venerdì 27 febbraio 2015

I cardinali si opporranno ai cardinali, i vescovi ai vescovi . Babilonia nella Chiesa

Il Prelato, allargando le braccia a modo di orazione, mi disse : " Bisogna pregare per il Papa : si trova in una situazione ancor più grave di Benedetto XVI !"
In effetti leggendo soprattutto questo articolo ( simile ad  altri  presenti in diverse testate e blog) si può notare come l'attuale Successore di Pietro, che per sua permeante natura deve essere ancorato al Vangelo e al Magistero, è divenuto oggetto di una  ribellione  che  esplicitamente si identifica nel Clero di quell'Europa del Nord che urleggia prepotentemente perchè si sente ( ed è) forte a causa della  posizione economica di cui gode ( quindi riesce a controllare le informazioni mass mediatiche naturalmente a discapito della Dottrina della Chiesa).
Un virus epidemico presente nella Chiesa da diversi lustri che si rilevò determinante nel condizionare i lavori del Concilio Vaticano II e tradendo la natura cattolicamente riformatrice che il Santo Pontefice Giovanni XXIII avrebbe voluto imprimere a quell'assise universale. 
"Le Rhin se jette dans le Tibre" è l'efficace slogan coniato in ambienti tradizionali che meglio riassume quanto è avvenuto durante il Concilio Vaticano II ad opera dell'alleanza nordica ( soprattutto franco-tedesca) .  
Ma i "nordici" non si sono fermati all'impronta data al Concilio perchè hanno moltiplicato, al pari dei frantumatissimi protestanti, il virus infettivo a dànno, in primis, delle loro stesse comunità ridotte al lumicino.
In tempo di scarsità dei risolutivi medicinali Papa San Giovanni Paolo II con il suo carisma personale concentrò l'ecclesìa sulla sua persona .
Ma fu solo una lunga pausa anestetizzante.
Papa Benedetto XVI tentò con il sano ragionamento teologico e filosofico di implantare il buon senso nella mente dei chierici ribelli al fine di  raddrizzare la rotta della Barca.
Ma fu solo un santo ( e debole) tentativo.
Ci fu poi il "Concilio di Milano" vistosamente portato alla ribalta dalla morte del Cardinale Carlo Maria Martini.
Scrivemmo : «Però solo ora ( dopo la rinuncia di Papa Benedetto XVI N.d.R.) mi sovviene quanto un alto prelato ( di impronta innovatrice ) mi disse pochi giorni dopo i funerali del Cardinale Martini ( provo a citare a memoria ) : “ I funerali – che videro un’enorme partecipazione di Cardinali, Vescovi e Sacerdoti – sono stati un concilio : il concilio di Milano !
Questa E’ la chiesa : a Roma ne debbono prendere atto ! »
A Roma ne dovettero prendere atto durante il Conclave che elesse Papa Francesco.
Ma ai "nordici" ultra-progressisti non bastano le "aperture" iper populiste del Papa e le rinunce, apparenti, del Pontefice di ogni atto esteriore conducibile al Papato di un tempo : i Cherici, per bocca di alcuni importanti Cardinali, dichiarano che sanno fare a meno del Papa ( cosa che avviene di fatto da decenni...)
La spaccatura nella Chiesa c'è da tempo ma facciamo finta di non vederla un po' per nostro tornaconto ( non siamo abituati alla lotta tantomeno a quella fratricida) e anche perchè ci pare di confondere le idee umanistiche/umanitarie di natura mondana con quell'amore e rispetto che cristianamente tributiamo nei confronti di coloro che "sono caduti" ed aspettano di rialzarsi con l'aiuto di Dio.
Noi che senza alcun merito siamo stati vocati al rispetto della tradizione dobbiamo pregare per il Papa e per la Chiesa tutta rigettando con decisione tutte le squallide manovre da veri "congiurati" che alcuni Uomini di Chiesa stanno facendo per far prevalere la confusione ( e l'errore) a discapito della buona dottrina ( Leggere QUI )
Noi dobbiamo essere gli artefici dell'unità nella verità cattolica.
I cospiratori rimarranno sempre dei cospiratori.
I congiurati rimarranno sempre dei congiurati.
I furiosi rimarranno sempre dei furiosi.
Questo lo sanno bene a Roma .
A Roma tutti ricordano  le parole del Salmo 
" abyssus abyssum invocat " ...


Vescovi tedeschi contro il Papa: "Sulla famiglia decidiamo noi"

Durissima dichiarazione dell'episcopato germanico: "Non siamo una filiale di Roma. Il Sinodo non può dirci nel dettaglio cosa fare in Germania"
Articolo di Giovanni Masini
È un vero e proprio schiaffo in faccia a Roma, quello dei vescovi tedeschi.

Che in una conferenza stampa, ieri pomeriggio, ha chiarito per bocca del presidente della Conferenza episcopale, cardinale Marx, di "non essere una filiale di Roma."

Il terreno del contendere è il Sinodo ordinario sulla famiglia, in calendario per il prossimo ottobre, chiamato a fornire risposte certe su temi etici e morali di grande rilevanza in seno alla pastorale familiare: dalla comunione ai divorziati risposati all'accoglienza delle coppie conviventi, etero ed omosessuali.

Tutti argomenti su cui si era già espresso il Sinodo straordinario convocato da Francesco nello scorso autunno, rivelando profonde spaccature nel corpo della Chiesa: da un lato il papa e i vescovi europei più progressisti, ansiosi di adeguare la dottrina al secolo; dall'altro vescovi e cardinali conservatori, timorosi di fughe in avanti dettate più dalla fretta che da una relazione ponderata. 
Il Sinodo straordinario si era concluso con una Relatio essenzialmente di mediazione, che ha rimandato a una successiva discussione i temi più controversi.

Da qualche anno l'episcopato tedesco si segnala come il più compattamente progressista su questi temi: al Sinodo straordinario si era presentato con un documento votato a larga maggioranza in cui si esprimeva parere favorevole alla Comunione ai divorziati risposati. 
Posizioni che avevano trovato accoglienza positiva anche in altri episcopati - ad esempio quello olandese. 
Tuttavia, almeno al Sinodo Straordinario, queste tesi non erano "passate."

Ora i vescovi tedeschi tornano a fare la voce grossa: il cardinale di Monaco Reinhard Marx, stretto collaboratore di papa Bergoglio come membro del "C9" (il consiglio di nove cardinali che lavora alla riforma della Curia) e presidente del Consiglio vaticano per l'Economia ha spiegato che, "se nell'insegnamento si rimane in comunione con la Chiesa, nelle questioni puramente pastorali il Sinodo non può prescrivere nel dettaglio ciò che dobbiamo fare in Germania".

"Non possiamo aspettare fino a quando un Sinodo ci dirà come dobbiamo comportarci qui sul matrimonio e la pastorale familiare" conclude il porporato. Curiosamente, sono proprio i vescovi di quelle Conferenze per tanti versi più vicine a papa Francesco nell'insistenza sui temi dell'accoglienza e della misericordia a mal tollerare i meccanismi sinodali.
Che, a loro volta e altrettanto curiosamente, sono proprio il segno tangibile della preferenziale bergogliana per una Chiesa sempre più democratica.
Fonte : Il Giornale