lunedì 27 febbraio 2012

DECADENZA DELL'EUROPA


Era pressochè inevitabile che si arrivasse ad una crisi finale della nostra Europa date le tante premesse negative (Illuminismo, nazionalismi, ideologie atee e pagane e nichilismi vari).
La crisi dell'euro non è che il suo ultimo esito.
A monte in realtà c’è una crisi morale e spirituale di tutto il continente.
Direi che, nonostante le apparenze, la crisi ha preso le mosse (ed è più grave anche se all'apparenza non sembra perchè economicamente più ricche e stabili) nelle nazioni più sviluppate, quelle nord-europee, quelle a maggioranza protestante che per prime son diventate relativiste, secolariste.
Avendo il protestantesimo esaurito da tempo il suo movimento propulsore, trasformando il cristianesimo in umanitarismo, col tempo si è uniformato allo Stato che lo inglobava a differenza del cattolicesimo che ha un suo Stato proprio e può esercitare una politica e una dottrina non influenzabile da quella italiana.
Questa protestante è stata l'Europa mitizzata sin dai tempi di Cavour e da lui stesso appoggiata fermamente, (era convinto che dopo l'unità della nazione il Papa sarebbe scomparso magari tornando ad Avignone) a cui ci saremmo dovuti volgere per uscire dalle tenebre (del cattolicesimo) verso un domani ben più luminoso.
Alla radice di questa convinzione c’è l’idea ricorrente secondo cui l’Italia non è un “paese normale” per due motivi: perché non avendo accolto la Riforma protestante si è perciò stesso preclusa alla modernità; e perché la presenza della Santa Sede a Roma costituisce un’enorme palla al piede a causa della quale nemmeno oggi il nostro Paese riesce a recuperare il tempo sin qui perduto.
I danni causati da questa ideologia sono notevolissimi.
Basti citare un caso, quello di Prodi, che ne è imbevuto.
L’ingresso in ginocchio dell’Italia nell’euro con un tasso di cambio molto sfavorevole, e a condizioni che ci sono costate la perdita di circa metà del nostro potere d’acquisto in dieci anni, nasce da qui.
E’ un’ideologia nefasta che, magari anche inconsapevolmente, riappare ogni volta che un ministro ci viene a dire che una certa cosa si deve fare perché “ce lo chiede l’Europa”, oppure che se non la si fa si corre il rischio di “uscire dall’Europa”.
Il primo argomento è una furbizia, ma il secondo è sintomo di un complesso d’inferiorità patetico.
Senza l’Italia l’Europa non ci sarebbe nemmeno; non solo perché è uno dei Paesi fondatori delle istituzioni europee, ma soprattutto perché ne è la culla culturale e storica.
Se di ciò il nostro ceto politico fosse più consapevole la nostra politica europea sarebbe molto più forte e più influente con vantaggio sia nostro che dell’intera Unione.
Se poi, a livello economico-sociale, forse non siamo all'altezza delle più sviluppate nazioni nord-europee (anche a causa della palla al piede del sud Italia che però ha una sua grande giustificazione essendo stato depauperato a favore del nord dallo Stato unitario savoiardo), certo ancora non siamo caduti mani e piedi nel secolarismo ateo e nel relativismo culturale del nord Europa dal momento che la legge 40 non permette in Italia di applicare leggi eugenetiche, procreative, matrimoni omo con adozione ecc. ecc.
Se ai cosiddetti progressisti queste norme appaiono retrograde, medievali, non all'altezza della "modernità" europea, per noi cattolici dovrebbe essere invece un vanto avere un Italia che va in controtendenza rispetto all'Europa (rappresentando di fatto un polo di attrazione per altre nazioni) rivendicando il rispetto della vita e della famiglia.
E pensare che i padri fondatori dell'Europa, come Monnet e Adenauer, erano ferventi cattolici, per non parlare dei Servi di Dio Schuman e De Gasperi.
E non dimentichiamoci che la bandiera stessa dell'Europa è formata da 12 stelle sopra un manto azzurro: forse questo non ci ricorda nulla?
Siamo passati da un'Europa cattolica dei primordi a quella massonica e anticristiana di oggi.
Il fatto stesso che ci si sia rifiutati di inserire nel preambolo della costituzione europea il riferimento alle radici giudaico-cristiane, ha rappresentato l'inizio della fine di questa nobile istituzione, rimasta ormai senz'anima e senza futuro.
Infatti c'è una strana mancanza di voglia per il futuro. I figli, che sono il futuro, vengono visti come una minaccia per il presente: ci portano via qualcosa della nostra vita, non vengono sentiti come una speranza, cosi si pensa, per cui qui si impone un confronto con l'Impero Romano al tramonto: funzionava come cornice storica, in realtà viveva di quelli che dovevano dissolverlo, poichè non aveva più in serbo alcuna energia vitale.
E' quanto sta succedendo in questi anni agli Europei dopo le follie ideologiche e le guerre del secolo scorso. Alcuni grandi pensatori avevano intravisto questo declino.
Come ci insegna Hegel, chi non sa combattere e rischiare diventerà un servo.
Quello che avviene per gli individui avviene anche ai popoli; ci sono popoli in espansione, creativi, fieri, orgogliosi della propria cultura, della propria religione, della propria identità e che sono pronti a battersi, a morire per conservarle.
E nel contempo ci sono popoli senza più slancio, orgoglio e dignità, divisi e litigiosi, incapaci di combattere e si inchinano per conservare la vita e il benessere. (dhimmitudine)
Perchè tutto questo ?
Perchè a questa Europa non importandole più niente del suo passato è segno che ha perso fiducia nel futuro. Magari fa tutto questo anche per non irritare i musulmani che ci stanno invadendo pacificamente, i quali però ricordano orgogliosamente le loro radici.
