mercoledì 18 novembre 2015

Finché la bandiera del Califfato non sarà issata su Istanbul e la Città del Vaticano (ANSA) "Apriamo le nostre porte per andare incontro" (Papa Francesco)

"Chiediamo ad Allah di sostenere i mujaheddin contro gli agenti dei leader dell'idolatria e i crociati finché la bandiera del Califfato non sarà issata su Istanbul e la Città del Vaticano". 
E' la minaccia dell'Isis contenuta nell'ultimo numero del loro magazine, Dabiq. (ANSA) - ROMA, 18 NOV - 2015

Qual'è la reazione dei pastori per salvare le pecore minacciate dentro e fuori l'ovile dai lupi affamati di sangue?

Il Pastore-capo fermissimo nelle sue  idee, blindate come fossero dei dogmi ha detto ieri : "Niente porte blindate nella Chiesa! Coraggio  entriamo per questa porta. 
E apriamo le nostre porte e usciamo per andare incontro agli altri: alcuni sono davanti alle nostre porte e non hanno forse il coraggio e la forza di bussare".

Tutto qua ? Slogan, battute, banalizzazioni a raffica : la fede e il buon senso umano mortificati !
-Cosa possiamo fare noi cristiani immunizzati e sterilizzati dalle bombe chimiche del laicismo e dell'indifferentissimo-irenismo religioso?
-Cosa possiamo fare noi cristiani privati delle difese immunitarie , con la scusa degli adeguamenti con la modernità, dell'andare a passo coi tempi e  dell'abbandono delle nostre santificanti pratiche religiose che ci rafforzavano nella mente e nel corpo?
- Cosa possiamo fare se i volgari "centri sociali" episcopali fanno perdere alle pecore il senso d'orientamento ( per portarle vicino al precipizio) banalizzando e appiattento persino la Liturgia "fons et culmen" della vita cristiana?
-Cosa possiamo fare se i mass media, con qualche compiacimento intra moenia, ci presentano quotidianamente l'immagine del Papa-star che piace  ai non credenti lasciando dubbiosamente sconcertati e perplessi i fedeli ?
- Cosa possiamo fare dopo che siamo stati narcotizzati dai pastori (alcuni dei quali sono in realtà dei lupi travestiti da pecora) che mettono gli stupefacenti dentro i rigagnoli delle acque riposanti?
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Donaci o Signore le vere forze immunitarie che vengono dal Vangelo di Cristo Signore, dai Sacramenti di salvezza e dal Magistero immutabile della Tua unica Chiesa per resistere agli attacchi infernali dei nemici di Cristo e della Tua unica Chiesa e per farci vomitare le droghe delle chiacchiere dei  collusi e corrotti politici nonchè degli infedeli pastori delle anime  che con le loro menzogne ci imbambolano la mente e i muscoli facendoci rimanere in uno stato di comatoso torpore.
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Intanto però che si continui a ballare il tango argentino fino allo sfinimento fisico e mentale, in nome ed in onore del Papa,  nei sacri spazi di piazza San Pietro...
Prima il tango poi l'apertura della Porta Santa... tanto c'è spazio per tutti ... anche per l'ISIS finanziato anche dai potentati occidentali?
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(Ricevo e rilancio con tanta amarezza: abbiamo dimenticato anche il segno della croce! Non osi più nessuno parlare di primavera della Chiesa, ma abbia il coraggio di riconoscere quelle scelte sbagliate fatte dopo il concilio Vaticano II. Un Sacerdote)

A Parigi, attorno ai luoghi simbolo dei recenti fatti di sangue, abbiamo visto un sacco di persone che depositavano fiori e lumini.

Alcune di loro piangevano, ma nessuna di loro faceva il segno della croce.

Dove sono finiti i cristiani di Francia, il Paese che ospita Lourdes?

Non ritenendo plausibile ritenere che siano tutti spariti, bisogna pensare che quelli rimasti si nascondano. 
Quasi che il segno della croce sia un marchio d’infamia, una specie di saluto romano.

Se invece lasciamo il centro di Parigi e ci spostiamo in periferia, dove generalmente abitano i musulmani, allora notiamo che questi, il Venerdì, non si vergognano affatto di professare un credo e pregano il loro Dio coram populo, anche sul marciapiede.

Non mi pare che i cristiani escano bene da questo confronto.
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Meditiamo infine le parole del il Venerabile Pio XII indirizzò in pieno conflitto mondiale ai Vescovi olandesi:
«Oggi intorno a noi tutto indica che le punizioni di Dio sono im­minenti: però — ringraziamo il Signore — per noi non è troppo tardi. Noi possiamo ancora impedirle se vogliamo credere che questo e an­che tempo di grazia, e riconoscere ciò che può servire alla nostra ve­ra pace. Amati fedeli! Anzitutto rientriamo in noi stessi con un atto di profondo pentimento e umiltà. Non siamo forse anche noi in parte responsabili delle catastrofi che ci colpiscono? [...] Se guardia­mo dentro di noi, tutti dobbiamo confessare che abbiamo mancato [...] abbiamo peccato davanti al Signore [...]»
Tratto dalla Lettera Pastorale dei Vescovi Olandesi, 26 luglio 1942, citata in Andrea Tornielli, Pio XII, Eugenio Pacelli un uomo sul Trono di Pietro, Milano, 2007, p. 380