giovedì 7 marzo 2013

IL GRIDO DI DOLORE DI “REPUBBLICA”: COME SI PERMETTE L’UNGHERIA DI DIFENDERE LA SOVRANITA’ E L’IDENTITA’ CRISTIANA? - di Paolo Deotto



Oltre un anno fa, nel gennaio 2012, scrivevamo su Riscossa Cristiana “Dittatura europea: in Ungheria sono iniziate le manovre per eliminare un governo voluto dal popolo”.
Non ci voleva la sfera di cristallo, che non abbiamo, bastava il buon senso (e di quello ne conserviamo un po’).
In Ungheria le elezioni erano state vinte dal partito Fidesz, guidato da Viktor Orban, che, avendo conquistato una maggioranza parlamentare di oltre i 2/3, aveva avviato una riforma costituzionale. Tutto ciò sarebbe, o dovrebbe essere, normalissimo: un partito, arrivato al potere con elezioni democratiche, decide, avendo sufficienti seggi per farlo, di scrivere una nuova costituzione. In ogni caso, e anche questa è una considerazione normale, sono fatti interni all’Ungheria, nazione sovrana.

Già, ma il partito Fidesz è di orientamento tradizionale e cristiano, e la nuova Costituzione ungherese consumava l’orrendo crimine di dichiarare le radici cristiane della Nazione, fondata da Santo Stefano, e dettava altre norme generali conseguenti a questo riconoscimento, quali la difesa della vita, della famiglia (l’unica che esista, non quelle previste dal carnevale permanente dell’omosessualismo).
Apriti Cielo!
Grida d’allarme da UE, manifestazioni di piazza, che come tutti sanno sono sempre “spontanee”, appoggiate dal governo del bombarolo di Washington e ovvia preoccupazione espressa anche dai nostri disciplinati mezzi di informazione, tra i quali brillava per vaneggiamenti “Il Fatto”, che parlava anche di pericolo di antisemitismo.
Insomma, la solita pattumiera che conosciamo ormai a memoria, le solite litanie, causate anche da un ulteriore crimine che il governo Orban stava commettendo: riportare sotto controllo statale la Banca Centrale.

E veniamo a oggi. Il governo Orban è tuttora in sella, il partito Fidesz ha ancora la sua maggioranza, e ha introdotto alcune modifiche alla nuova costituzione. Si tratta di cose orribili, che fanno fremere di sdegno laico-democratico-europeo “Repubblica”, che in un articolo di ieri, a firma di Andrea Tarquini, ci informa che in Ungheria è in atto una “svolta autoritaria” (Perbacco!) e che “i dissidenti si appellano alla UE” (ri-Perbacco!).

Cos’è accaduto di tanto preoccupante in Ungheria? Vediamo un po’.

Repubblica ci informa che ormai siamo arrivati in sostanza a un vero e proprio golpe bianco, voluto dal Primo Ministro Orban, che, tra le altre colpe, ha quella di essere amico di Berlusconi.
Ebbene, questo sciagurato pare che voglia imporre norme terribili, quali:

- La famiglia riconosciuta dallo Stato è solo l'unione ufficializzata da matrimonio di una coppia eterosessuale che si sposa al fine di fare figli.
Nessun altro tipo di unione avrà pari dignità con la famiglia sposata etero che vuole prole.

- Non tutte le religioni saranno riconosciute come tali a pari dignità, bensì soltanto quelle definite come tali dalle recenti leggi del governo.

- Il vecchio partito comunista del passato è definito nella costituzione "associazione criminale"

- Eccetera.

Potete bearvi leggendo tutto l’articolo di Repubblica, che ci informa anche che “dissidenti e molte ong ungheresi in favore della difesa dei diritti umani hanno appena reagito inviando un disperato appello alla Commissione europea, personalmente al suo presidente Barroso e alla Corte europea di giustizia”. Proprio così: l’appello è “disperato”.
Poveracci!

In alcuni punti l’articolo di Repubblica raggiunge punte di involontario umorismo. Ad esempio, si incarta totalmente sul discorso della libertà politica, perché da un lato fa notare che la definizione di “associazione criminale” si applica al “vecchio partito comunista del passato”, ma poi dice che ciò permetterà “processi politici”.
Ora, che il vecchio partito comunista fosse un’associazione criminale, lo dice già la Storia, non c’era neanche il bisogno di scriverlo nella Costituzione.
Ma se è quello “vecchio” e “del passato”, contro chi saranno celebrati i paventati “processi politici”? Contro i morti? Mistero.