L'avanzata dell'Islam è sempre continuata dai tempi del profeta, in Europa addirittura nel 1683 arrivò sotto le mura di Vienna.
Oggi i Musulmani avanzano nelle Filippine, attaccano la Russia, invadono l'Europa con l'immigrazione e si stanno impadronendo di tutta l'Africa attraverso le conversioni o massacrando i cristiani come in Sudan e in Nigeria.
E che siano forti e decisi lo si vede dal coraggio che hanno di farsi esplodere.
Un atto che provoca orrore, ma che ci dovrebbe mettere in allarme specialmente noi Europei, che se non ritroveremo le nostre radici, radici cristiane, siamo destinati, quando questi musulmani saranno diventati preponderanti, a soccombere col risultato di trovarci in casa tra qualche generazione quella cultura islamica che, tradotta nella realtà, taglia le mani ai ladri, lapida i fedigrafi, schiavizza la donna ecc ecc.
Un salto all'indietro di ottocento anni, (i tempi di Averroè) !
Quello che è certo è che con il nichilismo oggi imperante in Europa non saremo in grado di opporci culturalmente all’Islam.
Oggi in Europa viene multato chi disonora la fede di Israele, viene multato anche chiunque vilipendia il Corano. Laddove però si tratta di Cristo e di ciò che è sacro ai cristiani, ecco allora che la libertà di opinione appare come il bene supremo (lo spettacolo blasfemo di Castellucci a Milano ne è un esempio), che limitare il quale sarebbe distruggere la tolleranza e la libertà in generale.
Esiste qui un "odio di sè" dell'Occidente che è strano e rasenta la patologia: l'Occidente è pieno di comprensione, di tolleranza verso tutte le religioni e tutte le culture, si apre a tutto e a tutti, ma non ama più se stesso, la propria cultura !!! Ed è qui che risiede il dramma dell'Europa: se vuole sopravvivere ha bisogno di una nuova accettazione di se stessa !
Ma l'Europa attualmente è lontana anni luce dall'accettare la propria cultura e tradizione.
Di fatto sta facendo il contrario !
Tempo fa è stato diffuso in milioni di copie e in migliaia di scuole, in tutta Europa e forse anche nei Paesi islamici, l'agenda ufficiale dell'Europa, firmata dalla Commissione europea.
Nel diario europeo sono presenti festività delle religioni minoritarie, ma non c'è alcun riferimento alle festività nostre, quelle cristiane.
Nel diario non si capisce perchè non ci siano le feste natalizie, quelle pasquali e tutto il resto, nulla che segni in rosso una festività cristiana.
Il tutto è stato fatto notare dall'allora ministro degli Esteri Frattini.
A questo proposito molti accusano l'Unione europea di negazionismo, dicono che questa vuota Europa è un'associazione vigliacca di smemorati banchieri fondata sul negazionismo.
Nel giro di poche ore ha infatti negato le festività cristiane e dunque la sua tradizione principale ancora viva da cui proviene e nel cui nome ha un calendario e un sistema di festività.
Ed ha pure negato ai Paesi dolorosamente usciti dal comunismo il diritto di considerare i loro milioni di vittime sullo stesso piano delle vittime del nazismo.
Per l'Unione europea il Natale non esiste, la Pasqua nemmeno, e se si uccidono i cristiani in Nigeria e nelle Filippine, chi se ne frega, la cosa non ci riguarda.
Perchè noi europei abbiamo compiti più importanti, infatti siamo dediti alla misurazione delle banane, l'arcuatura dei piselli, mica di religioni, superstizioni, stragi e amenità varie...
Noi siamo civili, lavoriamo in banca, mica pensiamo alle festività religiose...
Del suo passato l'UE resetta tutto, cancella millenni di civiltà cristiana, millenni di natali e pasque, orrori del comunismo cinque volte più grandi (a livello di vittime) di quelli del nazismo e si permette con grande protervia di fare la bellezza di trenta mozioni contro il Vaticano colpevole di non promuovere la cultura pederasta.
Insomma, l'Europa non è mai nata e ha paura pure della sua ombra.
L'Europa è un morto che cammina, per cui ci si dovrebbe chiedere a che pro fare tanti sacrifici, rientrare di un ventesimo del debito ogni anno, penalizzando non solo la crescita ed entrando in recessione, ma sacrificando anche quanto abbiamo di più caro: la nostra cultura, la nostra religione.
Penso, che continuando cosi, diverremo vassalli della Germania, e quando ci accorgeremo di tale fatto, non sarà più possibile tornare indietro, perché nel frattempo ci saremo dissanguati e quindi impoveriti per obbedire ai diktat dei poteri forti mondiali.
Tanto varrebbe darci un taglio subito, dichiarare fallimento, non pagando i debiti esteri e riprenderci il nostro futuro.
L’Argentina lo ha fatto, (ha mandato a quel paese la Banca Mondiale…) ha si sofferto per due-tre anni, ma oggi cresce a ritmi del 10/11% annui.
Altrimenti per noi, gli spagnoli, i portoghesi, gli irlandesi si paventa seriamente l’incubo greco che stiamo vivendo in questi giorni.
Certo però che per fare tutto questo, bisogna sbaraccare innanzitutto questo governo che non fa quello che dovrebbe fare per rilanciare l’economia (diminuzione della spesa pubblica, vendita del patrimonio statale stimato da uno studio recentissimo quasi uguale al nostro debito), ma cosa più importante emissario di quei poteri forti mondiali rappresentati dai banchieri che esigono fermamente il pagamento degli interessi e del capitale, se poi il paziente muore (come la Grecia) , questo a loro non interessa.
F.V.