domenica 9 luglio 2017

Decimo anniversario del Motu Proprio Summorum Pontificum : i Consacrati (tutti) meritano la nostra preghiera!

Dedichiamo idealmente queste nostre umili righe ad uno dei primi grandi ecclesiastici post conciliari, ferocemente perseguitati a causa della sua fedeltà alla Liturgia di sempre: « Mons. Domenico Celada, nell’immediato post-Concilio fu uno “ veri fari illuminanti su ciò che stava per accadere nella Chiesa: argomentazioni iperacute sostenute da una eccezionale sapienza teologica. 
Questi scritti, che andrebbero ripubblicati come prezioso contributo alla verità storica, ancor oggi vivissimi dopo tanti anni, apparvero sul quotidiano II Tempo, allora diretto da Renato Angiolillo che li pubblicò coraggiosamente, sfidando l’avversione della Curia, la quale si sfogò, togliendo ogni incarico al sacerdote-scrittore (insegnava musica e storia del gregoriano all'Università lateranense), riducendolo alla più nera indigenza, avendo i genitori a carico. Si ridusse a vivere con la madre in una casetta di Ostia: Dopo poco più dì un anno, si ammalò e morì giovane tra il compianto di tutti quelli che lo avevano conosciuto e, negli ultimi tempi, aiutato”. ( Carlo Belli : Altare Deserto – Breve storia di un grande sfacelo- Giovanni Volpe Editore- Roma 1983 ) »
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A margine di una "discussione" su un social riferendoci ad  un noto liturgista ultimamente rivelatisi rissoso, inquieto, sparlante e pure volgare abbiamo scritto questa riflessione:

"I discepoli della tradizione liturgica sono
per la loro stessa natura benevolmente protesi alla cristiana tolleranza, al rispetto reciproco attorno al comune Altare che rappresenta Cristo Signore! 

Ecco cosa distingue chi ama veramente la Liturgia nella forma ermenuetica della continuità.


Non possiamo però accettare i violenti, i rivoluzionari che con arroganza vogliono sopraffare i propri fratelli della fede.
Non esistono cattolici di serie A e cattolici di serie B. 


Non ci debbono essere in campo ecclesiale coloro che rivolgono insulti inauditi contro degli anziani Consacrati "colpevoli" di avere un'idea tradizionale della Liturgia.


Nella Chiesa c'è sempre stata continuità e ogni frattura è stata generata dai nemici di Cristo e della Chiesa:dai protestanti in giù. 


Chi ama la liturgica classica e la venera si vanta di essere povero, in tutti i sensi facendo parte della mirabile schiera dei poveri e perseguitati dai ricchi rivoluzionari liturgici.
I poveri che venerano lo spirito liturgico di sempre per fortuna non hanno nulla su cui lucrare e nessun giornale su cui scrivere (pagati) dal Corriere in sù. 


Questa dignitosa povertà viene recata in dono all'Offertorio di ogni messa. 

La nostra carta d'identità è l'ONESTA'. 

Poveri ma onesti. 

Gli altri, i rivoluzionari liturgici collusi con il potere danaroso, cacciando che non la pensava come loro, hanno ridotto alla fame e fatto morire di crepacuore Maestri di musica, prelati, consacrati e fedeli semplici pssono vantare il nostro stesso curriculum di povertà e persecuzione?

Perchè la Liturgia, il dono più prezioso della Chiesa, è stata contaminata dall'ideologia umana?"