Un altro bell’aggrovigliamento l’allarmato articolista lo fa parlando della limitazione di poteri che il premier Orban imporrebbe alla magistratura. Infatti nella Costituzione vengono introdotte come norme costituzionali alcune leggi che erano state dichiarate incostituzionali dalla Corte costituzionale.
È assolutamente ovvio che ora, dal momento in cui tali norme sono divenute costituzionali, la corte non potrà più bocciarle, essendo chiamata, come la nostra Corte Costituzionale, a valutare se una norma di legge è in contrasto con la costituzione. In caso contrario, avremmo l’assurdo di una Corte costituzionale che deve giudicare se la costituzione è costituzionale.
Roba da manicomio.

Quanto alla libertà religiosa, evidentemente il nostro articolista non ha mai letto l’art. 8 della nostra osannata costituzione, che dice più o meno le stesse cose della costituzione magiara…
E poi ci sembra invece superfluo soffermarci sui soliti deliri sulla famiglia.
Questa è una e una sola, e le ossessioni pansessuali e omosessualiste, oltre che dare il voltastomaco, appartengono solo alla patologia.

Ma non importa che ci sai una logica per “Repubblica”.
L’importante è ricominciare l’attacco a una Nazione che, a quanto pare, non ha l’intenzione di farsi mettere i piedi sulla testa dagli ultra-poteri della UE.
Ovviamente poiché la costituzione, in quest’ultima formulazione, pone dei chiari sbarramenti a difesa della civiltà e delle radici storiche cristiane della Nazione, va attaccata.
Orban non esercita i poteri che il popolo gli ha conferito con un’elezione che nessuno ha mai contestato, ma è diventato un “autocrate” e “populista” (magia delle parole: quante volte l’ha pronunciata il nostro Loden? Ma sanno cosa vuol dire?).
Ovviamente la tanto sbandierata “sovranità popolare” va bene solo quando è in linea coi dettami dei tecnocrati e dei massoni che da Bruxelles vogliono dirigere le nostre vite.

“Repubblica”, disciplinato altoparlante dei potentati finanziari che stanno distruggendo la civiltà, lancia il grido di dolore, ma l’articolista è un po’ distratto e chiude il suo pezzo con una frase che contiene al tempo stesso una solida dose di umorismo e un’interessante chiave di lettura.
Leggiamola: “Strappo gravissimo ai valori europei, dunque (le ultime modifiche alla costituzione, N.d.R.). Arriva pochi giorni dopo che Orban aveva imposto a capo della Magyar Nemzeti Bank (Banca centrale) il suo braccio destro Gyorgy Matolcsi, ritenuto pericolosamente incompetente sui mercati e pronto a regalare di fatto al governo l'autonomia dell'Istituto, oltre ad essere discendente di un funzionario del regime di Horthy che pare abbia collaborato all'Olocausto.
Dopo queste notizie il fiorino si è di nuovo svalutato avvicinandosi alla soglia della paura di 300 fiorini per un euro”. (noterella: il cambio ufficiale è di 290 fiorini per un euro.
Una variazione del 3,33% è "la soglia della paura"? Mah!)

Chiaro, no? Il governo ungherese vuole controllare la Banca Centrale, ossia sottrarla agli onnipotenti interessi della grande finanza. E questo non è ammissibile! E poi, la vetta dell’umorismo: in mancanza di meglio, il nuovo Presidente della Banca Centrale è imparentato con un funzionario del regime di Horthy che “pare” abbia collaborato con l’olocausto.
Insomma, siamo alla colpa generazionale, dimmi che nonno hai e ti dirò chi sei. Siamo anche, sia detto per inciso, alla consueta ignoranza storica, perché il regime di Horthy riuscì a contenere la furia antisemita dei tedeschi in Ungheria.
La vera tragedia per gli ebrei ungheresi iniziò proprio dopo che le SS arrestarono Horthy (che, consapevole della disfatta dell’Asse, aveva cercato di stipulare una pace separata coi sovietici) e misero al potere a Budapest le “Croci Ferrate”, i nazisti ungheresi.

Ma lasciamo perdere i dettagli. “Repubblica” non si preoccupa mai eccessivamente delle balle che racconta; essendo non un giornale, ma un Dispensatore di Verità Totali e Indiscutibili, si accetta con bigotta devozione laica e democratica. Amen.

Possiamo solo fare all’Ungheria l’augurio di poter difendere la sua indipendenza e la sua civiltà.
E il caso ungherese non può che riconfermarci su ciò che diciamo da tempo: l’Unione Europea, con ciò che racchiude e rappresenta, costituisce attualmente la più grave minaccia alla civiltà.