sa mettere tutto ciò nel cuore misericordioso di Gesù, che dice: “Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi e io vi ristorerò”». 
Il terzo punto è che i santi come Maria Cristina «risvegliano il mondo, facendolo uscire dal torpore della mediocrità e del male per aprirlo al dinamismo del bene». In una società come quella attuale, dove «sembra che le virtù vengano capovolte» e i «vizi, come la superbia, l'avarizia, la lussuria, la gola, l’ira, la pigrizia sono lodati a scapito delle virtù, che vengono denigrate e disprezzate», i santi «rimettono le cose a posto, mostrando come la povertà, la mitezza, la purezza, la giustizia, la pace, la condivisione siano beatitudini che edificano la società rendendola più sana e più umana». 
Perché i santi «bonificano la società dall’inquinamento dei vizi, restituendo valore alla virtù e dignità alla vita».
A questo proposito, la nuova beata, «giovane mamma morta nel dare alla luce il suo bambino tanto atteso, ci ricorda che la nostra esistenza avrà il suo approdo nella vita eterna». I santi, ha proseguito il cardinale Amato, «hanno il compito di precederci in cielo, di spianarci la strada, di toglierci l’angoscia della morte e di restituirci la gioia della vita eterna». I santi sono «il nostro ponte per il Paradiso». 
Infine, il porporato ha concluso con l’auspicio che la beata «aiuti tutti a riaccendere il fuoco della carità per dare splendore e nobiltà al vivere quotidiano, in questa straordinaria città di Napoli, terra di mare, di sole, di luce e di tanta grazia divina».


Beatificazione della Regina Maria Cristina di Savoia

(di Cristina Siccardi) L’iter della Causa di beatificazione della Venerabile Maria Cristina di Savoia si è concluso felicemente nel corso dell’anno Bicentenario della sua nascita (14 novembre 2012 – 14 novembre 2013) e nel corso dell’Anno della Fede, quella Fede che animò tutta la breve vita della «Reginella Santa», come è chiamata colei che sul letto di morte ripeté la sua professione di Fede: «Credo, Domine! Credo, Domine!».

Il Cardinale Crescenzio Sepe, Arcivescovo di Napoli, informato il 3 maggio 2013 dell’approvazione del Decreto Super miro da parte del Papa, il giorno successivo ne ha dato annuncio al clero e ai fedeli di Napoli riuniti nella basilica di Santa Chiara, proprio nel luogo dove si custodisce il sepolcro di Maria Cristina di Savoia. Ciò è stato possibile per la felice coincidenza della data del Decreto, 2 maggio, con la festa della traslazione delle reliquie di san Gennaro, che si celebra ogni anno nel sabato che precede la prima domenica del mese mariano e che si solennizza con la tradizionale processione della reliquia del sangue e del busto di san Gennaro stesso e dei Patroni principali della città, dal duomo alla basilica di Santa Chiara.

«Deus, qui in figúra huius mundi beátam Maríam Christínam prudénti ardentíque caritáte decorásti et artificem in augmento Regni tui effecisti, praesta nobis, eius exémplo et intercessióne, ut de vero amóris tui thesáuro benefaciéntes accípere valeámus. Per Dóminum» («O Dio, che nella scena di questo mondo hai ornato di sollecita e sapiente carità la beata Maria Cristina, perché contribuisse all’edificazione del tuo regno, concedi anche a noi, sul suo esempio e con la sua intercessione, di operare il bene attingendo alla vera ricchezza del tuo amore. Per il nostro Signore Gesù Cristo»): questa è l’orazione che è stata composta per la Liturgia in onore della Beata Maria Cristina di Savoia, che sarà innalzata all’onore degli altari il 25 gennaio.

Nata a Cagliari il 14 novembre 1812 da Vittorio Emanuele I e Maria Teresa d’Asburgo, fin da bambina diede esempio di pietà, modestia e generosità. Rimasta orfana di padre e madre, il 30 marzo 1832 Carlo Alberto ordinò il suo trasferimento a Torino e il 21 novembre fu data in sposa a Re Ferdinando II di Borbone, sovrano delle Due Sicilie. Nella corte di Napoli, visse in virtù nel suo duplice stato di moglie e di regina, fu consigliera saggia e prudente del Re, nonché vera madre dei poveri e degli ultimi, per i quali prodigava la sua immensa carità.

Ottenne la salvezza per molti condannati a morte e seppe farsi carico delle sofferenze del suo popolo, edificando opere pubbliche in favore degli infelici. Il 31 gennaio 1836, pochi giorni dopo aver dato alla luce l’atteso erede al trono, Francesco II, concluse a 24 anni la sua esistenza fra l’unanime compianto della corte e del popolo, un popolo che, pur nel rinnovamento delle generazioni, è rimasto profondamente fedele alla devozione di questa sovrana cattolica, che lungo il tempo ha elargito, per sua intercessione, grazie e miracoli.

Nel 1852 il Venerabile Servo di Dio Sisto Riario Sforza, Cardinale Arcivescovo di Napoli, avviò il Processo sulla fama di santità della regina Maria Cristina. Il 9 luglio 1859 il Beato Pio IX introdusse ufficialmente la Causa, autorizzando l’istruzione del Processo Apostolico. Pio XI il 6 maggio 1937 confermò l’eroicità delle virtù della Serva di Dio e da quel momento le fu attribuito il titolo di Venerabile. Dal 2004 alcune provvidenziali circostanze hanno favorito la ripresa della Causa, fra queste la costituzione dell’Associazione Convegni di Cultura Maria Cristina di Savoia, come parte attrice. Ed oggi, finalmente, la sua beatificazione. La festa liturgica è stata fissata al 31 gennaio, giorno anniversario del suo dies natalis.

Per la sua beatificazione è stato composto un inno ‒ i cui autori sono il Postulatore della Causa, Padre Giovangiuseppe Califano Ofm (testo) e Padre Alessandro Brustenghi Ofm (musica) ‒ del quale riportiamo alcuni versi di rara bellezza, antica e sempre nuova: «La soave, dolce, tua memoria / si rinnova nei secoli, regina, / ed allieta il popolo devoto / della tua santità, Maria Cristina! / Da nobile stirpe nascesti / e nozze regali abbracciasti / ma il regno che solo scegliesti / fu il Regno di Cristo Gesù. / Sia gloria a Cristo Signore / che regna sui re della terra / il Regno dei cieli consegna / agli umili e ai puri di cuor! / Ricercasti Dio con tutto il cuore / ed in Lui ritrovasti ogni ricchezza. / Comprendesti il senso dell’amore: / tutto passa, ma solo il bene resta!…». (Cristina Siccardi)



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