Quante volte la Santa Provvidenza ci ha fatto dono di assistere alla toccante cerimonia della vestizione di nuovi Frati delle varie Congregazioni del sempre verde Albero Francescano !
Quante volte abbiamo baciato un lembo di quel sacro saio, benedetto e asperso con l'acqua lustrale, che ricopre Coloro, uomini nuovi, eletti secondo la prescienza di Dio Padre per seguire l'esempio e le virtù del Serafico Padre Francesco.
In questo tristissimo segmento della vita ecclesiale, dove tutto è ridotto a mero e banale spettacolo, leggiamo che quel sacro saio, benedetto e reso ancor più santo dall'appartenenza al mistico coro dei Santi Francescani che lo hanno indossato, è stato fatto indossare, come se fosse un costume teatrale, da un NON cristiano facente parte attiva di quella "religione" che quotidianamente nel nome e fedele al suo credo ammazza senza pietà bambini, donne e uomini solo perchè sono cristiani.
Quanti sono i Martiri Francescani che indossando quel sacro saio sono stati trucidati nei secoli da quella "religione" ?
Forse non lo sapremo mai ma il suo numero è talmente alto a far pensare alle stelle del cielo.
Difatti anticamente alcune Congregazioni Francescane si chiamavano "stellate".
Quel saio non può ne' deve essere distaccato dalla sua unica e predominante funzione di sacralità : non è un costume teatrale !
Giammai !
Non ci lamentiamo poi se il Signore, giusto Giudice, non ci donerà più la gioia di assistere alla vestizione di nuovi frati francescani !
"A chi hai fatto indossare la mia veste benedetta caro fratello" ti potrebbe osservare il Serafico Padre?
E tu, figlio di Francesco di Assisi, cosa risponderai a tuo Padre ?
Ecco quel che ha scritto un giovane certamente ispirato dallo Spirito Santo :
"Siamo disabituati alla lettura mistica della storia e ai molteplici messaggi che ci vengono inviati.
Siamo allo sbando totale e pertanto ci attiriamo i flagelli che ci colpiscono.
Chi invocherà misericordia?
Chi placherà la giusta ira divina?
Ancora tanti flagelli ci aspettano.
Le palme, gli ulivi, i figli e chissà cosa altro ancora..."
L'articolo che reca l'eloquente titolo :
Travestiti
Vedere un imam indossare il saio francescano e tenere in mano il Vangelo (e un francescano indossare l’abito da imam con il corano in mano, ndr), in questo particolare contesto storico, non è roba da poco.
L’Osservatore Romano riferisce che è successo giovedì a Favara, in provincia di Agrigento, in occasione della marcia della pace fortemente voluta da fra Giuseppe Maggiore, responsabile della comunità La Tenda di Padre Abramo e superiore del convento di Favara, in provincia di Agrigento. (…)
“È stata un’iniziativa importante – aggiunge il religioso – che dimostra ancora una volta che dialogare e vivere fraternamente si può, basta volerlo. Dio ci unisce, nonostante le difficoltà, le violenze e gli attacchi terroristici in molte aree del pianeta”. La marcia della pace – alla quale erano presenti numerosi musulmani e studenti di tutte le età di Favara e anche l’arcivescovo, il neo cardinale Francesco Montenegro – è stata un’importante occasione di dialogo interreligioso e di incontro. “Non dobbiamo avere paura di vivere gli uni accanto agli altri”, ha detto Montenegro introducendo l’incontro con una preghiera cristiana. (…)
Anche l’imam Majoub Rezlane – riferisce ancora L’Osservatore Romano – ha recitato dal palco la sua preghiera in arabo chiedendo a Dio di “allontanare le guerre, il terrorismo, i criminali”, ricordando che “l’islam è una religione di pace, amore, dialogo”.
Avevo copiato questo testo dal giornale linkato.
Ora a quello stesso link appare un altro articolo ( ZENIT) che si può vedere allo stessio indirizzo internet sottoindicato
“È stata un’iniziativa importante – aggiunge il religioso – che dimostra ancora una volta che dialogare e vivere fraternamente si può, basta volerlo. Dio ci unisce, nonostante le difficoltà, le violenze e gli attacchi terroristici in molte aree del pianeta”. La marcia della pace – alla quale erano presenti numerosi musulmani e studenti di tutte le età di Favara e anche l’arcivescovo, il neo cardinale Francesco Montenegro – è stata un’importante occasione di dialogo interreligioso e di incontro. “Non dobbiamo avere paura di vivere gli uni accanto agli altri”, ha detto Montenegro introducendo l’incontro con una preghiera cristiana. (…)
Anche l’imam Majoub Rezlane – riferisce ancora L’Osservatore Romano – ha recitato dal palco la sua preghiera in arabo chiedendo a Dio di “allontanare le guerre, il terrorismo, i criminali”, ricordando che “l’islam è una religione di pace, amore, dialogo”.
Avevo copiato questo testo dal giornale linkato.
Ora a quello stesso link appare un altro articolo ( ZENIT) che si può vedere allo stessio indirizzo internet sottoindicato
Fonte : Lamezia Click