sabato 27 aprile 2013

Per chi suona la campana ? L’Omelia di Papa Francesco.


Il nuovo Papa   viene scrutato, studiato e osservato
E' normale che avvenga questo !
Intellettuali, opinionisti, vaticanisti, giornalisti, gruppi e gruppetti ecclesialmente autoreferenziali  si inventano una presunta consanguineità con il Pontefice per digerire il boccone amaro della mancata attribuzione della "paternità" ideologica .
E' normale anche questo !
In poche parole ognuno cerca di tirare dalla propria parte un lembo della leggera talare bianca ...
Si ha l'impressione  che lo stesso Papa,  decantato da alcuni miei amici "intra moenia " per la fresca simpatia che sprigiona , si diverta a farci "cervellare" per trovare una giusta interpretazione alle Sue omelie che quotidianamente pronuncia dalla Cappella della Domus Sanctae Martae.
Chissà il Papa quanto sorride pensando  al  nostro rompitesta  quando leggiamo le Sue omelie ...
Di difficilissima interpretazione è , ad esempio, quella di oggi, sabato 27 aprile.
Leggendo le frasi come :  “ patteggiare con il potere” ; comunità chiusa, sicura di se stessa, quella che cerca la sicurezza proprio nel patteggiare col potere” mi tranquillizzo : il Papa non si riferisce ai nostri poveri gruppi liturgici nati dopo il Motu Proprio “Summorum Pontificum” che non sanno neppure cosa sia il “potere” e tanto meno i soldi !
Alla frase :  “perciò si sentivano come difensori della fede e incominciarono a parlare contro gli Apostoli, a calunniareLa calunnia..” mi vien però da pensare a quella specie di autoreferenzialità da “primi della classe” che taluni  gruppi “tradizionalisti” ( con la “puzza sotto il naso” ) fanciullescamente ostentano con il serio rischio di far precipitare la bontà della ritrovata Tradizione Liturgica in una specie di sottobosco ideologico dalle non chiare ( per non dire inquietanti) connotazioni .
Un disagio più volte denunciato dai "tradizionalisti" stessi e spedito a quei Pastori che ancora si permettono di privare della loro assistenza pastorale proprio i gruppi più fedeli alla Chiesa ! 
Per un arcano volere della Provvidenza, i fedeli tradizionalisti sono gli unici ad inginocchiarsi davanti ai loro Pastori  capaci però di criticare " in nomine Christi " gli  errori clericali quando, a causa dell'infedeltà al Vangelo ed accecati dalle mode mondane, i Consacrati si dimenticano di seguire Gesù : vita, luce e verità !
" Paradossalmente - osserva un fratello tradizionalista - i novatori sono quelli prostràti al mondo dal mondo e ricevono ogni onore e riconoscimento, noi invece siamo perseguitati, e prima di tutti, dai pastori che formano questi apostoli del sorriso, aperti allo Spirito. L'apertura allo Spirito è uno slogan attraverso il quale la dottrina cattolica è stata demolita pezzetto per pezzetto. Vogliamo continuare a suonare su questo spartito?".
Ci affidiamo , come altre volte, alla trascrizione di Radio Vaticana per leggere l'omelia del Papa una, due, dieci volte.
La campana oscilla verso destra e verso sinistra; verso Nord e verso Sud ;  verso Oriente e verso Occidente.
Forse la predica è per tutti ...
Andrea Carradori

“Sembrava che questa felicità non sarebbe mai stata vinta”.  
Così il Papa commentando l’affidamento in Cristo della comunità dei discepoli, riuniti ad Antiochia per ascoltare la parola del Signore, ricordato oggi negli Atti degli Apostoli. 
Poi, la domanda di Papa Francesco sul perché la comunità dei “giudei chiusi”, “un gruppetto”, “persone buone”, furono ricolmi di gelosia nel vedere la moltitudine dei cristiani e incominciarono a perseguitare:

"Semplicemente, perché avevano il cuore chiuso, non erano aperti alla novità dello Spirito Santo. Loro credevano che tutto fosse stato detto, che tutto fosse come loro pensavano che dovesse essere e perciò si sentivano come difensori della fede e incominciarono a parlare contro gli Apostoli, a calunniare… La calunnia… 
E sono andati dalle pie donne della nobiltà, che avevano potere, gli hanno riempito la testa di idee, di cose, di cose, e le spingevano a parlare ai loro mariti perché andassero contro gli Apostoli. Questo è un atteggiamento di questo gruppo e anche di tutti i gruppi nella storia, i gruppi chiusi: patteggiare col potere, risolvere le difficoltà ma 'fra noi'… 
Come hanno fatto quelli, la mattina della Resurrezione, quando i soldati sono andati a dir loro: 'Abbiamo visto questo'… 'State zitti! Prendete…”. E con i soldi hanno coperto tutto".

“Questo è proprio l’atteggiamento di questa religiosità chiusa”, ha spiegato il Papa, “che non ha la libertà di aprirsi al Signore”:

"La loro vita comunitaria per difendere sempre la verità, perché loro credono di difendere la verità, è sempre la calunnia, il chiacchierare… 
Davvero, sono comunità chiacchierone, che parlano contro, distruggono l’altro e guardano dentro, sempre dentro, coperte col muro. 
Invece la comunità libera, con la libertà di Dio e dello Spirito Santo, andava avanti, anche nelle persecuzioni. 
E la parola del Signore si diffondeva per tutta la regione. 
E’ proprio della comunità del Signore andare avanti, diffondersi, perché il bene è così: si diffonde sempre! Il bene non si corica dentro. 
Questo è un criterio, un criterio di Chiesa, anche per il nostro esame di coscienza: come sono le nostre comunità, le comunità religiose, le comunità parrocchiali? 
Sono comunità aperte allo Spirito Santo, che ci porta sempre avanti per diffondere la Parola di Dio, o sono comunità chiuse, con tutti i comandamenti precisi, che caricano sulle spalle dei fedeli tanti comandamenti, come il Signore aveva detto ai Farisei?".

“La persecuzione incomincia proprio per motivi religiosi e per la gelosia”, ha detto Papa Francesco, ma non solo “i discepoli erano pieni di gioia di Spirito Santo”, “parlano con la bellezza, aprono strade”:

"Invece la comunità chiusa, sicura di se stessa, quella che cerca la sicurezza proprio nel patteggiare col potere, nei soldi, parla con parole ingiuriose: insultano, condannano… 
E’ proprio il suo atteggiamento. 
Forse si dimenticano delle carezze della mamma, quando erano piccoli. 
Queste comunità non sanno di carezze, sanno di dovere, di fare, di chiudersi in una osservanza apparente. 
Come Gesù gli avete detto: 'Voi siete come una tomba, come un sepolcro, bianco, bellissimo, ma niente di più'. 
Pensiamo oggi alla Chiesa, tanto bella: questa Chiesa che va avanti. 
Pensiamo ai tanti fratelli che soffrono per questa libertà dello Spirito e soffrono persecuzioni, adesso, in tante parti. 
Ma questi fratelli, nella sofferenza, sono pieni di gioia e di Spirito Santo".

“Guardiamo Gesù che ci invia a evangelizzare, ad annunciare il suo nome con gioia, pieni di gioia”, ha concluso il Papa, sottolineando che non bisogna aver “paura della gioia dello Spirito”, così da non “chiuderci in noi stessi”.