lunedì 1 agosto 2016

Imam: «Sono certo che i nostri amici cattolici preferiscano l’onestà alla falsità e la solidarietà vera al sensazionalismo. Partecipare davvero alla messa vorrebbe dire esser lì col cuore e con la mente»

Partecipare a un rito in cui non credi è «ipocrisia».
Il buon senso non ha volto e neppure... religione. 
Facciamo assai volentieri nostre le parole che l'Imam di Lecce ha pronunciato sulla passarella mediatica che , a scapito della religiosità e della fede, è stata fatta ieri in numerose chiese italiane e francesi. 
Invano cerchiamo di sentire quelle sagge parole dalla bocca dei
chierici mondanizzati che la Provvidenza ha messo sul nostro cammino di credenti per mettere a dura prova la nostra fede e la nostra pazienza di fedeli.
L'Imam parla del "sincretismo ... un fallimento del dialogo" e di altre tematiche a noi care come i "valori della fede";  il rifiuto dei "gesti pubblicitari" e  del "sensazionalismo".
Ottima anche l'osservazione che  fa circa il sentimento che dovrebbe parvadere chi assiste al Santo Sacrificio della Messa "Partecipare davvero alla messa vorrebbe dire esser lì col cuore e con la mente".
Mea culpa... quelle sapienti parole mi fanno vergognare perchè tante volte io assisto alla Messa senza "esser lì col cuore e con la mente"...
Dovrebbe purtroppo sapere l'onestissimo Imam di Lecce che ormai vige il dio-informatico con i suoi accoliti "cineoperatori" prontamente inviati dai potentati massmediatici a riprendere ieri la scena dei "musulmani a messa".
Una farsa indegna che apre le porte a scenari religiosi inquietanti...
Nel post di ieri (QUI) abbiamo parlato della funesta profanazione delle chiese e della Santa Messa:  responsabilità che ricadono sui mondanizzati chierici.
La Chiesa dei primi Cristiani faceva uscire i catecumeni (non battezzati) prima della liturgia eucaristica...
Non si illudano i sempre-sorridenti chierici mondani :  malgrado il grande e massiccio sostegno massmediatico che essi godono ponendosi sempre più lontani dalla fresca sorgente del Vangelo nell'incosciente ricerca delle mode e delle illusioni  del principe di questo mondo osserveranno inaridimento del loro già secco albero.
Ci complimentiamo con l'Imam di Lecce, Saifeddine Maaroufi per la sua splendida testimonianza all'onestà e al buon senso umano!
AC


L'Imam di Lecce: «Gesto ipocrita preferiamo il rispetto reciproco»

di Flavia Serravezza

Lecce - Musulmani a messa con i cattolici? «Un’idea offensiva» e «un gesto ipocrita», secondo l’imam di Lecce, Saifeddine Maaroufi. 
«Il nostro cordoglio e la nostra vicinanza nei momenti difficili, come l’ultimo attentato a Rouen - spiega - lo dimostriamo ogni giorno con i fatti e la convivenza. 
Non abbiamo bisogno di gesti pubblicitari, preferiamo il rispetto reciproco».
*

Lui è la guida spirituale dei circa 7mila cittadini di fede islamica che popolano il capoluogo salentino. 
Non si limita a seguire le preghiere e gli incontri nella moschea di via Livio Tempesta, ma ha fondato l’associazione «Noi Salento» per promuovere il dialogo fra pugliesi e musulmani e in rete, sulla sua pagina Facebook, condivide ogni giorno consigli e domande con migliaia di «follower», fra i quali anche italiani convertiti all’Islam. 
«La convivenza – riflette - non vuol dire perdere i propri valori, oppure abbandonare la verità in cui si crede. 
Il sincretismo è un fallimento del dialogo, e assolutamente non una finalità auspicabile, perché generare un patchwork tra i diversi credi e riti religiosi, sarebbe un tradimento che ognuno farebbe ai propri valori di fede».
*

L’imam Saifeddine non ha paura di dire quello che pensa. 
È stato uno dei primi imam d’Italia a condannare pubblicamente, e con fermezza, l’orrore compiuto dall’Isis. 
E anche in questo caso non teme di andare controcorrente, nonostante i media nazionali e stranieri salutino con favore l’iniziativa partita dalla Francia e condivisa anche dalla Comunità religiosa islamica italiana. 
«Sono certo che i nostri amici cattolici preferiscano l’onestà alla falsità – osserva - e la solidarietà vera, quotidiana, al sensazionalismo. 
Partecipare davvero alla messa vorrebbe dire esser lì col cuore e con la mente, non stare in piedi a guardare come se fossimo delle colonne. 
E allora, mi chiedo, che senso ha fingere? 
Restiamo fieri delle nostre pratiche e rispettiamo chi è diverso».
*

Partecipare a un rito in cui non credi è «ipocrisia», rimarca l’imam Saifeddine, «uno dei peccati maggiori e peggiori nell’Islam». 
La sua impressione è che «ogni volta si voglia alzare di più l’asticella». 
«In questo caso – fa notare - si chiede ai musulmani di diventare cristiani, partecipando ai riti più sacri, per mostrare che condividono la sofferenza. 
Questo è sbagliato e io mi sento offeso».
*

Fonte: La Gazzetta del Mezzogiorno

Foto: Roma, Basilica Santa Maria in Trastevere. Domenica 31 luglio: proclamazione del Vangelo nella Messa durante la quale in presbiterio un Imam ha cantato un versetto  del Corano QUI