Un Maestro di Musica, impegnato nel servizio liturgico , è intervenuto su Facebook sulle inopportune dichiarazioni del signor Melloni sul Corriere della Sera ( di cui ci siamo occupati QUI ) per infangare la nobile Arte Musicale presentandola come una frivola manifestazione di mondanità e di vanità a discredito dell'alta professionalità degli Artisti - Orchestrali, Coristi e Solisti - di fama internazionale, che avevano offerto a Papa Francesco un "regalo" musicale in occasione dell'Anno della Fede !
A.C.
***
***
“Mi stanno arrivando molti messaggi. Allora, rispondo!!!
Un "certo" Franz Schubert scrisse: "Non compongo mai musica se non sono addirittura costretto da un impulso interiore. Ma allora è questa la vera devozione!".
In questi ultimi due giorni, sono tante le cavolate (secondo il mio umile punto di vista, ovviamente!) lette in merito all'assenza del Papa al concerto di sabato sera, nell'Aula "Paolo VI" in Vaticano.
Anzitutto, mi sembra davvero indelicato -per chi è credente- pretendere di interpretare quella scelta del Papa.
Certamente, se ha disertato un momento così importante, inserito nel programma ufficiale dell'Anno della Fede, organizzato da un Dicastero Vaticano e non da una semplice associazione, le motivazioni dovrebbero essere certamente gravi.
Quindi, smettiamola di giudicare il Papa, come delle comari.
E non solo questo Papa, ma il Papa: sia esso Benedetto, Francesco, Paolo, Giovanni Paolo, Pio, Giovanni, Leone, ecc... PREGHIAMO, piuttosto, PER IL PAPA!
Come musicista, e ancor più come Direttore di Coro, impegnato da più di vent'anni nella liturgia, trovo davvero scandaloso il tentativo di alcuni "giornalisti" di far passare questo messaggio: Papa Francesco non è andato al concerto perché non ama gli eventi mondani.
Quindi, la IX Sinfonia, o altre monumentali pagine della Musica (quella vera, quella con la M maiuscola, non quella vomitevole fatta da chitarre e mandolini, che gli animi sensibili e l'Eucaristia devono subire durante le Messe!!!) sono da considerare espressioni mondane???
Ma fatemi il sacrosanto piacere di stare zitti, giornalisti ignoranti, comari da 4 soldi.
Il valore altissimo della Musica non solo ha scandito la storia millenaria della Santa Madre Chiesa (come quei primi Martiri che cantavano davanti a Nerone, mentre morivano...), ma è stata chiarissimamente CONFERMATA dal Concilio Ec. Vat. II e da tutti i Romani Pontefici che hanno "cinto la Tiara" dopo il Concilio.
La Musica è PARTE INTEGRANTE della vita della CHIESA, perché espressione eloquente della perfezione della SS. Trinità, come nessun'altra forma artistica in mano all'uomo.
Perciò, cari giornalisti, le cavolate che scrivete lasciatele nell'oscurità dei vostri cassetti e della vostra piccola mente.
Leggendo queste sciocchezze, si ha davvero l'impressione che l'Occidente sia ormai arrivato al suo definitivo tramonto.
Come si può offendere una partitura di quel genere, apostrofandola come "mondana"? Meditiamo, gente.
Meditiamo.
Stiamo alla fine e, forse, non ce ne stiamo rendendo conto.
Il problema sul quale stiamo "meditando" consiste nel tentativo, da parte di molti giornalisti, ma non solo, anche molti ecclesiastici, di tirare il Papa "per la giacca", o meglio dire per la talare... Povero Papa Francesco, ognuno lo vorrebbe secondo i propri comodi.
Ma dobbiamo pensare al bene della Chiesa, non alle nostre idee.
La bufala più grossa, però, è quella di incastonare la musica di Beethoven in un evento considerato mondano... Che vergogna!!!”
Un Maestro di Musica Sacra
La battaglia contro la banalità e contro la vuota retorica populista e demagogica alla Melloni è già persa caro Maestro !
Già nel lontano 1977 Carlo Belli, grande intellettuale dalla fede limpida e forte, uno dei padri del movimento tradizionalista italiano e europeo , onde commentare uno dei tanti casi di “nuovo integralismo” che i mass media stavano imponendo alle già intorpidite menti scrisse queste parole :
« Questo tipo di ragionamento ( dittatoriale - integralista di stampo progressista-populista n.d.r.) che circola nella maggioranza bene addottrinata dagli zelanti e pubblici « persuasori », è come una fortezza chiusa.
Non vi si penetra.
La viziosità che lo compone soddisfa la inattaccabile pigrizia nella quale trova dolce riposo la mente dei più.
Per virtù di questo dolce riposo, il tiranno (ed è una delle conseguenze), può conseguire vittoria duratura non soltanto in politica, ma nella filosofia e persino...
Inutile ragionarci sopra.
Si tratta di una forza semplice e massiccia che ha nome, appunto, pigrizia; e lo sa il Potente, ossia l'Anonimo che impone la'propria volontà con gli strumenti di cui è padrone — stampa, radio, televisione, ecc. — manovrati in modo da favorire sempre più il torpore delle menti; ingenium incultu atque socordia torpescit, l'ingegno illanguisce per mancanza di cultura e per viltà.
Di questa massima sallustiana, l'Anonimo ha sempre fatto tesoro.
Ciò non significa che si debba rispondere alla pigrizia con la pigrizia: si può, ed anzi si deve, entrare nel « parco-buoi », per dirla con poco caritatevole locuzione, e combattere lo stato letargico in cui giacciono quelle menti, fino ad aprire una breccia nel grasso che le circonda.
Il lavoro richiede soltanto pazienza, e qualche volta riesce, perché in quei loculi mentali non vi è malizia, non vi sono prevenzioni, o calcolo, o opportunismo: soltanto torpore.
Malizia, prevenzione, calcolo, opportunismo, si riscontrano ben più frequentemente in quel tipo di uomo (o di donna), che passa per « informato », o addirittura colto; capace di servirsi abilmente della penna non meno che della parola.
Datogli un tema, costruirà castelli verbosi a non finire: torbide, soffocanti parole, tali da ubriacare perfino chi le scrive.
Il lettore segue perplesso quei contorcimenti della verità, quei distorti sillogismi, quel tacere ciò che andrebbe detto, il presentare rovesciate le argomentazioni più lampanti.
S'inoltra a stento nella palude e spesso deve forzare se stesso per trattenere lo sdegno: le irrisioni non hanno nulla a che fare con la scettica eleganza; appaiono rozze, ciniche, blasfeme; la volgarità le appesantisce perché l'ironia, quando appena affiora, subito si volge in verdastro sarcasmo, colore-indice di occulto travaso biliare, ha menzogna lampeggia senza pause sulla palude; l'astio, l'acredine vi producono un tuono incessante.
Perché? Qual'è la ragione che suscita tanto insensato clamore?
Parrebbe di poter rispondere: la cupidigia di servilismo ».( Carlo Belli, Notiziario di UNA VOCE ITALIA, Maggio-Luglio 1977, a
proposito della celebre Conferenza di Mons.Marcel Lefebvre a Palazzo
Pallavicini di Roma - giugno 1977 - Vedere QUI la spiegazione della frase ).